E' tempo di andare

Se posassi la testa sul mio cuscino, dormirei.
Se aprissi il mio libro per provare a chiuderlo, dormirei.
C'è sempre una notte in cui il sonno tarda a venire, una notte in cui si sta nel silenzio, e si ascolta la vita di chi è vicino a noi ma senza di noi.
C'è sempre una notte in cui la luce non si spegne, una notte di attesa di nessuno, di niente.
Neppure i sogni sono desideri, nelle notti accese.
Sento il mio respiro. La testa che duole leggermente, la solita gamba incapace di trovare riposo.
Sento i tasti sotto le mie dita e mi pulsa una tempia.
Un prurito leggero.
Io.
Dovrei decidermi ad alzarmi, spegnere la luce bella che mi è compagna stasera.
Chiudere la porta, raccogliere oggetti dimenticati e riporli: che riposino anche loro.
Entrare nella penombra e respirare l'odore che più amo.
Rimboccare. Una carezza. Un bacio leggero.
Magari ricevere un sorriso o un bisbiglio a occhi chiusi.
Per un attimo entrare in un sogno.
Poi la mia coperta rossa, la luce che si scalda piano, un libro ormai finito per l'ennesima volta.
Il tempo di domani. Propositi che si sanno già disattesi.
E poi ascoltare la pioggia sul tetto e mandare un pensiero a chi sentendola, non riesce a chiuderli, gli occhi.
Una preghiera. La stessa di sempre. Sussurrata pianissimo perchè immeritata.
Il sonno.
E tempo di andare.

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