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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

Colleziono briciole

"Abbandonati alla fiducia", è stato il messaggio del mio calendario dell'Avvento di questa giornata senza luce. Un messaggio caro come può esserlo solo quello che arriva dal cuore al cuore. Un canto di lode sussurrato. Indossare un sorriso faticoso e provarci, cadere e riprovarci. Un dono inaspettato. Stringo il piccolo sasso bianco che mi ricorda il mio nome. Abbraccio questo senso di stanchezza infinita, la solitudine che mi riempie e svuota. Raccolgo briciole di speranza, le colleziono con cura paziente.

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 30

Non rinuncio al bacio prima del sonno. Mi ripeto che hai bisogno di tenermi lontana e alzare muri per diventare l'uomo meraviglioso che sarai. Colgo come dono prezioso ogni nostro sguardo complice di un comune sentire di genere: tra donne non servono molte parole e, quando invece ci sono, possono essere tante fino a travolgere. Non rinuncio ad aspettare una risposta romanticamente banale a un mio gesto altrettanto banalmente romantico. Cerco un grazie a sostituire la supplica. Mi alzo con il buio per vedere la luce arrivare. Contemplo distratta cercando il vento leggero che apra i miei sensi e li renda grembo capace di accogliere e fiorire. Provo maldestramente a non ascoltare il freddo che mi trema nel cuore, a non posare lo sguardo sull'assenza. E attendo.

Gesti piccoli

L'amore è nei piccoli, costanti, apparentemente insignificanti gesti di ogni giorno. Capita però che arrivi l'eroe di un solo gesto, di un giorno solo, e il quotidiano sbiadisce e diventa scontato, dovuto, un po' noioso. Eppure continuerò a intrecciare i miei piccoli, costanti, ripetuti gesti quotidiani: alzarmi per prima la mattina e preparare la tavola con cura per la colazione, il bacio prima del sonno, la biancheria stirata, la merenda fatta in casa anche ora che siete quasi grandi, e tanti altri gesti che non fanno rumore. Chi li nota? Non hanno bisogno di essere notati per continuare a compiersi. Il gesto dell'eroe, ne ha bisogno. La differenza è tutta qui.

"Una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo" (Apocalisse 2:17)

Respiro. Accarezzo, stringendolo tra le mani, un piccolo sasso bianco. Ho sempre amato le pietre, i sassi. Ne conservo molti. Solo ieri sera credo di averne compreso il motivo. E' il desiderio di appartenere a qualcuno che conosca il mio vero nome e lo custodisca con un amore che è più grande di ogni caduta. Respiro e mentre penso al mio nome che ancora non conosco, penso anche al libro che sto leggendo e che proprio ieri raccontava di un nome negato. Nessun incontro è per caso.

Piccoli esercizi di felicità quotidiana.29

Quando i giorni diventano un gioco duro da affrontare, si inventano mosse ben conosciute a cui affidarsi. Allora si manda un messaggio a un fratello lontano solo sulla carta geografica; il fratello che si credeva perduto e che invece è tornato e che capirà anche il mio tacere. Si racconta a un'amica di quanto possa essere detestabile non riuscire a ignorare il proprio sesto senso perché solo lei potrà dire "non ascoltare e stupiscilo" e poi accogliere il mio "sono troppo stanca". Con un'altra amica si condivide il sollievo di una scelta finalmente arrivata in porto, perché il desiderio di dormire fino al compimento di tutte le scelte che non dipendono da noi ma che ci coinvolgono più delle nostre è lo stesso, e se i sogni sono diversi possono comunque comprendersi. Ci si ritaglia angoli minuscoli di tempo rubato con la lievità di uno sguardo per me impossibile altrimenti da trovare e che non riesco a imparare. Soprattutto si apre il catalogo online dell

Ci si racconta favole

E' stato come aprire gli occhi in piena notte e accorgersi di essere ben svegli. Si vorrebbe tornare a dormire ma ormai sembra impossibile. Ecco. Mi sono raccontata una favola bella e non so per quale motivo mi sia, da sola, svelata la verità. Ho amato per tanti anni il ricordo di una nonna che non ho avuto. Probabilmente ho amato il suo ricordo più di quanto abbia amato lei, perché quando era con noi non mi chiedevo se e quanto l'amassi: c'era; amore compreso. Ho conosciuto una nonna malata, fragile, sempre presente con una discrezione rara. Una nonna che era come l'impronta che ha lasciato sul divano che occupava solo lei. Una nonna preziosa più dei fili che intrecciava ma, forse, non nel modo in cui l'ho raccontata alla mia memoria: mi sono raccontata la nonna che avrei voluto e che lei non era.  Con la mia nonna non ho ricordi di giochi, passeggiate a prendere un gelato, chiacchierate confidenziali. Tutto questo, e molto altro, lo stanno vivendo i miei
Quante volte può venire ferito, un cuore, prima di essere irrimediabilmente spezzato?