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Ultimi giorni dell'anno. Ieri notte mi ha ripresa la consueta malinconia e il senso di solitudine ha mangiato un pezzettino del mio cuore e dei miei pensieri. Saranno giorni di sorrisi voluti e lacrime invisibili. Nessun bilancio, i propositi rimandati ai primi giorni del nuovo anno. O a settembre... Partire, forse, aiuterà. Restare è sempre toccare i contorni certi dell'isolamento. Proverò a respirare la gioia dei piccoli e a restarne contagiata. Proverò a portare con me parole che carezzino il mio cuore e i sogni che in queste notti non sono sogni belli. Il primo pensierio al risveglio e l'ultimo prima di addormentarmi. L'immagine che mi accompagna chiudendo gli occhi per un istante. Le 7. Devo andare, chiudere tutto, sbrigare le ultime commissioni e preparare le borse senza dimenticare nulla. E portare con me un cuore leggero e un sorriso invadente. E portare con me la solitudine che mi chiude la gola e un sogno finalmente bello. E portare con noi quell

S.Stefano

Luci colorate, profumo di candele spente da poco e in cucina di zucchero a velo. I bambini giocano con i doni ricevuti. Ospitiamo Tati per alcune ore e sembra con noi da sempre. Chicco copre di coccole una cucciola paziente. E' ancora Natale. Sarà Natale anche domani, quando partiremo per un po', verso la nostra casa del cuore. Sarà Natale negli abbracci e negli auguri, nel rivedere chi ha giocato con noi da piccoli, e chi si è incontrato di recente. Sarà Natale nel profumo dell'infanzia, della legna bagnata e in quella bruciata. Inizia oggi la strada di domani. Inizia oggi la strada che i miei passi cercheranno. Inizia domani il mio oggi. Lascerò la mia porta aperta e il mio cuore spalancato. Diventerò l'aria che vi passerà e scompiglierà i miei capelli.
Immagine
"Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno." (At. 2,44) Che sia davvero un Buon Natale. Il nostro ha regalato a tutti noi un affetto in più.

Desideri

Troppi desideri, per quanto piccolini, non si possono avere. Bello sarebbe non avere consapevolezza dei propri desideri e sorprendersi nel vederli realizzati. Torno a casa con tante borse piene di regali piccoli. Alcuni realizzeranno un desiderio, altri potrebbero farne nascere, altri ancora essere semplicemente piccole sorprese. Un drago, una mucca e un cane (veri, quest'anno, ché altrimenti mi porta sempre i pupazzini) Uno scrittoio scricchiolante, con il posto per la candela (così trovo sempre l'ispirazione) Una bacchetta magica per realizzare i desideri. Abbiamo spedito le letterine. Abbiamo affidato alla fantasia i nostri desideri. Abbiamo aperto il cuore perché possa essere riempito.

"Ho nostalgia del presente che vivrò" *

Lampone ed echinacea per scaldare le mie mani. E parole che non so trovare e rubo. Ritorna una notte di tanto tempo fa. Non ho ancora vent'anni in una città lontana e fredda. Grigia di carbone. Ricordi dai contorni sfumati e sensazioni nitide. Oggi invece sono in attesa di una gioia che immagino sui volti più amati. Gioia che esploderà in amore. E che mi contagerà (* Andonis Fostieris)

Domenica

Una mano, per appoggiarvi la guancia. Chiudere gli occhi e sentire un leggero capogiro. Abbandono. Scrollarmi di dosso il senso di colpa per i desideri piccoli. Riconoscermi in uno sguardo. E per un po' abbandonarsi in quella mano. E riaprendo gli occhi trovare i desideri nel proprio cuore.

Lassù

Fiocchi timidissimi. E un silenzio intorno come se mi fossi persa. Penso ai bambini che come me staranno guardando dalla finestra, a scuola. E penso a chi non c'è. A chi, forse, per regalarci il sogno della neve, sta sprimacciando i cuscini. Lassù.

Da vecchia

So cosa voglio. Voglio essere felice. Voglio essere una vecchia felice. Con un amore vecchio e felice con me. E voglio morire felice, consapevole della mia vecchia felicità. Ogni giorno voglio qualcosa da aspettare. E voglio sentire il tempo passare e segnare il mio viso. Voglio ricordare tutti gli occhi che hanno incontrato i miei, sentirne la mancanza e la nostalgia, se non l'incontro più. Voglio memoria lucida e svagata. Ogni giorno voglio pronunciare un grazie. Sussurato e gridato. E voglio un impegno. Uno piccolo e importante. E saper chiedere scusa. Con voce ferma e cuore veloce. Ogni giorno voglio innamorarmi. Di me. E di te.

Copia e incolla

Versi bellissimi, dolorosi come il sale su una ferita aperta. Non posso resistere. Copio. E incollo. "Di bocca in bocca approfondiamo il silenzio. Le mani spargono l’oblio sulla pelle come polvere. Così ci affidiamo a un lento addio. Che non lo si mostri. Che ancora si rida. Tocchiamoci come allora. O quasi. Finito è il tumulto. Ma allora era il presente. E cos’era: libero? Da dove questa paura di perderci. Più non diciamo: ti amo. Il futuro ci ha raggiunto, il tempo. Condividiamo una specie di solitudine, stiamo staccandoci: tu ed io. E ci teniamo. E ci teniamo pronti." (Barbara Köhler )

Freddo

Vorrei trovarti al mio risveglio e con te addormentarmi in un abbraccio. Vorrei portarti con me nei miei sogni e regalartene il ricordo, al mattino. Vorrei parlarti per un tempo senza misura. Nessuna parola. Solo con gli occhi tanto vicini da riderne un po'.

Non ho parole

"Di bocca in bocca approfondiamo il silenzio." (Barbara Köhler )

Santa Lucia

Cielo trasparente, per questo giorno piccolo piccolo. E una luce bella, come quella che si vede dal finestrino di un aereo e che ti fa sentire più vicino a Dio. Oggi il saluto a una persona che ha camminato con i miei quindici anni. Una persona che immagino stia discutendo nell'abbraccio di Dio. E poi un desiderio di chiacchiere per alleggerire il cuore. E un desiderio di ricomporre il disordine dei miei ormoni che a volte mi rendono insopportabile perfino a me stessa. Un gesto gentile per iniziare la settimana. Un sorriso, un abbraccio. In questo giorno piccolo piccolo, ho desideri piccoli piccoli. Come tutti quelli che hanno "occhi e un cuore che non basta agli occhi".

Finalmente il sole

Una mano calda e una fredda. Come i miei pensieri in altalena costante. Come il mio cuore che vaga e non riposa se non nella piccola luce di una camera riempita da respiri di vita. Entra il sole, dalla mia finestra. Scalda le mani, rimescola i pensieri. Non comprendo un'indecisione. Provo ad abbracciarla. Guardo foto di giorni che non sono ancora finiti, nel cuore. Provo a trattenerli. Accolgo un abbraccio che mi circonda con tenerezza. Provo a diventare io stessa abbraccio. Ascolto una voce senza tregua. Provo a non distrarre il pensiero. E' il tempo che mi è dato. Ho solo questo. Provo a tenerlo stretto.

Capita

Capita. Di non trovare parole. Capita. Di non riuscire a restare in silenzio. Capita. Di sentire il cuore contemporaneamente leggero e pesante. Capita. Di sembrare incomprensibili. Capita. Di essere trasparenti. Come un vetro appannato che un dito ha disegnato.

Ritorno

Le parole per questa sera dovrebbero raccontare neve e luci, caffè dove risuonano echi di voci passate che escono da libri consumati dall'uso. Dovrebbero raccontare storie che spiegano l'oggi. Le mie parole stasera sono stanche come le mie gambe. E tremano un po', come la mia stanchezza. E poi penso che i ricordi rimangono nel cuore e si possono raccontare in ogni momento e che forse, per raccontarli meglio, chiedono di lasciar passare un po' di tempo. Chiudo gli occhi e vedo Klimt. E un parco illuminato dalla neve e da luci sospese tra i rami. E penso. Il silenzio risponde più delle parole. E penso. Non si può perdere ciò che non si è mai avuto. E penso. Non si può avere ciò che non si chiede. E penso. Lascia il pensare, accogli il sogno.

Abbandono

Le coincidenze mancate possono essere occasioni per incontri tra pensieri che si credevano perduti. Stanotte, per dormire, devo cercare l'abbandono. Abbandonarsi. Credere così tanto negli occhi che ti guardano, da chiudere i tuoi, afferrare una mano e andare. Abbandonarsi. Lasciare che il cuore si sveli e che i giorni diventino vulnerabili. Abbandonarsi. Ripetersi che si è degni del dono. E non crederci, ma ripeterselo e ripeterselo e ripeterselo ancora.

Stamattina

Arrotolo il mio gomitolo e trovo una strada sempre nuova. Non mi perdo, ma mi fermo sovente a guardare, a cercare, a stupire. A volte giro su me stessa, non procedo, alzo la testa fino a farla girare e cado. Cado e da terra, la prospettiva è ancora diversa. Come fosse un intero mondo a mutare e non solo il mio punto d'osservazione. Andare e venire. Tornare e partire. Coincidenze che si notano solo perché non lo sono. Leggere con gli occhi una poesia che ha una voce ben nota al mio cuore. Leggere parole che hanno ritmo e tempo e suono che profumano di neve e che entrano nei sogni che si dimenticano. E provare a raccontarsi. Per cercare di lasciarlo cadere questo gomitolo ancora corto. Immaginare giorni di bianco e freddo, in una città dove la lingua non sia la mia. Immaginarne il profumo e sentirne l'aria nelle narici. E poi, forse, lasciarlo cadere per un attimo, il mio gomitolo. Perché riavvolgendolo questo venerdì passi leggero.

In disordine

Il desiderio di neve ha accompagnato tutta la pioggia che mi ha bagnata oggi. C'è la mia testardaggina nel non usare ombrelli. C'è la mia distrazione nel perdere i guanti. C'è un sorriso improvviso e un'attesa che si decide di accontentare. Oggi non è un bel giorno. E' grigio, freddo, umido. E ora anche buio. Sembra un giorno inutile. Nulla da dire. Allora perchè passare di qua? Perchè il desiderio di neve ha dato luce a questo giorno che non è mai nato. Perchè la mia testardaggine mi ha fatta uscire sotto la pioggia riparata solo da ombrellino con due orecchie rosa. Perchè distratta, ho rischiato di perdere un secondo paio di guanti e un ragazzino mi ha inseguita per ridarmeli. Perchè il sorriso improvviso mi ha regalato una voce. Poi sento la stanchezza di altri. E vorrei trasformarla in voce mia per poterla sciogliere in una canzone stonata. Ieri ho riaperto il pianoforte. Scordato come me. Ma è stato bello ritrovare i tasti, le dita senza agiltà

Basta una canzone...

...per avere sogni belli

Oggi

Un battito di ciglia puo' durare un'esistenza. Il pulsare del cuore, in due tempi, durare un'eternità. Sono gli attimi preziosi, stillati goccia a goccia, a dare senso, sorriso, respiro, colore. E' questo cielo che da azzurro si fa grigio e carico di neve desiderata a ricordare l'attesa dei giorni pieni. Parole che nascono con i pensieri e gesti che si fanno movimento facile. Sorrisi che diventano risate condivise. Momenti preziosi. Come il sapore dell'assenza.

Domani ti penso

Le mie mani mescolano farina, uova e latte. Ti penso. I miei piedi s'infilano in una fessura calda. Ti penso. Cammino, e le mie dita fredde pensano a una tasca dove infilarsi per incontrare le tue. Ti penso. Le mie labbra sono asciutte e desiderano acqua fresca dalle tue labbra morbide. Ti penso. C'è silenzio intorno a me. Mi sei vicino. Il pensarti mi porta dentro a sogni che non si ricordano ma che restano sulla pelle. Nelle parole di fretta e in altre meditate a lungo. Nei miei movimenti veloci e in quelli lenti e silenziosi. Nel sonno e nella veglia. Nel giorno e nella notte. Nei libri chiusi e in quelli che non si ha voglia di aprire. Nelle poesie ritrovate e in quelle ancora da scoprire. Vorrei dirti. Vorrei saperti disegnare con un dito su di un vetro appannato. Invece ti ho disegnato dentro un pensiero che porto con me.

Nevica...

...e non posso raccontare l'euforia sorridente che mi balla dentro!

Di cosa so

"Mamma, sai di burro e zucchero"

Di notte

Mi sono svegliata subito, senza ricordi. Ho respirato piano, il viso nascosto nel cuscino. Sudata come dopo una corsa a perdifiato. Ho cercato l'aria fresca intorno a me e ho ripreso a sognare. Un sonno profondo accompagna le mie notti e mi lascia impronte di sogni che non ricordo ma che restano sulla mia pelle come piccole gocce che impregnano una canottiera sottile. E viola. Come alcuni pensieri.

Due giorni

Minuscoli segni chiari che per essere visti devono venir osservati da vicino. Toccati. Immagini di un sogno che prosegue quando gli occhi sono ben aperti e la mente vigile. Vecchi film e cucina profumata. Pioggia, tanta pioggia. Racconti differenti e differenti bambini. Rossore sulle guance e sul cuore. Segnali di fumo di un corpo che si nasconde. Ma oggi è lunedì. Per fortuna?

Invento il mio altrove

Nel tepore rosso con un libretto smilzo tra le mani. A pochi chilometri da me, la voce e il corpo di quel libretto. Rannicchiata sulla mia poltrona sdrucita, con occhi che incontrano parole lontane per età, vicine per il sentire. E' venerdì sera. Vorrei essere altrove. Invento il mio altrove.

In questi giorni

In questi giorni di cieli incombenti, me ne starei rintanata in questo cantuccio sempre. Lascerei scivolare le parole come scivola la pioggia sull'asfalto. Trascriverei qui parole che altri hanno scritto per me, pur non conoscendomi: c'è regalo più bello? Le mie mani, allora, non sarebbero più così fredde e gli occhi non sarebbero più umidi. In questi giorni di inevitabilità, vorrei scaldarmi in un abbraccio che fosse rotondo come rotondo è il respiro quando è sereno. Mi aspettano altre piogge, squarci di sereno, notti improvvise e albe timide. Mi aspettano respiri veloci e sospiri trattenuti. Mi aspetta il tempo che mi prendo e quello che mi rubo. Avrò passi incerti e idee audaci. In questi giorni e in tutti quelli a venire.

Per me

Io non sono una donna. Sono una cosa neutra. Sono un bimbo, un paggio e una decisione ardita, sono un raggio ridente di sole scarlatto... Io sono una rete per tutti i pesci voraci, sono un calice a onore di tutte le donne, sono un passo verso il caso e la rovina, sono un salto nella libertà e nel sé... Io sono il sussurro del sangue nell'orecchio dell'uomo, sono una febbre dell'anima, della carne voglia e rifiuto, sono una targa d'ingresso a nuovi paradisi. Io sono una fiamma, che cerca vivace, sono un'acqua, fonda, ma audace fino al ginocchio, sono fuoco e acqua in rapporto leale, e senza condizioni... EDITH SODERGRAN

Inevitabile

I miei piedi camminano su strade inevitabili. Sempre. Un passo dopo l'altro, accomodando il respiro al cammino, cercando con lo sguardo un orizzonte dove sedersi e riposare. Io non mi fermo. Inevitabile. Io non muoio. Inevitabile. Io non diventerò mai trasparente. Inevitabile. Io continuerò a sentire il sorriso sulle mie labbra anche quando il sorriso piangerà. Inevitabile. Imparerò mai ad amare la mia inevitabile vita?

Primavera nordica

...una carezza per il mio cuore Tutti i miei castelli d’aria si sono sciolti come neve, tutti i miei sogni defluiti come acqua, di tutto ciò che ho amato mi rimane un cielo azzurro e qualche pallida stella. Il vento si muove piano tra gli alberi. Il vuoto riposa. L’acqua è silenziosa. Il vecchio abete sta sveglio e pensa alla nuvola bianca baciata in sogno. Edith Södergran

Monade

Un giorno tornerò a Caprera e mi fermerò lì. Avrò inverni che non mi somigliano e colori che socchiuderanno i miei occhi. Avrò pelle salata e mani che proveranno a trattenere l'acqua. Un giorno sarà il sole a ridare luce ai miei capelli. Ma oggi piove. I miei occhi cercano luce, i miei capelli raccolgono gocce. Così il mio cuore. Cerca di accomodarsi in un silenzio che non desidera. Cerca di non schiudere le labbra in parole inadeguate. E piove sui miei pensieri lenti e velocissimi nello stesso tempo. Pensieri che fluttuano in questo cielo incombente. Arriveranno?

Inevitabile

Apro la mia finestra e ascolto la pioggia che non dà riposo ma che non so non amare. L'inevitabilità cammina per strade misteriose.

In un istante

"Tenere un mondo intero sul palmo e dopo soffiare" In un istante, puoi sparire. Sono sparita.

E' tempo di andare

Se posassi la testa sul mio cuscino, dormirei. Se aprissi il mio libro per provare a chiuderlo, dormirei. C'è sempre una notte in cui il sonno tarda a venire, una notte in cui si sta nel silenzio, e si ascolta la vita di chi è vicino a noi ma senza di noi. C'è sempre una notte in cui la luce non si spegne, una notte di attesa di nessuno, di niente. Neppure i sogni sono desideri, nelle notti accese. Sento il mio respiro. La testa che duole leggermente, la solita gamba incapace di trovare riposo. Sento i tasti sotto le mie dita e mi pulsa una tempia. Un prurito leggero. Io. Dovrei decidermi ad alzarmi, spegnere la luce bella che mi è compagna stasera. Chiudere la porta, raccogliere oggetti dimenticati e riporli: che riposino anche loro. Entrare nella penombra e respirare l'odore che più amo. Rimboccare. Una carezza. Un bacio leggero. Magari ricevere un sorriso o un bisbiglio a occhi chiusi. Per un attimo entrare in un sogno. Poi la mia coperta rossa, la luce ch

Novembre

E' tornato il tempo delle mani da scaldare intorno a una tazza. E' tornato il tempo dei giorni che chiedono occhi ben aperti a cercare luce. Sarà ancora inverno, tra non molto, e allora la luce sarà tanto chiara da socchiudere gli occhi. Le ultime foglie resistono sui rami ormai spogli. I miei pensieri assomigliano a quelle cadute. Non per melanconia o tristezza. Per la quiete di un giorno uguale a domani.

Dal cuscino

Senza parole da pronunciare. Con un'ombra di sorriso nel cuore. Finisce la mia giornata. Iniziano i miei sogni.

Grigio

Sto alla finestra e guardo la vita passare. A volte i vetri sono aperti e l'aria mi prende. Oggi l'aria è grigia e ferma. Come me. Il silenzio. Coprire tutto con il silenzio. Come fosse un cerotto da così tanto tempo lì, che ormai non si vede più. Ma intorno al silenzio si ferma la povere. E non basta acqua corrente a mandarla via. Apro la pagina e leggo i versi che avevo incontrato prima di dormire. Mi commuovo inutilmente. Nessuno mi guarderà partire.

Risveglio

Con i tetti bagnati, il sole, il respiro che si condensa. Con i minuti che si ripetono ogni giorno. Con un silenzio freddo e gesti mancati. Sembra quasi sera.

E' quasi sera

Vorrei parole leggere per riposare i pensieri. Ormai è sera e non credo di trovarle più. E' stato un giorno di corsa, passi svelti, mani operose. E' stato un giorno di pensieri sterili. Domani. Aspetto domani.

Cielo

Il cielo sopra di me non è cielo per farsi domande. Ecco perchè oggi non mi rispondo. Però le parole belle restano belle anche con questo cielo. "ho fatto un buon tratto di strada, ormai, e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore l'incandescenza dell'istante che li ha generati la tua mano sulla mia fronte il palmo della mia sul dorso della tua che non so come, non so dove mi portano ancora con te" (P.Cappello)

Lunedì

Basta un sorriso leggerissimo per raddrizzare una giornata. Basta un'immagine che si credeva perduta a regalare quel sorriso. Bastano poche parole per non sentirsi soli. Le nostre giornate sembrano voler riprendere il loro tempo. Noi sembriamo seguirle docilmente. E' ancora lunedì. E, insospettabilmente, mi piace.
...Oggi vorrei tu fossi la mia coperta...

Dentro di me

Il silenzio non riempie il mio cuore. Perché non so tacere. Perché i miei pensieri sono rumorosi e caldi. Il silenzio che mi circonderà resterà fuori. Non lo voglio un cuore pieno di silenzio. Leggo il libro sbagliato se decido che questo libro racconta il mio futuro. Se non riusciò ad arginare il silenzio che mi vuole prendere, alzerò il volume della musica.

Forse sto leggendo il libro sbagliato

Ha senso? Ha senso la parola? Non è meglio tacere? Ha senso? A volte le parole non si trovano, non si posseggono neppure come pensiero impronunciabile. A volte le parole sono tante, troppe, al punto che non si possono riordinare. In entrambi i casi è meglio tacere. Che senso ha parlare? Meglio tacere e lasciare che il cuore si lasci riempire. Dal silenzio.

Meringa

Riprendere il passo. Ancora lento ma più sicuro. Ritrovare i tempi usuali. E meravigliarsene un po'. Pensare che sono i piccoli accadimenti a scandire i giorni, i sorrisi e le preoccupazioni. Pensare che sono i minuscoli sforzi, i gesti eroici che ci consentono di avere altri giorni. Accanto a me vive un uccellino. Ha le ali malconce e se provo a farlo ridere soffre. Però i suoi occhi ridono e le sue labbra sorridono. Accanto a me vive un uccellino che pesa come un chicco di grano. Un uccellino che tornerà presto a volare. Prenderà per mano la musica della ballerina che non lo lascia mai solo e insieme mi regaleranno il desiderio del silenzio.

Smetterà

Amo la pioggia. Il suo profumo, che cambia con le stagioni e che è differente in ogni città. Il suo rumore, che accompagna il mio sonno, dà ritmo alle mie letture sprofondate in una poltrona che mi somiglia. Amo la pioggia sui capelli e sul viso. In queste ore la pioggia spaventa. Gonfia il mio fiume, sdruciola le montagne. Non è la pioggia. E' il poco amore per la terra. Restiamo affacciati. I piedi nell'acqua, gli occhi al cielo. Dimentichiamo sempre la terra.

Senza ombrello

Per loro la piogga era lieve. Se ne stavano seduti per terra, al riparo del portico davanti alla biblioteca, affacciati sulla piazza illuminata di giallo, dove noi camminavamo in fretta per raggiungere le auto, le case, un posto asciutto. Loro se ne stavano lì. Le gambe intrecciate, il fiato che si confonde, le teste che si sfiorano, gli occhi che si trovano. Le mani non le ho viste, ma le ho pensate unite e confuse. Come al solito non avevo ombrello, ma ho allargato un poco il mio giro per cercare di vedere i volti di due ragazzini che ascoltavono la pioggia senza sentirla, senza avvertirne l'invadenza che questa notte si fa pericolosa. Per loro la piogga era lieve, quasi desiderata. Un'ottima scusa per fare tardi, rientrare dopo l'orario stabilito, senza alcun pensiero per chi sta alla finestra e aspetta il loro rumoroso rientro a riempire di vita due case. Ho sorriso alla loro tenerezza. E ho ricordato le pioggie belle che hanno riempito di musica i miei giorni.

Penso

E' nella speranza dell'attesa che so di essere ancora viva. E' aspettando che sento il mio respiro. Temo il giorno che smetterò di aspettare. Temo il momento che smetterò di sentire il mio respiro trattenuto nella sorpresa di un'attesa.

Domani

Sciolto il nodo dell'attesa, il ritorno a casa. La testa fatica, come la voce che cambia; le parole strascicate, l'enorme tenerezza di un piccolino in difficoltà. Oggi la pioggia scende con facilità mentre le lacrime faticano perché anche nel pianto c'è dolore. Domani andrà meglio. Ne sono certa. Domani le carezze si fermeranno ancora su guance arrossate da un respiro affannato, ma troveranno labbra volte all'insù. Mancano le chiacchiere sfrenate, il rumore, la vivacità. Tornerà tutto. E mi stancheranno ancora il rumore, le grida, le risate incontrollate, i bisticci. Oggi piove. Domani ci sarà il sole. Anche sotto l'ombrello che ci riparerà dalla pioggia.

Aspetto domani

Nell'attesa non si pensa. Si finge di respirare, di pensare. Nell'attesa non si legge. Si tengono tra le mani un libro, un giornale. E ci si dimentica di voltare pagina. Nell'attesa non si guarda. Si posano gli occhi su oggetti, persone, panorami. E non si vede nulla. Nell'attesa il cuore non batte. Per non disturbare. Nell'attesa il respiro non si trova. Si resta in apnea, come pesci fuori dall'acqua. Nell'attesa non c'è tempo. Solo attesa.

Piove ...

...anche qui...

Scrivo e cancello

Scrivo e cancello. Scrivo e cancello. Cerco tasti che non trovano corrispondenza con i miei pensieri, che sono come alcuni sogni. Chiarissimi e nitidi mentre li si vive, impossibili da raccontare al risveglio. E così scrivo e cancello. La scelta giusta sarebbe il silenzio. Non riesco. I pochi minuti che mi fermo qui, mi danno la sensazione di tornare nel mio sogno nitido e dimenticato. Prima o poi la corrispondenza tra le mie dita e il mio pensare tornerà. Forse quando tornerò a poter raccogliere i miei confusi capelli.

Buona notte

I poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro, quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. I poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere Iddio. Ma i poeti, nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle. (Alda Merini)

Mattina

Il cielo è ancora bellissimo. Quasi commovente. Io sono ancora molto viva. E un po' sospesa. Resto in ascolto.

Stasera

Stasera il cielo, dalla mia finestra, è trasparente. Le nubi sono leggere, i colori come polvere di riso. Ci sono state chiacchiere fitte, nel mio giorno. Parole, gesti, incroci. Ho sentito il freddo e il sole. La sera è arrivata come capelli che cadono lievi sul viso e lasciano un odore buono. Mi aspettano voci sovrapposte e distratte. Mi aspettano mani calde sempre. Come uno stupore. Mi aspetta il profumo di giochi e frenesia e millemillemille giorni davanti. Stasera guardo il cielo dalla mia finestra. E' mutato. Non il mio sorriso.

Un buon giorno

Se le ore del giorno sono accompagnate dalla luce e dall'azzurro di oggi. Se il sole e i colori invitano lo sguardo a fermarsi per un sospiro. Se i passi possono seguire il ritmo del pensiero e del respiro. Se le parole possono dirsi sottovoce ma con il sorriso. Se gli occhi possono trovare quiete. Se le mani che si cercano sono una grande e una piccolina. Se risate, chiacchiere, rumore e silenzio si intrecciano e si fanno tempo. Allora questo giorno è stato un buon giorno.

Leggendo, pensando

"Lori era dolcemente meravigliata. Allora era questa la felicità. Dapprima si sentì vuota. Poi le si inumidirono gli occhi: era felicità, ma come sono mortale, come mi trascende l'amore per il mondo. L'amore per la vita mortale l'assassinava dolcemente, a poco a poco. E che me ne faccio? Che me ne faccio della felicità? Che me ne faccio di questa pace strana e acuta, che ormai sta cominciando a farmi male come un'angoscia, come un grande silenzio di spazi? A chi la dò questa felicità che sta già cominciando un po' a lacerarmi e mi spaventa. No, non voglio essere felice. Preferisco la mediocrità. Ah, migliaia di persone non hanno il coraggio di trattenersi perolomeno un altro po' in questa cosa sconosciuta che è il sentirsi felici e preferiscono la mediocrità." (C.Lispector "Un apprendistato o il libro dei piaceri")

Rendere grazie

Spesso è la semplicità che ci consente di continuare a respirare. E' lo spogliarsi di ogni pensiero che non sia "senti: il mio cuore batte!" che ci consente di trovare la strada in giorni tanto bui da sembrare notti senza luna. Essere come gli uccellini che non partono e stanno vicino a scaldarsi. Essere consapevoli delle estremità delle dita perché sono fredde. Ricordarsi che un sorriso può costare immensa fatica, che un silenzio può parlare per ore. Sentire un brivido ascoltando la serenità di chi ha perso la propria ragione di vita e non ha perso la sua, di vita. E rendere grazie comunque. Perché stamattina la neve ha coperto le cime. Perché una risatina soffocata ha inaugurato una piccola giornata. Perché la candela sul tavolo ha scandito un pigro risveglio. Rendere grazie comunque. Anche quando il perché tace. E ripetere "senti: il mio cuore batte!"

Foglia

E se non esistessimo? Se i nostri gesti, le nostre parole, i nostri sguardi fossero solo una nostra idea di gesto, parola, sguardo? Ci sarebbe differenza con quello che pensiamo di vivere ora? Se tutto fosse illusione, che differenza ci sarebbe con la realtà che non vivremmo? E se decidessimo di lasciarci portare come una foglia adagiata sull'onda leggera di un fiume? A volte scivoleremmo veloci, altre sarebbe un sasso a fermarci, altre un ramo proteso sull'acqua a rallentare la corsa. Se pronunciassimo solo parole che vogliono essere ascoltate? Se ascoltassimo solo quelle che acconsentono ai nostri desideri? Se i nostri gesti fossero sempre, inconsapevolmente, con naturalezza, le carezze desiderate e cercate da chi sfioriamo, da chi ci sfiora? Se i nostri giorni fossero in realtà un giorno soltanto? Lungo tutto il tempo che riusciamo a tenere aperti i nostri occhi? E se invece di farmi tante domande provassi semplicemente a allungare una mano? A intrecciare la mia v

Pausa pranzo

Una striscia di luce sul mio tavolo e su questa tastiera. Scalda le mie dita fredde. Una piccola luce nei miei occhi. Scalda il mio cuore che batte sempre un po' troppo in fretta. Pensieri. I più differenti. Alcuni che non si vorrebbero pensare. Altri che non si vorrebbero scordare.

Il giorno dopo

E' il silenzio la sola voce possibile. Un abbraccio, l'unico gesto. E' l'assenza di risposta la sola risposta giusta. Una mano nell'altra l'unico conforto. E' la preghiera che le labbra non sanno schiudere, la sola consolazione?

Io

Nei gesti di ogni giorno, nelle minuscole briciole lasciate cadere con distrazione. Nel sole che non dovrebbe illuminare, non oggi. Nelle parole dette senza essere pensate, e in quelle pensate e non pronunciate. Nell'egoismo che c'è in ogni respiro. Nella goccia che picchia e picchia e scava e scava. Nel dolore meschino e nel desiderio vitale. Nelle mani fredde. Nel battito accelerato di un piccolo cuore e nel dentino lasciato sotto un bicchiere. Nell'ultimo sogno prima del mattino. Nel tempo che va veloce e in quello che sembra fermo. Nei capelli scombinati. Nei sorrisi che costano fatica. Nelle canzoni che restano in testa. Nei libri trovati per caso e nel cursore che lampeggia. Nell'acqua ma non nell'aria. Nel dubbio. Nel tutto che non è niente. Piccola cosa per un pesante ingombro.

Senza parole

Solitudine il pugno vola nell’aria, non ha bisogno di nessuno, non gli manca nulla, non dice una parola e nessuno lo sente colpisce il mento ma non è lì che giaccia contro il muro si schiaccia senza lasciar traccia Tarja! quando non ulula più alla luna stillano in grembo le stelle. (Kari Hotakainen )

Veglia

Proprio stasera, che la stanchezza aveva chiuso i miei occhi e fatto vacillare la mia testa, proprio stantotte il buio mi ha svegliata. Non sono riuscita a afferrare il sogno che mi ero promessa e a entrare con quello nel sonno che volevo. Ho urtato pensieri affollati e confusi. Mi sono fatta male. I miei occhi si sono spalancati. E tutto ritorna. Come fosse oggi. Nulla si cancella. Detesto l'immutabilità del mio dolore. Detesto il mio inutile pensare. Detesto la mia incapacità di dimenticare, la mia memoria zeppa di volti e nomi e presenze ingombranti nella loro assenza dal mio quotidiano. Detesto la mia incapacità di lasciarmi amare. Perchè è questo che mi tiene sveglia, stanotte. La mia costante inadeguatezza agli affetti che mi vengono regalati. Lasciarsi amare. Pensarsi oggetto d'amore. Pensarmi oggetto di teneri pensieri, di nostalgia. Cos'è stato che mi impedisce l'abbandono? E perchè se provo a raccontarlo suona sempre poco sincero? Cos'è st

Ozio

L'accoglienza è per me una vecchia poltrona a righe. L'abbandono è riconoscere i segni che il peso del mio corpo ha lasciato su questi cuscini un po' stinti. So dove incastrare i piedi per scaldarli, come posare la testa per rilassare il collo, come riempire ogni angolo per trovare lo spazio al riposo. Il mio tappeto volante è una vecchia poltrona a righe sbiadite che conosce i miei pensieri, legge le mie dita sulla tastiera, scalda il mio poco sonno rubato al giorno, accoglie le notti di veglia. Grembo di stoffa e imbottitura, nascondiglio perfetto perchè apparentemente visibile e condivisibile, la mia poltrona non può essere d'altri che mia. Altri non sa abbracciare così bene.

Prima di dormire

Penso all'altra parte del mondo. A chi possiede tutto e non ha niente. Mando i miei pensieri più teneri a lanciare un ponte per superare un oceano. Di anni taciuti che si sono sciolti in una parola. Di legami che possono stritolare e potrebbero regalare ali. Apro le braccia a circondare un bambino nascosto in un corpo da adulto. Un bambino che ho abbracciato per placare il suo tremore. Un bambino che ha continuato a tremare per tanti anni, che ha trovato nel suo fragile tremore la forza di pronunciare la parola proibita. Apro le braccia. Chiudo i miei occhi. Indirizzo i miei pensieri.

Pomeriggio

Questo giorno scorre lento come un grande fiume. Questo giorno ha movimenti rallentati e pensieri fuori sincrono. Questo giorno ha parole sconnesse e pagine rade. E' un giorno che si vive come guardano un film già visto e un po' noioso. E' un giorno per lasciarsi andare un poco alla pigrizia indolente scusata da un malessere stagionale. E' un giorno che desidera la sua notte. E una voce. Un abbraccio.

Mattina

Con i rumori attutiti che rimbombano nella mia testa, cerco una presenza leggera e calda che sappia abbracciare la mia fragile giornata. Con gli occhi che si chiuderebbero volentieri su sogni che si sono potuti toccare, cerco una mano che sappia accompagnare i miei passi incerti. Forse non è silenzio, quello che trovo. Forse non so ascoltare.

Mercoledì

Mani fredde e un cielo chiaro come la luce. Aspettare è già vivere il momento. Pensare è già essere insieme. Lontananza, allora, non è più sinonimo di solitudine. Lontananza viene ingannata dal pensarti. Che è averti. Che è invadenza, forse, di una parte di vita solo tua. Mani fredde e aria tiepida a scaldarle. Corro incontro a una musica che entrerà fra le mie mura. Corro incontro a un'acqua che sarà intorno, sopra, sotto. Come nel mio sogno di un tempo, non servirà trovare respiro. Il respiro sarò io.

Martedì

Mattina di luci artificiali. Il profumo del caffè per cercare lucidità. Un maglioncino nero per marcare i confini. Scarpe alte per allontanare le pozzanghere e sentirsi ondeggiare. Capelli nuovamente arruffati, come la mia mente, il mio cuore, i miei giorni. Una storia nella borsa colorata. E una tastiera. A ricordarmi ciò che dev'essere questa mattina.

La pioggia sul tetto

Trovarti qui, stasera, come ieri sera, come l'anno scorso e quello prima ancora. Trovarti qui, stasera, come domattina, come il prossimo mese e il tre ottobre del prossimo anno. Trovarti qui e stupirmene sempre. Come un respiro dopo un tuffo profondo. Come arrivare alla cima e, col fiato ancora corto, voltarsi e non vedere la fine del proprio sguardo. Come il rumore della pioggia sul tetto. Incontrarti e riconoscerti. Incontrarti e scoprirti. Incontrarti e scontrarti. Trovarti qui, respirarti, guardarti, accoglierti come pioggia sul mio cuore, riconoscermi in te, scoprirmi con te, scontrarmi in te. Amarti come amo la pioggia sul mio tetto.

Vita

C'è una stanza, vuota, senza colore alle pareti, il soffitto che degrada, una sola finestra senza tende. C'è una stanza che prende forma, ordine, luce, spazio e colore. C'è una stanza dove ho riposto anni della nostra vita. Non per ricordarla, ma per farla rivivere. C'è una stanza che mi porta una tristezza grigia che non so respirare, ingoiare, dimenticare. C'è un sordo rumore nel mio petto, quando salgo le scale e i miei occhi vedono la vita che non può vivere. Non riesco a dare dolcezza ai miei pensieri tristi, alle mie mani che trovano minuscole scarpe. Non riesco a pensare al giorno in cui mi siederò tra tutto questo e aprirò i ricordi per chiuderli e donarli a chi potrà dare loro vita. Quel giorno qualcosa che ora è in agonia dentro di me, morirà. Non so se io ne uscirò più forte, più serena. O irrimediabilmete triste.

Venerdì

La pioggia sottilissima che oggi mi bagna, deforma il panorama, sfuma i colori. Ieri non ho trovato le parole che avrei voluto leggere. Parole in cui ero inciampata per caso, girovagando qua e là. Sarà un appuntamento mancato o solo rinviato? Le nostre giornate sono composte da tanti frammenti di tempo che faticano a trovare ordine ma che si intrecciano magicamente fino a risolversi la sera, su una vecchia poltrona, dopo aver lasciato accese solo le luci più basse, dopo che la musica tace e, a volte, anche la voce. Allora non servono molte parole. Basta la consapevolezza della presenza. Dell'essere lì, vicini. Allora si puo appoggiare la testa su un cuscino morbido e sentire che il sonno arriva allo stomaco. Allora la stanchezza di un giorno lungo può lasciare il posto a un peso dolce, che avvicina al sogno. Poi si ricomincia. Stamattina è uguale a ogni altra mattina. Eppure è venerdì, è il primo giorno di un nuovo mese, è vigilia di mattina senza sveglia. Stamattina è di

Pausa caffè

Oggi, che il mal di testa rallenta i miei pensieri e il mio fare, ho letto una poesia suoi capelli. Mi è piaciuta. Eccola qui. I tuoi capelli, foresta selvaggia che non temo. Ai suoi bordi si aprono terre calde alle mie labbra. Sono io. Guardami. Lasciati scompigliare nell’intrico del mio abbraccio. I tuoi capelli, la promessa – troppo rude è la mia mano – non sarà mantenuta. Vorrei affondare le dita in quella selva e tenerti in una sola mano. Steli di pensiero, germogli dei sensi, i tuoi capelli. Come quando si torcono in riccioli. (Brigitte Schwaiger )

28 settembre 1984

La luce del mattino sei tu, che ti sveli nei sogni. Sei tu la linea che seguo con lo sguardo e che non trova compimento. Sei tu che ritorni in un sorriso malinconico, in occhi che piegano verso il basso. Sei tu nelle labbra carnose che si schiudono e cercano ristoro. Sei ricordo. E presenza. Sei sempre. La tenerezza della mancanza vive nel ricordo che si fa giorni e anni senza di te. La tenerezza della presenza vive nei gesti, nelle parole, nel nome pronunciato. Mentine colorate, calze di seta. La pelle come velluto sottile. Il tuo corpo come vetro. Le tue braccia come rifugio certo. La tua presenza nell'assenza di te, riempie il mio cuore di nostalgia. I miei occhi di lacrime.

I miei giorni

Come un dito freddo sulla schiena calda. Come una tazza di the caldo tra le mani fredde. Come un sorriso dallo specchietto retrovisore verso un viso che non si potrebbe amare di più. Come una cantilena ritrovata nella memoria e ninnata con le braccia piene di tesoro. Come la sorpresa impercettibile del mutamento: in uno sguardo nuovo, in un nuovo atteggiamento, in una lievissima curva ch'è possibile notare solo guardando con amore. Sono parole pensate, cercate. A volte pronunciate. Sono intrecci di gambe e di mani. Sono colori di una stagione che cambia. Sono respiri di nuvole che corrono. Sono momenti di indignazione e altri di condivisa partecipazione. Sono sogni che fanno compagnia. Sono tracce che non si vorrebbero vedere. Sono momenti rubati per cercare i tasti che compongono pensieri. Sono desiderio. E paura. Sono ore. Minuti. E sono adesso.

Venerdì

Prendo un ampio respiro, muovo lentamente il collo. Più del caffè mi piace il suo profumo. Accarezzo i tasti e ne cerco uno che racconti le mie giornate, il mio poco sonno, i miei sorrisi stanchi e anche quelli davvero allegri. Ripenso alla passeggiata di ieri sera, con i bimbi. Pantaloni che non sono più blu, dopo essere stati sommersi da una sabbia che, in realtà, nasconde pietre vulcaniche. Una voce resa insolitamente chiassosa dall'entusiasmo di raccontare la gioia di due gambine esili che non si vogliono fermare mai. Al parchetto ho letto alcune pagine di un libro lievissimo mentre una testolina si appoggiava alla mia spalla e ridacchiava dentro il suo fumetto preferito. C'è fatica e tanta, tanta gioia. Domani la sveglia non suonerà. Mi svegliarà la luce che lascerò entrare dalla mia grande finestra.

Tra oggi e ieri

Chiacchiere e capuccino per iniziare la giornata con un sorriso dopo una notte durata troppo poco. Soprendersi a ascoltare le espressioni di un viso noto e sempre nuovo. E, prima, scandire il tempo e i passi veloci con una canzone. Respirare l'aria che si fa fresca. E, prima ancora, alzare la tapparella e scoprire un cielo ancora scuro ma con colori che si aprono all'azzurro. Uscire in terrazzo e riconoscere la stagione che cambia. Svegliarsi nel cuore della notte e guardando l'ora gioire del tempo che rimane per sognare ancora. Riporre vestiti piegati con cura in una stanza in penobra, in silenzio per non disturbare sonni lievi e profondi. E, ancor prima, guardare un film, in piedi, stirando, come sempre..., e non capire se c'è un senso nel racconto, se non lo so cogliere o se non c'è. Provare a unire cuori sparpagliati grazie a una magia e a un pc. Chiacchiere a cena per condividere una giornata vissuta da lontano. Un giorno qualunque. Un mio sorriso.

Oggi è una buona giornata

Immagine
Leggendo qua e là con un the a scaldare le mani... "...Se tu parlavi io vedevo l’isola con il giallo sferzante delle ginestre, l’attracco silenzioso delle barche, la piazzetta in cemento, i cubi bianchi dove siedono parallele le nostre figure con occhi carichi di sguardo umano e gli affetti lasciati nelle case come una foce dimenticata. Siamo una compagine di vento un canneto di carne lapidata un fluttuare canoro di risorti che perdono lacrime dall’occhio interno perché il vento deve restare vento e la cenere cenere fino alla fine del mondo perché questo lasciare che accada è piú dell’amore, questo dire chi deve andare vada. " (Maria Grazi

Martedì

Naufragio Quella notte d’estate frinita di grilli la luna interloquí disapparendo tra le nubi costiere e subitanea depose un’ombra nera dall’orto fino a noi. Nella pozza del buio la tua parola si ruppe e naufragò come una barca di carta colta dal sasso d’un monito insensato. Mai piú a lungo serrasti le mie dita . ( Lucio Mariani )

Lunedì

E' per questa ragione che mi state lontano? Perché prima di me avete capito che posso fare male, molto male? Che posso uccidere lasciando in vita? E' questo il peso? Non merito che il Sì prenda forma. Ma sono forte, fortissima. Calpesterò tutti i miei passi: uno a uno. E, forse, calpesterò anche i vostri. Se questo è il mio destino, che sia.

Dire Sì

C'è un Sì che non verrà pronunciato, nei miei giorni. Un Sì che aprirebbe alla luce e alla leggerezza. Un Sì che profumerebbe di borotalco e pasqua. Un Sì che crescerebbe all'ombra di una follia consapevole. C'è un Sì che le mie orecchie non udranno, che le mie labbra non schiuderanno. Un Sì che resterà nel buio, nel viso perso dentro al cuscino. Un Sì che non profumerà d'altro che di nostalgia per la luce che poteva essere e non è stata. C'è un Sì, nelle mie parole inghiottite con la gola arsa e il cuore umido. C'è un Sì. Che si pronuncia No

Cielo grigio

La sentenza E sul mio petto ancora vivo piombò la parola di pietra. Non fa nulla, vi ero pronta, in qualche modo ne verrò a capo. Oggi ho da fare molte cose: occorre sino in fondo uccidere la memoria, occorre che l’anima impietrisca, occorre imparare di nuovo a vivere. Se no… Oltre la finestra l’ardente fremito dell’estate, come una festa. Da tempo lo presentivo: un giorno radioso e la casa deserta. ( Anna Achmatova )

Dire No

Dire sì. E non avere alternative. E dirlo come se lo si desiderasse. E sapere che quel sì porterà con se molti no. Il mio sì, ucciderà facilmente il mio desiderio, comunque impossibile, di un altro bambino. Il mio sì, mi legherà a questa sedia per un tempo che non vorrei fosse più lungo di oggi. Il mio sì, saranno anni. Il mio sì, sarà un no a me stessa. Un altro.

Seme

Nella mia asmatica estate la felicità ha tenacemente occupato il suo spazio. Nei miei giorni altalenanti tra sole e buio, la felicità mi ha tenacemente tenuto per la mano. Leggera come il pulviscolo luminoso che entrava al mattino dalla mia finestra, consapevole come quando si vive senza sapere. Come in equilibrio sul filo di lana, ho camminto adagio, con lo sguardo alto per non sentire la vertigine e la paura del vuoto. E mi sono chiesta se la felicità esiste in se stessa, se possiamo essere felici da soli, o se per esserlo dobbiamo condividere la felicità di altri. Mi sono chiesta se abbiamo davvero il diritto ad essere felici. Se è possibile una felicità in cui sentirsi immersi. Se per esserlo dobbiamo dimenticare tutto e tutti o se possiamo esserlo solo insieme a tutto e tutti. Oggi, che è iniziato il mio autunno, ho avuto un'ora di tempo per perdermi tra parole tanto dense da rallentare il pensiero. E' stato un attimo di felicità? Oggi, che il vento poteva farmi vo

Tempo

Con un sorriso di allegra sorpresa ho contato fili bianchi tra i miei capelli.

Provo così

Provo così. Con un caffè e una fetta di crostata. Provo a non sentire la mia schiena indolenzita da un peso che non mi sono accorta di portare. E penso che questo dolore sordo mi tiene ancorata al mio corpo, alla mia difficile aspirazione di trasparenza. Che richiede costanza. Come i giorni. Come la vita. Una proposta di lavoro inevitabile. Che lega il mio tempo. E questo dolore stanco che non se ne esce, che non si scioglie. Come una metafora del momento. Ma oggi mi ha svegliata il sole, dopo il temporale. I miei occhi si sono posati su immagini belle. Ho ricevuto l'abbraccio di un'amica. Ultimo sorso di caffè. Provo così.
Troppe parole e troppo pochi abbracci. Cerco un silenzio rotondo e chiuso come le braccia intrecciate. Cerco un sogno per non desiderare il risveglio. Mastico profumo come foglie in autunno. Tutto e il contrario di tutto. Troppe parole pronunciate e troppe non dette. Silenzio. Aprirò un libro.

Nel mezzo

Ferirsi è un attimo. E di tempo ne serve tanto, per guarire. Forse è vero: meglio tacere. Forse è meglio abbracciarsi, riconoscersi dall'odore. Ho usato parole che non si sono lasciate comprendere. Ho letto e ascoltato parole che non ho compreso e mi sono lasciata ferire. La mia trasparenza è oggi più opaca. Sarà il cielo grigio, saranno le nuvole basse. Ho pulito il mio terrazzo, tagliato rami secchi, curato le piante malate. Ascolto le voci e i rumori dei bambini. Vorrei comporre un numero di telefono e dire parole che possano accarezzare. Cerco musica leggera. Sottolineo un libro denso. Vorrei perdermi nella mia poltrona e svegliarmi perché qualcuno ha posato una coperta a scaldarmi. Avevo iniziato a scrivere ogni cosa. Ma la cronaca non fa per me. Troppo esplicita. Avevo iniziato a trascrivere ogni parola: la rabbia e la dolcezza. Non ha senso. Ho cancellato. Per perdonare bisogna forse perdonarsi? Per perdonare bisogna ricordare e fingere di dimenticare? Ho pe

Chiudi gli occhi

Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Posa la tua mano sotto il mio viso e lascia che i miei sogni si aprano sul profumo della tua pelle. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Lascia che le mie braccia si sentano piccole intorno alla tua schiena. Voltati e circondami. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Il mio corpo segue la linea del tuo, si confondono i contorni, gli spigoli e le curve. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Respirano le nostre labbra vicine e il nostro fiato si fa uno. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Respirano le nostre labbra vicine, il nostro fiato si fa uno, i nostri sogni ci prendono leggeri nel medesimo istante. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi.

Puzzle

Il puzzle della nostra famiglia sta per essere ricomposto. Per la colla ci vorrà un po' più di tempo, ma oggi i tasselli saranno tutti al loro posto, stretti e vicini. Guidare con il cielo di stamattina mi piacerà. Non serviranno occhiali da sole, aria condizionata. E' l'autunno che arriva. Tra poco sveglierò Chicco. Abbiamo previsto la colazione al bar, così, per fingere che sia ancora vacanza, per viziarci un po', e poi sarà viaggio. Con le sue interminabili assurde chiacchierate, la musica e le canzoni che ce ne fosse una che piace proprio a tutti! E poi sarà casa del cuore. E sarà insieme.

Qua e là

"Poteva accadere. Doveva accadere. E' accaduto prima. Dopo. E' accaduto non a te. (...) Dunque ci sei? Dritto dall'attimo ancora socchiudo? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c'è fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta Come mi batte forte il tuo cuore." "Chi non conosce l'amore felice dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice. Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire." (W.Szymborska)

Chiusa parentesi

La pagina nuova del mio calendario mostra una bambina velata con il naso tuffato in un mazzo di rose disordinate e bellissime e con gli occhi che sorridono non si sa a cosa o a chi. Ricomincio così. Pensando che posso essere felice. Che posso essere trasparente. Pensando che posso cantare e leggere e ridere. Ricomincio confondendo i giorni per avvicinare quello che ci vedrà tutti insieme dopo essere stati a lungo sparpagliati. Ricomincio dalla luce di questo giorno. Una luce pulita dolce come la stagione che si avvicina. Riprendo la mia strada e non sarò sola nel percorrerla. Prenderò sottobraccio tutto il mondo che incontrerò nel cammino. Si ricomincia
Scaldata da tanto sole, immagino la mia sera. Un maglioncino che non mi abbandona mai, i calzettoni sotto la coperta, la finestra lasciata socchiusa per sentire l'aria fredda sopra e il calore sotto, intorno. L'odore dei bambini quando dormono. Zucchero e sabbia. L'odore delle case vecchie che stanno chiuse a lungo e poi sembrano spalancarsi per sempre. Polvere e pioggia. L'odore del cielo che regala giorni d'autunno fuori stagione. Legna bruciata e castagni bagnati. Ieri la luce dorata e caldissima di questa città, i piedi stanchi, le chiacchiere disordinate. Il rifugio nell'ombra di una chiesa. Caravaggio. Oggi l'attesa di una strada che sale e scende e curva e fila diritta. Come le mie giornate. Come me. Ieri giorni scivolati con una semplicità inattesa. Oggi ore sospese prima di un viaggio verso casa. Perchè la casa è dove ti puoi sedere e chiudere gli occhi riconoscendo i rumori e gli odori. Casa è dove puoi aspettare con fiduciosa pazzia le s

Parentesi. Ancora.

Ali vere. Ali nostre. Sole in viso e acqua gelata. Passi veloci. Ombra. La sorpresa di un sorriso. La sopresa. Possono le ali essere altro che vere? Possolo le ali essere di altri che nostre?

Parentesi

Il silenzio di questa enorme città, ascoltato dalla sua periferia, ha qualcosa di irreale. Ieri, in una piazza affollata di sole e turisti, il vagito di un neonato è stato il primo suono che mi ha raggiunta. Cresce il desiderio di trasparenza, di intangibilità. Non voglio sentire, non voglio ferire. Voglio attraversare gli spigoli senza traccia di lividi. Solo i bambini hanno vita che può essere toccata. Solo i piccoli possono toccarti e restituire vita, corpo, realtà. Il mio corpo è ormai inutile alla vita. I miei piedi non lasciano tracce, la mie dita toccano senza lasciare impronte. Illusione. Tocco e sono toccata e vivo e sono vissuta. La lucidità di se stessi è la ferita più profonda. "La freccia del tempo"...La mia è tracciata davanti ai miei occhi con inevitabilità rassegnata. Illusione. Continuo a sognare, a lacerare la mia pelle e spezzare le mie ossa nell'attesa di essere altro. Di riconoscermi come quella che vorrei vivere. Sentieri tortuosi e resp

Chiuso per ferie (forse)

"Ma dal momento che bisogna scrivere, che almeno non si schiaccino le parole fra una riga e l'altra." (C.Lispector) Inseguo le mie vacanze con la speranza di imparare a respirarle. Tornerò?

Agosto

Quale abito indossare? Li raccolgo i capelli? Incertezze come la prima volta e, in qualche modo, come sempre. Stamattina mi e' parsa lunghissima. Poca voglia di fare, di depennare dalla lista le differenti incombenze che mi separano dalle vacanze. Stamattina, come ieri pomeriggio del resto, la mia solitudine antica e futura è stata la sola compagna delle mie ore. Ho fatto un test. Per cancellare un pensiero che non mi lasciava e che mi teneva in bilico. Il risultato mi ha lasciata sospesa: sollievo o tristezza? "Ragione o sentimento"? Ho comprato cose: libri per me e per altri, un paio di occhiali da sole che però detesto portare, una maglietta e dei pantaloni per rispettare il rito dei saldi stagionali, una mucca per un compleanno. Ho scambiato sorrisi e parole. E poi il silenzio. Quello che hanno i miei giorni se non sono io a far entrare le voci, se non sono io a cercare. Nessuno si ricorda chi sono. Nessuno si ricorda che ci sono. Le altre stagioni sono pi

Alla fine

Alla fine la stanchezza ha preso il sopravvento. La testa duole e la schiena non regge il peso del mio corpo. Rimane l'attesa: tesa come nervi scoperti. Rimane la ricerca di un ritmo regolare: del cuore, del respiro, del pulsare dei miei pensieri. Rimane il desiderio di navigare in una baia placida, con l'acqua lenta e l'aria ferma. Rimane il desiderio di evanescente dissolvenza della vita. La mia pelle screpolata, le mie labbra rotte, le mie braccia vuote. Il mio pensare e penare. Il mio penare e pensare. Immagino domenica notte, in una Venezia che non ho conosciuto prima, e mi impongo di non immaginare parole, gesti, musica. Mi impongo di non sognare adesso per vivere il momento come incontro e scontro, magari, ma insieme. Immagino il paese dove ha casa il mio cuore. Vedo muoversi in quel paesaggio noto, le persone che più amo. E mi impongo di non dare loro fili come burattini, ma di osservarle da fuori, da qui, e bearmi dei loro gesti, del loro non pensarmi per
Attesa. Come di un respirare piano. Come di un sorriso svelato. Come di un abbraccio che si apre in un rotondo incontro. Attendo . Sospesa, con la mente vuota d'altri pensieri che non siano l'attesa stessa.

Da lontano

Le mie mani faticano a trovare i tasti per comporre le parole che non ho. Mai avrei pensato di vivere giorni come questi, settimane come queste, mesi come questi, anni, forse. I miei pensieri stranamente tacciono. Tante le parole. Urlate, bisbigliate, implorate, pronunciate. Tanti i gesti. Per ferire, lenire, consolare, colpire. Tanti gli abbracci. Per trovarsi e riconsocersi. Per odorarsi e scoprirsi. Lancio segnali in orbita e si perdono, non tornano. Cerco di camminare sul filo, bendata, le braccia ben aperte a non perdere l'equilibrio. O sono caduta e sto precipitando e non riesco ad arrivare in fondo? Come in certi sogni. Mi sveglierò? Mi sento annientata, vuota. Mi sento a tratti serena, fiduciosa. Poi un silenzio che non vorrei mi toglie il respiro. Poi un abbraccio rifiutato mi getta nel buio. Un giorno, con pazienza, sarà cronaca anche per queste righe. Ora il dolore lo rende impossibile. Si può calpestare un miracolo? Lasciarlo morire sapendo che è quanto d

Morire

E' per te che scrivo. A te che scrivo. Tutte le mie parole saranno inutili e saranno inutili per te. E' per te che non riesco neppure a vomitare. Per te che ho ucciso. Per te che la mia mano penzola sola e non ha neppure più la forza di alzarsi a cercare la tua. Ho ucciso la mia voce. Che tornerà solo per te. Ho ucciso il mio sorriso. Che tornerà solo con te. Poco mi serve, tu. Tu solo. E tornerò a vivere, a sopravvivere, prima. Tornerò a cercarti con la mia mano stanca e la mia voce rauca. E' per te che sono. Senza di te non ho occhi. Senza di te non sono. Ci sei tu intorno a me. Tu dentro di me. Perdonami.
Tenere una mano è anche lasciare che si liberi, che smetta di sudare nella tua. Sto vivendo giorni, parole, gesti, pensieri, che mai avevo immaginato nella pur mia sconfinata immaginazione. Lascio che mi passino attraverso, che mi scivolino addosso. Che mi feriscano o che mi consentano il respiro. Non so neppure come raccontare, come dire. Non so neppure se lo voglio fare davvero. Stasera, per esempio, non riesco a dimenticare, mentre scrivo, che altri occhi si poseranno sulle mie parole. E non posso scrivere con questo pensiero. La mia scrittura è egocentrica e puo' essere solo se fine a me stessa. Spesso ho scritto con la speranza di essere letta da chi avrei voluto sentisse i miei pensieri senza il bisogno di esprimerli. Raramente ho trovato risposta. Spesso ho scritto come segnali di fumo, spargendo parole che viaggiando nel caso trovavano la loro destinazione. Non ho quasi mai conosciuto l'esito del loro viaggio. Scrivere è vedermi da fuori stando completamente de
"Dare la mano a qualcuno è sempre stato quanto mi sono aspettata dalla gioia. Sovente prima di addormentarmi - in quella breve lotta per non perdere la conoscenza ed entrare nel mondo più vasto - sovente prima di avere il coraggio di prendere il grande largo del sonno, fingo che qualcuno mi stia dando la mano e allora vado, vado verso l'immensa assenza di forma che è il sonno. E quando pur così non ho coraggio, allora io sogno." (La passione di G.H., C.Lispector) Piccola, in un letto già grande, allungavo la mia mano a trovare quella di vetro della mia nonna. Mano sicura nella sua estrema fragilità. Mano che stringendo la mia fino ad accompagnarmi nel sogno serrava in sè tutto l'amore che bastava al mio respiro. E' sempre quella la mano che cerco? E il coraggio più grande è lasciarsi andare al sonno o entrare nel sogno? Due mani che si stringono possono percorrere tutte le strade. Due mani che si cercano possono tracciare strade nuove.

Colomba

Costruire un nido è lavoro paziente e mai finito. Inizia una settimana fragile. La mia testa, come i miei pensieri, fatica a trovare un respiro che conceda riposo. Una colomba si è posata sul mio davanzale per pochi minuti cercando un 'intesa che non ho saputo restituire. Volando via dove si sarà posata? Avrà trovato il suo, di nido? E io? Dove volo? Dove mi poso? Trovo le tue braccia e mi affido a questo nido, a questo nodo che non vogliamo sciogliere. Nel nodo, è il mio riposo.

Venerdì

Ritrovarsi è respiro che si fa lieve. E' sonno dolce. E' desiderio che si fa tempo presente. Ritrovarsi è tornare uno dopo che si è stati più. Ritrovarsi è movimento consapevole, gesto voluto, intreccio cercato.

Pomeriggio

Il filo aggrovigliato di questo giorno caldissimo, stenta a trovare riposo in un gomitolo. Con pazienza compongo, sciolgo e ricompongo. Con amore adeguo il lavoro delle mie mani a quello dei miei pensieri.

Stamattina

Aspetto il dipanarsi di questa giornata sperando di seguirne il filo con docilità. Giovedì.

Mercoledì finisce

Ho attraversato il ponte? E' stata una giornata caldissima e di respiro faticoso. E' stata una giornata di passi incerti e solitudine. Mi siete mancati tantissimo...come non so vivere. E' stata una giornata di parole pensate e non dette e pronunciate, talvolta, prima ancora di essere pensate. Mercoledì è un ponte che attraverso spegnendo con la luce anche i miei pensieri.

In un momento

Ecco. Provo a seguire una strada che non è la mia. Provo a seguire un tempo che non mi appartiene. Ecco, in un momento cambia l'orizzonte. In un attimo muta il paesaggio. In un battito di ciglia perdo il nord. Seguo. Non traccio. Mercoledì è un ponte che collega due sponde inesistenti.

Mercoledì è il ponte

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Da Lontano Qualche volta, piano piano, quando la notte si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio, e non c’è più posto per le parole, e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno come una perla intorno al singolo grano di sabbia, una lettera alla volta pronunciamo un nome amato per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato. ( P.Cappello)
Piccoli gesti e minuscole attese. La cartina dentro un cioccolatino. Una caramella, e un sorriso, prima delle monete. Pensieri gonfi di tenerezza per immagini che non mi appartengono. Isole da raggiungere con barche incerte. Musica e stelle. Questa settimana sono sola come non sono mai. Riempio l'insolito silenzio della nostra casa con pensieri che fanno scivolare le ore. Preparo la mia notte con una piccola luce a tenermi compagnia. Indosso abiti che profumano un po' di nostalgia. Martedì.

Silenzio

Chiedere in dono il silenzio. Saperlo donare. Ci sono parole che possono essere dette solo nel silenzio della voce e altre che solo il silenzio può sentire. Oggi non è il silenzio, che vorrei regalare. Oggi c'è un abbraccio mancato, una lontananza che vorrei colmare. Con rumore, parole, pensieri frequenti. Oggi non è il silenzio che vorrei in dono. Oggi c'è desiderio. Lunedì.

Giorni

Si cammina sul filo senza guardare giù. Si guada il torrente saltellando, incerti, da un sasso all'altro. Si cade, si inciampa. Ci si rialza. Si respira, si annaspa, si sospira. Si impara a respirare regolarmente. Sorrisi, singhiozzi, lacrime silenziose, canzoni gridate, sussurrate, pensate. Pensieri leggeri e pensieri pesanti. Si vive, si muore, si vive ancora. Giorni e notti. Alba e tramonto. Distanze e abbracci. Perdersi e ritrovarsi. Rotondo. Angolo. Tutto e niente. Sole e pioggia Accade. Anche nel mio cuore.

Nel perdersi si può trovare la strada

Cerco uno specchio dove riflettermi non sia malinconico. Cerco uno specchio per guardarmi e vedermi bella. Ho disegnato un sorriso su un foglio di carta. Labbra rosse. Ho ritagliato il disegno. Lo porterò con me, in una tasca piccola della borsa, in un angolo piccolo del cuore. Lo indosserò quando le mie labbra saranno ferme, per non dimenticare come si sorridere a se stessi. Desidero un "tram scollegato da ogni distanza" che mi porti in un angolo di mondo dove sia il blu a circondarmi. Devo imparare a conservare con cura il ricordo di me. Aggrapparmi alla felicità piccolina che riempie la giornata. Ecco perchè anche stasera farò così... ...Apnea (11.10.2006) Da bambina, quando addormentarmi faceva temere il risveglio, mi veniva in soccorso un sogno. Nuotavo in un caldo, tranquillo, conosciuto mare, illuminato debolmente da una presenza che non ho mai chiamato con un nome. Nuotavo come fossi stata un vero pesce: non avevo bisogno di risalire in superficie
Non si parte del tutto finché non si ritorna. Ho portato a casa, sulla mia pelle salata, un cielo immenso e profondo, un mare da respirare. Ho nel cuore attimi di intense parole, di gesti ritrovati. Ho ferite e medicazioni. Ho colore e vento e sale. Conchiglie e pietre. Chiudo gli occhi. Il profumo della sabbia.

Mare

Domani andrò alla ricerca di un mai dimenticato sogno ricorrente. Cercherò il respiro che non può essere vero. Cercherò la presenza che ho solo sentito al mio fianco. Nel mio sogno avevo branchie invisibili. Domani tornerò ad indossarle? "Là c'è lui, il mare, la più inintellegibile delle esistenze non umane. E qui c'è la donna, in piedi sulla spiaggia, il più inintellegibile degli esseri viventi. (...) Potrebbe avvenire un incontro dei loro misteri solo se uno si consegnasse all'altro: la consegna di due mondi inconoscibili realizzata con la stessa fiducia con cui si consegnerebbero due comprensioni. (...) La donna esita, perché sta per entrare. (...) Il suo coraggio consiste proprio, non conoscendosi, nel proseguire. E' fatale non conoscersi, e non conoscersi esige coraggio. Comincia a entrare. L'acqua salata è così fredda che secondo un rituale le procura un brivido alle gambe. Ma una gioia fatale - la gioia è una fatalità - si è già impossessata d
"...Solo allora vide quanto era misera la sua esistenza. E nel vederne l'altra faccia, ebbe voglia di piagere, lei che, come ho detto, fino ad allora si era ritenuta felice. Uscì dalla casa della cartomante incespicando, e si fermò nel vicolo imbrunito dal crepuscolo - crepuscolo che è l'attimo di nessuno. (...) Macabea era lievemente frastornata, e non sapeva se attraversare la strada o meno, dato che la sua vita era cambiata. Cambiata in virtù di parole -dai tempi di Mosè si sa che la parola è divina. Perfino per attraversare la strada lei era ormai un'altra persona. Una persona gravida di futuro.(...)per lei, che non era già più la stessa, una perdita equivaleva ad un guadagno.(...)All'improvviso, ogni cosa era tanta e talmente piena che le venne voglia di piagere.Ma non pianse:i suoi occhi sfavillavano come il sole al tramonto. A quel punto, scendendo dal marciapiede per attraversare la strada, il Destino (esplosione) le sussurrò rapido e avido:ecco, ci siam
Non posso chiedere. Non posso piangere. Non posso dire. Non posso immaginare. Non posso sperare consolazione. Non posso telefonare. Non posso scrivere senza che me ne venga chiesto conto. Non ho spazio. Non ho tempo. Non ho lacrime dette. Solo ingoiate. Anche a febbraio è stato così. So dove voglio andare. Dove voglio arrivare. So anche quale strada prendere per riuscirci. Non posso pretendere. Non posso elemosinare. Non posso mollare. Non posso cadere. Non posso cedere. Non posso andare. Troppo. Voglio un abbraccio. Adesso.

15

Piove. Fuori e dentro di me. E' appassito il mio giardino. E' tornato il deserto. Il silenzio tornerà. Ricomincio dalla pioggia. Come sempre. Ricomincio a coltivare il mio giardino circondato da un deserto che mi fa male, che mi dà sete inconsolabile. Ricomincio dal rumore della pioggia per non lasciare entrare il silenzio che non voglio.

14

Cammino sul filo, le mani in tasca. L'equilibrio lo trovo respirando pianissimo, lentamente. Pedalo veloce, sotto un improvviso scroscio di pioggi calda. Bagno un vestito troppo largo per la bicicletta e capelli che non mi somigliano. Per un attimo lascio il manubrio e allargo le braccia, alzo il viso alla pioggia. Non cado. Non cado.

Domenica

Ascolto una canzone con un fruscio che la rende tollerabile e non riesco a scrivere le parole che ho. Distacco. Ha confini precisi, questa ferita che ci siamo contagiati senza dividerne il dolore? Ha limiti tracciati, questa inevitabile mancanza? Stasera non riesco a scrivere. Posso solo ascoltare una canzone intollerabile che mi consola.

Sabato

Una bella giornata nasce da semplici alchimie. Da uno spruzzo di acqua rarefatta che bagna il volto e arriccia i capelli. Una giornata bella e' una passeggiata lenta, un passo dopo l'altro, una mano sfiorata, un sonno fiducioso. Un giorno pieno di sole, di acqua turchese come occhi che non lo sarebbero se non fossero tanto amati, di vento e vele veloci. Di canzoni che parlano di te. Tutte. Di parole, tante, e di emozioni lasciate libere di scivolare dal cuore alle labbra. Una giornata bella regalata e conquistata. Due cuori, due menti, due sguardi, due bocche. Due. Una destinazione

Venerdì

Al rallentatore. Le mie dita sulla tastiera, i miei movimenti del primo pomeriggio. Gli occhi pesano. Come i pensieri che non riesco a seguire. Avrei necessità di un linguaggio nuovo. Vorrei non perdere un attimo di questi giorni. Fermarli tutti. Sarà così. Diventeranno lo sguardo dei momenti distratti, i pensieri prima dei sogni, il movimento di una mano che ne cerca un'altra. Diventeranno peso e poi leggerezza. Saranno lacrima che diventerà sorriso.

Giovedì

Camminare al buio vuole la pazienza. Perdersi vuole il coraggio di cercare. Inciampare chiede di rialzarsi e scansare il sasso. La luce può illuminare e nascondere. A volte servono altri occhi, per vedere. La leggerezza richiede volontà. L'ottimismo vuole consapevolezza. I desideri chiedono di superare i confini. La tenerezza cerca un abbraccio. La passione, uno sguardo. I pensieri cercano spazio per muoversi senza peso. Io ho peso e spazio, confine, consapevolezza e volontà. Ho desideri e tenerezza. Paura e altri occhi per vedere. Posso spostare la mia luce per illuminare lati differenti. Posso cadere e trovare un aiuto per scansare il sasso. Posso perdermi e ritrovarmi. Tutto questo è solo il quotidiano vagare. E' il tentativo di respirare con il cuore. Tutto questo è privilegio ricevuto in dono. E' il mio giovedì.

Mercoledì

Non bastano le parole. Non bastano i pensieri. Non bastano i gesti. Vorrei le parole, i pensieri, i gesti. Vorrei possedere occhi capaci di raccontare. Vorrei un cuore capace di farsi grande abbastanza per avvolgere un cuore. Vorrei che l'apparenza non fosse realta' e la realta' fosse apparenza. Ho dato dolore per trovare leggerezza e respiro. Vorrei portare il tuo peso e donarti il mio respiro.

Martedì

Sono già pronta per il primo maglione. Voglio foglie colorate e odore di muschio e castagne. Voglio la nebbiolina delle Fonti. Mi manca tanto la maglia che metto sempre e che vorrei indossare anche oggi. Sono pronta per il cappotto. Arrivasse almeno un temporale e portasse odore di terra bagnata ed erba ristorata... Martedì è un giorno senza segni particolari e se anche li avesse sarebbe troppo caldo per notarli. Però. Starò qualche minuto in più sotto la doccia fresca e mi sentirò privilegiata. Leggerò parole che daranno aria alla mia mente e al mio cuore. Avrò pensieri freschi e senza peso. Sto provando a pensare di meno e a ricordarmi di essere felice.

Lunedì

Potrebbe essere un giorno pesante, ma ho deciso che sarà lieve. Riempirò questo giorno di pensieri lontani, di altrove, di qua e ora. Giocherò questo giorno come una scommessa per ritrovarlo stasera e poterne sognare prima di dormire. Potrebbe essere un giorno di mancanza, ma ho deciso che lo riempirò di pensieri e di divertenti tormenti. Potrebbe essere un giorno di fatica, ma ho scelto di farne un giorno di sorrisi a piene mani. E poi domani sarà già martedì!

Domande

E' possibile essere saggiamente folli? Lucidamente pazzi? Consapevolmente fuori di senno? Si può essere tutto e il contrario di tutto e sentirsi comunque bene? Si può essere in vacanza mentre le incombenze più noiose gravano i giorni? Si può credere alla magia ed essere assolutamente razionali? Si può sognare in stato di vigile consapevolezza? Si può essere due e sentirsi uno, ma più grande, più pieno, con meno confini certi? Si possono percorrere strade parallele che s'intersecano? E' vero ciò che guardiamo? O è reale ciò che pensiamo? E se invece di tante domande, vivessi e basta?
Ho trovato la mia casa tra parole che profumano di sale e che si posano lievi. La mia destinazione incerta si disseta di parole che si librano portate dal vento che oggi ha schiarito il cielo e i contorni delle montagne. Un sussurro nel cuore. Un bisbiglio impercettibile. Un desiderio cui abbandonarsi. La mia casa è dove il mio cuore si posa sorridendo.

In un posto fuori dal mondo

E' lì che vorrei andare. Dove il tempo si possa fermare. Dove affacciandosi alla finestra si vedano movimenti lenti e consapevoli e leggeri. In un posto di cielo trasparente e aria sottile. Dove il verde possa distendersi e i colori confondersi. Cercherei un prato e mi sdraierei sull'erba. Sentirei la terra. Guardare il cielo. Per ore. Le nuvole che mutano e svaniscono, la luce che diventa discreta. In un posto fuori dal mondo, per un tempo che non sia di questo mondo.

Il cuore di Macabea

Macabea ha perduto un pezzo del suo cuore. Macabea ha il cuore in piccoli pezzi scomposti. Ne manca uno e gli altri non sanno piu' stare insieme. Macabea pensa che dovrebbe partire, per un po'. E io non so cosa risponderle...

Temporale

Ancora una volta l'aria è diventata colore del cielo. Grigio ovunque, ma grigio rotondo e cupo e pieno che si poteva toccare e che faceva il verde degli alberi ancora più verde. Poi si è alzato il vento e si sono piegati i rami, le foglie, i panni stesi. L'acqua sembrava sparire nel vento, era solo rumore sui tetti. Era solo il profumo della prima pioggia estiva. Ancora una volta il profumo del primo temporale ha portato via l'odore dell'inverno. Anche nel mio cuore sembra cercare posto un temporale. Mille sono i colori che lo gonfiano. Forti i venti di contrastanti umori e differenti sentire. La ragione sembra volare nell'altrove che soffia forte. Anche nel mio cuore, cambiano le stagioni.

7:05 primo caffè

Appoggiata al balcone guardo la strada. Appoggio il mento sul braccio e guardo senza vedere. Passanti distratti, cani di corsa, qualche bici, un giardiniere mattiniero. L'aria è ancora fresca e intirizzisco. Servirebbero altre braccia a riscaldarmi. Le montagne, stamattina, non riescono a dare confini al cielo. E neppure ai miei pensieri. Non riesco a scrivere molto, in questi giorni. Forse perché sto bene. Non riesco a trovare le parole per queste, di pagine. Le mie parole, come i miei pensieri, vanno dove vogliono senza che io possa dar loro forma o direzione. I miei pensieri, come le mie parole, trovano meta altrove. Il giorno che tornerò qui per restarci, forse, non sarà un giorno felice, per Macabea. Il giorno che tornerò qui di passaggio, spero, sarà un giorno felice, per me. Altrove Andiamo via, creatura mia, via verso l'Altrove. Lì ci sono giorni sempre miti e campi sempre belli. La luna splende su chi là va

Ascolta

Io mi prendo nelle notti Le rose della tua bocca Che nessun’altra ci beva. Quella che ti abbraccia Mi deruba dei miei brividi Che intorno al tuo corpo io dipinsi. Io sono il tuo ciglio di strada. Quella che ti sfiora Precipita. Senti il mio vivere Dovunque come orlo lontano? Else Lasker-Schüler

Domenica pomeriggio

Le mani nella terra, le mani che si screpolano e prudono un po'. L'odore della terra mossa e di quella che ha finito il proprio ciclo. Cerco di dare un ordine ai rampicanti, ma in realta' mi piace che scelgano la strada che preferiscono, nel mio piccolo terrazzo. Sposto vasi e taglio rami secchi. Le mani, nude, ben sporche. Il cuore, nudo, che canta sottovoce. La mente, nuda, che sparpaglia pensieri e li fa arrivare fino ad acque sconosciute, fino a visi scaldati da un insolito sole, fino ad altri pensieri ad incrociare i miei.

Mancanza

La mancanza non è il vuoto. E', anzi, la consapevolezza della pienezza. Sentire la mancanza è toccare i propri confini e trovarli solo dove si toccano con i confini dell'altro. La mancanza è percezione sottile e acuta di ciò che si è, di ciò che si può dare. E' precisa definizione dei desideri. Di quelli già compiuti, di quelli solo espressi, di quelli neppure formulati. Voglio continuare a vedere la mancanza, perché il giorno che non sarà più così avrò perso interesse e speranza. Oggi la mancanza assomiglia ad un vuoto. Di parole, di presenza. Di gesti attesi. Oggi la mancanza è attesa affacciata sul cielo grigio e su un cuore troppo al freddo per correre.

Domande

Come trattenere senza costringere? I ricordi, gli attimi, le persone? Come tacere per trovare le parole che si vorrebbero dire? Come sentirsi dentro nello stesso momento il sole e il temporale? Come posso capire? Voglio capire? Come non scendere da quest'altalena che mi porta in alto e che vorrei fermare mentre sale? Cerco una mano da stringere per non cadere e vorrei saper camminare da sola. Ho incontrato una mano e non voglio lasciarla. Ho incontrato una mano e vorrei non smettesse di stringere la mia.

1

Inizia a piacermi, tanto, il numero 1. Porta con se attesa, sorpresa e calore.
S vegliami, ti prego, succede ancora d’implorare in un sogno a questa tenera età, aiutami, fa’ che non sia vera l’oscena materia del buio. Sfiora allora davvero una mano il mio corpo assiderato e di colpo so d’averti chiamata e che non saprò più niente. (G.Raboni)

Sono stata meglio di così

Sono stata meglio di così. Ma anche peggio. La mia sete di parole non è stata calmata. La mia fame di gesti tanto banali da commuovere non è stata saziata. Il desiderio di stringere qualcuno non ha trovato consolazione. Però questi sono giorni confusi tra sorrisi e incertezze e li voglio vivere tutti. Senza domande che non siano sciocche, senza parole che non siano ancora adolescenti. Però questi sono giorni di inaspettati tremori e capriole del cuore e li voglio vivere per come vengono. Senza paura e senza saggezza. Sono stata meglio di così. Ma anche peggio. Starò bene. Definitivamente.

Mi sento bene

Non riesco a trovare parole da scrivere in questo spazio nascosto. In questi giorni le mie parole volano altrove, come i miei pensieri, portate e sparpagliate dal vento, dalle nuvole che corrono, dalla pioggia di un cielo mutevole. Arriveranno a destinazione? Troveranno la strada per lasciarsi cadere là, dov'è il loro posto? Indipendenti da me, le mie parole, i miei pensieri, la fantasia, i sogni nel dormiveglia, vivono di vita propria e mi riempiono di subbuglio sorridente. Mi sento bene.

vado a memoria

...e invece come un ladro come un assassino, vengo di giorno ad accostare il tuo cammino per rubarti il passo, il passo e la figura, e amarli di notte quando il sonno dura. E amarti per ore, ore, ore e ucciderti all'alba di altro amore. E amarti per ore ore e ore e ucciderti all'alba di altro amore. Perchè l'amore è tutto carte da decifrare e lunghe notti e giorni per imparare...

Giorni

La sensazione che accompagna i miei giorni sempre tanto confusi è libertà leggera. E' come se la farfalla volesse liberarsi dal suo bozzolo. Come se la foglia nuova spingesse per far cadere la gemma che la chiude. Il precario equilibrio che muove i miei passi incerti, trova indirizzo nel sentimento piccolino che dà voce al mio respiro. Mi sento un po' più libera. E, di conseguenza, più leggera e perfino più bella! Mi scopro a sorridere piano piano. Mi sorprendo in pensieri che corrono veloci come il cielo di questi giorni: mutevole e vivo. Mi sento libera da me.

Assenza

Sfioro l'assenza e lascio che copra il mio cuore e lo renda veloce e pesante. Cerco tracce tanto lievi da sparire in un sospiro. Ascolto fiato che arriva senza respiro. Guardo sbirciando e vedo solo il silenzio che stasera mi accompagna.
Molta follia è divino buonsenso per chi sa vedere. Molto buon senso, completa la follia. Ma è la maggioranza che prevale, in questo come in tutto il resto. Acconsenti? Sei sano di mente. Obietti? Sei pericoloso, e certo si farà bene a incatenarti subito. (E.Dickinson)