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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

Piccoli esercizi di felicità quotidiana.27

La poesia che sorregge. I libri in cui perdersi. I messaggi delle amiche ad alleggerire i pensieri. La prospettiva, per il prossimo rientro, di una colazione con chiacchiere e caffè. L'attesa per l'ouverture più bella di tutte, nella cornice più bella di tutte e con le lacrime pronte nella tasca del cuore. "Le mie mani mantengono stelle, Afferrò la mia anima perché non si spezzi La melodia che va di fiore in fiore, Strappo il mare dal mare e lo pongo in me E il battere del mio cuore sostiene il ritmo delle cose." (Sophia de Mello Breyner Andresen)

Il borgo. William Faulkner

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"Era una grigia giornata colore sostanza del ferro, una di quelle giornate senza vento, di una plastica rigidezza troppo morta anche solo per produrre o rilasciare neve, una giornata in cui perfino la luce non subiva mutamenti ma pareva uscire, all'alba, tutt'intera dal nulla e sarebbe spirata nel buio senza gradazioni" In alcuni libri si entra in punta di piedi. Ci si lascia avvolgere con la lentezza di parole e linguaggi e tempi dimenticati dalla brevità dei nostri giorni e dei nostri tempi. Poi s'inciampa in una frase perfetta, si sorride e ci si mette comodi: sospesi tra il desiderio di leggere e quello che il racconto non finisca mai.

"Sperare, intendo"

Compilo liste disordinate e rigorose. Riempio i minuti concedendo, in questi giorni di non vacanza, ampio e vitale spazio alle pagine di un libro. Compilo liste e costruisco rituali. Puntello i giorni, freno i pensieri. "Che pena. Sperare, intendo. E' la pena di chi non sa rinunciare". Eccomi. Faccio mio il pensiero illuminante di Calvino e se non mi rassegno alla rinuncia, provo a rassegnarmi alla pena, perché rassegnare libera, toglie i sigilli a qualcosa che sta stretto, e perché rinunciare alla  pena della speranza sarebbe come rinunciare a me stessa. Compilo liste, costruisco rituali, mi rassegno alla pena di continuare a sperare. Braccia spalancate e passi incerti a cercare di non perdere un equilibrio che forse già si è perso. Forse sto precipitando e non me sono accorta. O forse sto volando.

Stasera, altrove

Quanti respiri si trattengono tra un pensare e un non fare? Quanti pensieri si chiudono in un cassetto la cui chiave non si può perdere, tanto è ben custodita? Quanti passi prima di arrivare in cima, la luna che sorge da una parte, il sole che tramonta dall'altra? Quante sere a sentirsi sempre un po' fuori posto, un po' lì per sbaglio? Quante le parole non dette ho ascoltato e quante non ne ho pronunciate perché potessero essere ascoltate? È un'ultima sera tra tante. Un po' di malinconia, il desiderio di parole sotto la luna, davanti al profilo scuro delle montagne. Il silenzio di questo non luogo stasera è ciò che non vorrei. È quello che ho: mi abbraccio. Sono qui. Resto qui.

Si va

Giorni di sole e mare, di affetti divertiti e divertenti, di pigrizia assaporata come dono raro. Giorni di carezze e tentativi di sentirci vicini. Giorni di pensieri che spezzano il respiro e il cuore. Giorni di lavoro intenso per poter dire, oggi, adesso, Buone Vacanze.