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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Eppure

Macabea si è perduta o, forse, non è mai stata tanto presente a se stessa come ora. Il risultato è il medesimo: l'impossibilità di dire; la consapevolezza di non possedere le parole che le servirebbero per tradurre i pensieri, lucidi e dolorosi, delle ultime settimane, degli ultimi mesi. E poi c'è il pudore segnato dal senso di colpa. Perché se tutto il mondo si ferma, se c'è una fila di camion militari a portare i troppi morti lontano dalle proprie case e dai propri cari, allora come si può dire lo sgretolarsi del proprio piccolo mondo? Macabea pensa di aver perso tutto quello che teneva in piedi il suo camminare. Ha perso la protezione di un padre, l'abbraccio di un compagno, Dio. E in tutte queste perdite, ha trovato l'insicurezza di saper proteggere i suoi figli, i suoi genitori, la sua famiglia. Eppure mai come ora Macabea avrebbe bisogno di dire; anche di inventare un altrove lontanissimo per dare respiro a pensieri che respiro non ne trovano più. Eppure.

Fine settimana

Aria Soliloquio Implodere Oooommmmmmmm UnoDueTreQuattroCinqueSeiSetteOttoNoveDieci Mille Sfiorarsi mai "Ho un trauma da superare", dici. Tutto in pezzi un'altra volta Nessun abbraccio a sostenere Auto Strada buia Urlare fino alle lacrime Asciugarle Tentare un sorriso Rientrare Fammi sparire Aprire gli occhi al mattino Richiuderli Libri, libri, libri Deserto intorno Dentro il buio senza tempo Aria Asfissia Non basta?