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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Sabato

Il profumo della torta al burro appena sfornata, pronta per la colazione di domani. I due narcisi bianchi in una bottiglia diventata vaso al centro del tavolo. Il frigo con le foto. La credenza rossa. Fino a poco fa le voci e le domande. "E se fossimo il sogno di qualcuno? Se fossimo tutti dentro al ds?" "Sobbemolle!" Le lacrime perché " è bellissimo, mamma, bellissimo! ma tanto triste" alla prima visione del Romeo e Giulietta. Il terrazzino che riprende vita. La consapevolezza della propria inadeguatezza e il desiderio di lasciare impronte di sorriso e fiducia. "Non mi capirai leggendo un libro." Adesso il silenzio. Qualcuno già sogna. Vorrei entrare nei vostri sogni e renderli vivi

Aspetto

Giro. A vuoto. Parlo. Da sola. Da sola mi consolo. Da sola fingo di non venir ferita da una parola banale lasciata cadere con noncuranza. Sono di vetro. Mi scheggio. Mi taglio. Non so andare in frantumi e questo è il mio dolore. Mi regalo le parole che vorrei, rubandole a chi le ha scritte per altri. Chiudo gli occhi e provo a cercare un altrove di leggerezza e di sole. E poi arrivo qui. Nel silenzio più ridondante. Perché abitare qui vuol dire non avere braccia a circondarmi. Perché abitare queste pagine bianche e imbrattarle di brutte parole vuol dire non poter dare una voce ai miei pensieri, non avere orecchie per consolarla. Passano gli anni. Non passa nient'altro.

Ricevere in dono parole così...

S e ti desidero contro ogni ragione se in te cerco il mio rifugio se designo con il tuo nome nostalgia e bramosia e penso che era ieri quando noi giungemmo a noi se sono tutto impigliato nel mio amore e tutti i miei desideri migrano verso di te che cosa ci sar à mai di irrazionale se ora non diciamo a noi, ma alla ragione: resta pur sola. (Thomas Brasch )

Sei ancora qui

Il mondo del mio oggi è colorato di azzurro e della magnolia che esplode sfiorendo per non oscurarci con la sua bellezza. Il mio mondo di oggi ha le voci di tanti bambini sporchi di erba e terra e sassi che si infilano nelle scarpe. E nelle tasche. E poi c'è il ricordo di quel giorno. Quando il nostro cielo si è arricchito della tua compagnia e ha lasciato noi un po' più soli. Ma c'è il tuo profumo nel mio naso, il tuo abbraccio intorno a me, la tua voce nel mio sentire. Ci sei tu nel mio cuore e nelle parole che ti raccontano a chi non puo' ricordarti.

Ponte

Ecco. Lascio aperte le finestre e sento gli uccelli e i profumi dei pranzi dei vicini. Lascio che le finestre aperte mi portino il desiderio di un tepore che è appena iniziato. Poteva essere un giorno diverso? Poteva essere il giorno di gesti diversi? Ha un senso chiederselo? O non è già tanto il poterlo respirare, questo giorno? "Ma si può anche vivere nella vita d’ogni giorno, il grigio calmo giorno, piantare patate, rastrellare foglie e raccogliere rametti, ci sono tante cose a cui pensare al mondo, a tutto non basta la vita di un uomo. " E ci si può lasciar riempire il cuore da una musica nuova, semplice come la primula sul mio terrazzo, e come quella colorata da immagini che sono solo mie perché sono di tutti. "Ho il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te". E si può desiderare di regalarla, questa canzone. Mercoledì. Il giorno ponte. Quello

Copio e incollo

La prima foto di Dio Questo era il mio aspetto dopo quel primo giorno. Io, solo con le mie pietre di pietra, Io, solo con i miei venti di vento. Era il giorno in cui ero ancora felice, la terra ancora deserta e vuota, solo più tardi ho creato gli alberi, gli animali, l’esercito e quel fotografo. Spesso ho nostalgia del giorno in cui l’ho fatto, lui per primo. Lui e io, insieme nella mia creazione, io con la mia giacca viola tra i venti di vento, lui con il suo occhio come uno specchio sulle mie pietre di pietra, e nient’altro. (Cees Nooteboom )

Indicativo presente

Il verbo amore regge solo l'indicativo presente. Se posso dire " ho amato" è perché ancora amo. L'amore cambia veste e colore, ma non lascia il cuore e i pensieri di chi conosce. Se voglio dire "amerò" è perché già amo. Il desiderio di amare è amore. E basta a se stesso. Abbraccio il mio pensarti di sempre, il battito del mio cuore di oggi e il desiderio di te.

Primavera

Non ci sono verbi al congiuntivo condizionale, oggi. Oggi splende il sole. E' primavera. Cammino sulle mie scarpe alte, con i capelli tornati stabilmente in disordine, la borsa rossa. Cammino respirando l'aria fredda rotta dai fiori delle magnolie che stanno esplodendo. Oggi è un giorno bello. Oggi i miei passi sono indicativo presente. Me lo ripeto. Come mantra. Per lasciar entrare la primavera. E per pensare con dolcezza ai verbi che vorrei.

Acqua

Se non si hanno parole, allora è meglio tacere. Ma si posso ritrovare le parole perdute, tacendo? Si ascoltano rumori di frammenti che ci cadono dentro e si immagina la scena, come in un cartone animato: la tristezza che strappa un sorriso per esorcizzare il timore. Ma oggi è venerdi'. E il solo rumore che dovrei sentire è quello dell'acqua che mi scivolerà intorno. A lavare il cuore. E i pensieri.

Un giorno

Cade una pioggia insistente che altrove è neve. Una medaglia a ricordare un nonno che non ho incontrato e che vive in me grazie a parole ripetute con amore; una stanza affollata di ricordi ed emozioni. E fra tutto questo i miei bambini, piccoli, perchè la memoria non affievolisca. La ragazza che teneva sulle ginocchia la mia mamma, che è invecchiata ingrigendo il cuore più dei capelli, ha terminato il suo cammino. La visita dalla pediatra e una bimba magrolina che però ama le meringhe con la panna. Un ragazzino che non tace mai e il suo papà che prepara la focaccia più buona e una merenda ghiotta mentre spippiola sul pc e coltiva maggiorana. E io? Mi duole la gamba a ricordarmi che sono di carne. Un libro lieve per entrare nei sogni in punta di piedi. Il sorriso di un ricordo mentre ceno. Il pensare che tiene compagnia calda. E il rosso del pennello che ho sognato la scorsa notte. E gli schizzi, a comporre il risveglio. E poi la sveglia spenta. Perchè domani è festa.

Se

Se ne fossi capace colorerei questo cielo grigio. Schiuderei in anticipo le gemme sui rami, fiorirei insieme alle margheritine del prato. Se ne fossi capace l'azzurro sarebbe ovunque e la luce spalancherebbe gli occhi alla primavera. Se avessi il dono del colore, volerei piu' in alto e le nuvole avrebbero forme di bimbi che giocano senza paura. Se avessi il dono del sorriso, vorrei fosse il tuo a non spegnersi mai. Così da guardarlo e rifletterlo nel mio

Pensiero

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Siamo briciole

Profumi complicati

Ci sono dentro. Caduta tra pagina diciotto e pagina venti. Tra i pensieri di chi ti somiglia in forza di tanta differenza. Ci sono dentro e sento il profumo del gelato lanciato con rabbia. Ma rallento gli occhi, le pagine, la matita che segna. Anche per questo sono qui. E perché ho questo profumo complicato che indosso mio malgrado. Profumo dei piccoli narcisi gialli al centro del mio tavolo, delle primule colorate sul mio davanzale e delle violette che sono tornate a fiorire. Profumo acre di mimosa che infiamma le mie narici. E profumo di bimbi che giocano e hanno sempre le mani sporche di colore, anche quando pensano di essere ormai quasi grandi. Profumo di chiacchiere sorridenti e fitte dopo un intenso temporale di parole nervose. Profumo di sogni che non si ricordano e di sonno innocente e fiducioso che si lascia abbracciare e coccolare inconsapevole. Profumo di capogiro e voci impossibili che per un attimo fanno voltare il capo in cerca del loro volto. E poi. Profumo
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E' mio!

p.s.

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W LE DONNE (e i piccoli uomini che donano i fiori più belli)

Nemesi

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Alcuni libri mi entrano dentro e si depositano quasi a formare lo scheletro delle mie fragili ossa. Alcuni libri hanno pagine che devono chiudersi per pochi istanti, per consentire al respiro di riprendere il ritmo consueto e al cuore di trovare altro spazio per contenerle. Alcuni libri hanno pagine che non si possono chiudere per più di pochi istanti, perchè il respiro ha bisogno della loro punteggiatura e il cuore del battere del loro suono. Alcuni libri non si dimenticheranno anche quando verranno restituiti alla biblioteca comunale. Questo è uno di quei libri.

Giornata di grazia

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Ogni volta

Ogni volta mi perdo nello strappo, invece di sentire il calore dell'abbraccio. Ogni volta mi è impossibile frenare il pensiero della vita che non è, invece di abbandonarmi al non pensare e alla vita che ho. Ogni volta, il senso di sconfitta per aver perduto la possibilità di leggerezza. Ogni volta. Sempre. Eppure ho bisogno di sentirmi parte di quelle braccia. Ho necessità di respirare quel desiderio di vita e leggerezza. Anche quando dico le parole che non vorrei e penso soltanto le parole che desidero pronunciare. Mi sono persa. E non ho ancora compreso se ritrovarmi sarà il mio destino.

Corrispondenze

Si leggono parole. E poi se ne incontrano altre che da quelle sembrano nate. Si intrecciano sogni e pensieri. Si rubano immagini da chi, con le parole, gioca meglio di noi. E che forse ha giocato anche per noi "...Esistono profumi freschi come carni di bimbo, dolci come gli òboi, e verdi come praterie; e degli altri corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno l'espansione propria alle infinite cose, come l'incenso, l'ambra, il muschio, il benzoino, e cantano dei sensi e dell'anima i lunghi rapimenti." ( Charles Baudelaire)

Lavori in corso

E' ancora tanto freddo, là fuori, ma la stagione sta cambiando. Dietro la montagna, stasera, oltre il cielo cupo che ha coperto tutto il giorno, la luce era chiara. Si riordinano gli armadi, si ha voglia di fiori freschi di prato, nel mezzo del tavolo. E si cambia la veste di un blog.

Caffè

Il freddo stamattina è ovunque. Nella luce del cielo, nella pioggia che non riesce a scendere. Nelle mie dita che zoppicano su una tastiera grigia. Come grigio è questo giovedì. Però il caffè profuma di buono. E ci sono state parole buone per me. E belle. E, finalmente, pagine che non si vorrebbero più chiudere. E poi ci sarà il profumo delle frittelle appena fatte a riempire la cucina e voci di bimbe. E ancora ci sarà questo freddo e il tentativo vano di dimenticarlo. Me lo porto dentro il freddo, in questi giorni, per perderlo solo nel sonno. Eppure, sotto il profumo del caffè che arriva dall'altra stanza, tra le volute di fumo del the che tra poco proverà a scaldare almeno le mie mani, tra foto in bianco e nero di incroci stradali, la primavera si lascia respirare.

Pagine chiuse

Troppo intellettuale. Non è un saggio, non è un romanzo, non è un libro di storia. Non ha corpi che toccano. Ha un protagonista che forse sono due. A cui ho dato il volto e i passi, soprattutto, di un vecchio professore che cammina sul marciapiede in un sabato deserto. Curvo e chiuso a sè e al mondo. Non è per me. Non posso dire che non mi piaccia, ma devo chiudere le sue pagine, perchè non sono mie, non mi hanno catturato e neppure sfiorato. Gli ho dato tempo, giorni, settimane. Pause e intervalli con altre pagine. Ho chiuso e riaperto. Oggi ha trovato pace sullo scaffale della libreria. A cercare altre mani che ne apriranno le pagine.

Martedì

Rumore, confusione, polvere. Odore di legno maltrattato e sigaretta. Dentro. Fuori il sole profuma di marzo e l'aria della neve che solo ieri è scesa vicina vicina. E' stata una notte senza sogni dopo averne parlato a lungo. Una notte di tenerezza recisa dal bisbiglio di un no. E' stato un risveglio di leggera, insolita, energia. Di chiacchiere belle davanti a un caffé. E poi la mia incapacità a concentrarmi su di una cosa per volta e l'inevitabilità nel cercare parole che scandiscano i pensieri, insieme ai minuti. Le mie mani sono meno fredde, oggi. I miei occhi forse meno stanchi. La solitudine che mi accompagna come una condanna, può diventare risorsa, se smetto di muovere la mano per allontanarla e la prendo sottobraccio come una vecchia amica.