Parentesi

Il silenzio di questa enorme città, ascoltato dalla sua periferia, ha qualcosa di irreale.
Ieri, in una piazza affollata di sole e turisti, il vagito di un neonato è stato il primo suono che mi ha raggiunta.
Cresce il desiderio di trasparenza, di intangibilità.
Non voglio sentire, non voglio ferire. Voglio attraversare gli spigoli senza traccia di lividi.
Solo i bambini hanno vita che può essere toccata. Solo i piccoli possono toccarti e restituire vita, corpo, realtà.
Il mio corpo è ormai inutile alla vita.
I miei piedi non lasciano tracce, la mie dita toccano senza lasciare impronte.
Illusione.
Tocco e sono toccata e vivo e sono vissuta.
La lucidità di se stessi è la ferita più profonda.
"La freccia del tempo"...La mia è tracciata davanti ai miei occhi con inevitabilità rassegnata.
Illusione.
Continuo a sognare, a lacerare la mia pelle e spezzare le mie ossa nell'attesa di essere altro. Di riconoscermi come quella che vorrei vivere.
Sentieri tortuosi e respiro affannoso.
A volte vorrei essere davvero capace di lasciarmi morire. E invece c'è questo ostinato respiro a impedirmi di cadere a terra e non rialzarmi più.
Immaginazione, sogni, mondi paralleli.
Un universo intero di appigli fragili e indistruttibili.
Da sempre. Per sempre?
Trasparenza come leggerezza.
Trasparenza come attitudine all'altrove che diventa qui, ora.
Trasparenza che rende possibile un sorriso al cielo grigio, che rompe le nuvole.
Tornerò a sentirmi inevitabilmente felice.
O crederò di esserlo.

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