Stamattina

Arrotolo il mio gomitolo e trovo una strada sempre nuova.
Non mi perdo, ma mi fermo sovente a guardare, a cercare, a stupire.
A volte giro su me stessa, non procedo, alzo la testa fino a farla girare e cado.
Cado e da terra, la prospettiva è ancora diversa. Come fosse un intero mondo a mutare e non solo il mio punto d'osservazione.
Andare e venire.
Tornare e partire.
Coincidenze che si notano solo perché non lo sono.
Leggere con gli occhi una poesia che ha una voce ben nota al mio cuore.
Leggere parole che hanno ritmo e tempo e suono che profumano di neve e che entrano nei sogni che si dimenticano.
E provare a raccontarsi. Per cercare di lasciarlo cadere questo gomitolo ancora corto.
Immaginare giorni di bianco e freddo, in una città dove la lingua non sia la mia.
Immaginarne il profumo e sentirne l'aria nelle narici.
E poi, forse, lasciarlo cadere per un attimo, il mio gomitolo.
Perché riavvolgendolo questo venerdì passi leggero.

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