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Visualizzazione dei post da giugno, 2019
Macabea, da alcuni giorni, parla poco. Perché le fanno notare che la sua voce arriva con il tono sbagliato, le parole sbagliate, i gesti sbagliati ad accompagnarle. Prova a limitare la sua voce allo stretto necessario per non infastidire chi è costretto ad ascoltare. Non ha che la sua voce, le sue parole, i suoi gesti. E non ne desidera altri. Non vorrebbe nemmeno orecchie differenti ad ascoltarla. Solo orecchie che non pensassero di sapere già cosa ascolteranno. In passato hanno detto a Macabea quello che era, ma lei non era quella che raccontavano. Gli anni le stanno portando la consapevolezza del suo tratto, della sua voce. E se a qualcuno questi tratti e questa voce non piace, lei non cambierà. Non impone la sua presenza, Macabea. Tace. E si muove nei gesti quotidiani e soliti. Quelli indispensabili nonostante il caldo che non le piace e la rende insofferente a tutto ciò che non è necessario. Non lo so se il silenzio è apprezzato. Non capisco nemmeno se sia stato colto per qu

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 23

I giorni sono diventati settimane e le settimane si sono trasformate in mesi. Non in un soffio o in un battito di ciglia, piuttosto in un respiro trattenuto tanto a lungo da battere qualsiasi record di immersione. Il silenzio di questo non luogo è stato riempito da pensieri come sempre sconnessi, confusi; troppi. Il tempo di oggi, è tempo sottratto al dovere, tempo che non ho e che mi prendo con il proposito di tornare a farlo con la regolarità che serve alla cura. In questo caso la cura di me. Lasciare che sbiadiscano i contorni che altri mi disegnano sulla pelle. Trovare il mio tratto e pronunciarlo con consapevole fierezza. Concedermi regali minuscoli che nessun altro noterà. Raccontarmi dove la voce suoni come desiderata. Gentilezza. Resilienza. Tenacia. E poi smettere di pensare che il miracolo accadrà e diventare il miracolo di me stessa. Detto questo, sono pronta per un nuovo autunno.