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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

Esercizi di piccola felicità. 3

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Il sorriso in un libro

Esercizi di piccola felicità. 2

Capita di rado. Quando si riesce a combinare in una sorta di puzzle tutto ciò che riempie le nostre giornate. E poi siamo diverse, con percorsi diversi che si sono incrociati grazie ai nostri figli. Lasciati a casa i ruoli che ci hanno fatto incontrare, ci regaliamo alcune ore di allegria leggera e un po' sciocca; di confidenze preziose e inaspettate; di contaminazioni di interessi, letture, cinema, stupore, attese e speranze a volte rimaste troppo tempo nel silenzio. Ho dovuto aspettare a lungo, sentirne la mancanza, diventare quasi più che grande, per sentire come mio l'abbraccio che solo le donne tra donne sanno dare.

Esercizi di piccola felicità. 1

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Un vestito che mi piace tanto. I capelli corti che alleggeriscono i pensieri. Un risveglio di inaspettato piacere. Oggi sono bella. E lo dice la mia pelle, lo dicono i miei gesti consapevoli, le labbra schiuse in un sorriso che gioca con gli occhi.  Sono bella per i pensieri che distraggono la mia mente da quel che dovrei fare e che invece farò domani.  Imparo a essere bella. Sono bella. Domani chissà.
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Negli ultimi due mesi hanno cercato di ucciderci. Dovrei dire "ha". Ha provato con ogni mezzo che immaginava possibile a impedirci di lavorare, chiedendo a un giudice di farci chiudere "inaudita altera parte". Abbiamo dovuto presentare una memoria difensiva, cercare l'aiuto di chi poteva conoscere i fatti, presentarci in un tribunale. E attendere. Senza respirare e con il cuore che non sapeva quale ritmo tenere nel suo battere. E nell'attesa continuare a lavorare, a rispettare impegni e scadenze, festeggiare il compleanno di F., vivere, in qualche modo. Abbiamo atteso come sospesi in un limbo doloroso e asfittico. Poi dalle nostre finestre è entrata l'aria della primavera. Basta una telefonata, a volte, e una sentenza favorevole oltre ogni aspettativa e che ancora è appesa dietro di me, perché ancora fatico a realizzare che ho ripreso a respirare, che ho potuto smettere di prendere le odiate pastiglie che mi hanno consentito di non crollare sotto