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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010
Nessuno bussa alla mia porta, che pure e' leggera come carta. E il mio telefono suona di rado. Scambio parole che restano sospese tra gli aliti e cadono al primo respiro. Se la pesantezza dei pensieri mi sommerge è anche perchè vorrei una mano da stringere per uscire da me e invece mi viene offerta una lente di ingrandimento per meglio vedere la scalinata infinita ai cui piedi mi trovo. Sono il nulla. Peggio: sono il peso assoluto. E sono incapace di sopportarlo. E se qualche trillo scuote il mio telefonino è per ricordarmi del mio sì desiderato e mai più pronunciato.
L'una. Aspetto ancora qualche minuto e poi andro'. Un piccolo tuffo e per un'ora ci sara' solo acqua, musica e corpo. Un'ora per non pensare e lasciare andare a fondo tutta la zavorra della settimana. Vorrei fosse vero...
"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." (Primo Levi, Corriere della sera , 8 maggio 1974).

Ok

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Odio questa sensazione di inutile malessere. La nausea che mi prende per non saper gestire una vicenda tanto banale. Non voglio decidere perchè non posso farlo. Quello che voglio non ha importanza. Conta quello che si decide di poter fare. Conta il non perdere tempo, energia e serenità. Conta il sentirsi in colpa e il trovare la capacità di non recriminare mai. Conta non dover tenere la mente occupata in antipatiche banalità. Conta non dare importanza oltre il giusto a pensieri che non ne hanno. Conterebbe la leggerezza che non abbiamo e la capacità di parlarsi senza ferirsi. Mai più post come questo. Ok

Ghiaccio

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Foglie che sembrano decorate dalla mano sapiente di un pasticciere. Alberi immobili sotto il bianco del ghiaccio. E lo spettacolo più incredibile, le ragnatele: improvvisamente visibili e bellissime e fragili come sempre. Non riposo bene, queste notti. Vorrei che il ghiaccio fermasse anche i miei sogni.

Vorrei parole

Vorrei parole per tacere con pienezza. Vorrei parole da ascoltare in silenzio, da assaporare lentamente, da pronunciare con completezza. La nostalgia che mi accompagna, oltre a quella per te, è di parole che mai ho possedute. Il desiderio che mi sostiene, oltre a quello per te, è per parole che ho solo potuto sfiorare. Vorrei parole solo mie da condividere con consapevole fierezza. Vorrei parole da trattenere sulle labbra e altre incapaci di arrestarsi. E vorrei gesti conseguenti e un passo a ritmo dei pensieri che esse traducono. Vorrei parole. Tante.

PJ

Con questo nella testa
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Una piuma ha sfiorato il mio cuore e si è posata tra le mia braccia. Non mi apparteneva e l'ho restituita.

Buon Compleanno

Ti siamo venuti a trovare affidando al più piccolo il compito dolce di sfiorarti con un bacio leggerissimo. Il pensiero del tuo compleanno mi ha accompagnata con tenerezza struggente in questo inizio di anno così poco sereno. Mi ricordo il tuo profumo come se lo avessi addosso. E la sensazione della tua pelle sottile e ormai vuota di sostanza, come se avessi finito ora di accarezzarla. Mi manchi tanto. Non ero mai sola finchè eri tu. Proteggo la tua presenza nel mio cuore parlando di te a chi amo. Ma mi manchi tanto. Ti voglio tanto bene, nonna.

Perché

Una pista di ghiaccio in una piazza bellissima. Vorrei che il primo giorno del 2010 fosse questo. Il castello profilato da luci, la stella sospesa e i bambini gelati e felici. Noi soprattutto gelati. E' nato un bambino in questi primi giorni. Ho preparato per lui la carrozzina che è stata dei miei bambini. E ho pianto. Tanto. Sentimenti contrastanti, nelle mie lacrime. Perchè vorrei essere completamente felice per questo nuovo arrivo, perché mi sento in colpa nel desiderare tanto qualcosa che ho già e, tra l'altro, splendidamente. Perché questo dolore mi rende insopportabile, perché mi sento sola e faccio di tutto per esserlo. Voglio un altro figlio per le più svariate ragioni. Per egoismo. Perché camminare nel mondo preceduta dal mio pancione mi ha regalato un'identità e un ruolo che non ho più avuto con tanta chiarezza e tanta fierezza. Per ottimismo. Perché penso che un bambino sia sempre il più bel regalo che possiamo fare al mondo. Per solitudine. Perché io, ch