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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Macabea che lascia socchiuse le porte

Macabea non ha mai saputo come si chiudono le porte e questo è stato spesso causa di fatica per i suoi pensieri e per il suo cuore. Capitano giorni illuminati da un sole troppo caldo per la stagione; capitano giorni che scaldano la pelle come solo un sole inaspettato sa fare. Poi capitano giorni altrettanto luminosi in cui qualche porta bisogna chiuderla. Ma lei proprio non è capace e ha fatto pace con se stessa rinunciando a provarci ancora.  Le porte di Macabea restano tutte socchiuse o, se riesce ad accostarle per bene, non ne possiede comunque la chiave.  Ecco. Oggi è uno di quei giorni. Allora Macabea ha indossato un vestito più leggero, scarpe forse troppo alte e un rossetto che solo lei sa di avere. Ha portato dietro le orecchie capelli ancora corti ma che sembrano fremere per tornare confusi. Ha respirato lentamente e ha accostato la porta, senza chiuderla, ma farà molta attenzione a non sbirciare oltre, a non appoggiarsi casualmente proprio a quello stipite, a non inciampare i

Troppo sole

Macabea ha sbottonato un po' il suo vestito nuovo, di cui non si era accorto nessuno, e ha lasciato che fosse il sole ad accarezzarla. Macabea ha mandato parole precise, e alcune anche dal sorriso audace, che nessuno ha davvero sentito. La promessa della primavera le fa spesso quest'effetto di risveglio, di necessità di attenzioni regalate che non dovrebbero essere cercate o addirittura chieste. Macabea sa di non essere mai stata brava a esprimere i suoi desideri; sa che le volte che li ha espressi sono caduti in un silenzio assordante o in un diniego fermo. Probabilmente ha desideri che devono restare tali: siano minuscoli, come quello di oggi di essere accarezzata, o enormi come quello di un bambino che non poteva essere il suo.  Macabea ha quasi imparato: a farsi i regali da sola, a sorridersi allo specchio, a dire molti più "sì" di quelli che avrebbe detto un tempo; ha imparato che sa avere delle amiche e che piace alle donne che le piacciono.  Macabea, che ha imp

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 34

Questa mattina mi sono svegliata è c'era già la luce ed era una luce dorata e calda nonostante le temperature rigidissime di questi giorni. Indosso un maglioncino nuovo morbido e profumato e scarpe vecchie ma molto comode. Ho fatto colazione con A. che sta cercando di camminare su un sentiero non troppo tortuoso. Il sole ha un'altra luce, che sembra invitare la primavera. La casa è piena di fiori colorati. Respiro piano e puntello i miei giorni di minuscola bellezza cercata con determinata costanza a dispetto di tutto ciò che sembra remare contro. Posso farcela. Ora dovrei anche volerlo con almeno un po' di leggerezza.

Se non ci fosse la poesia (ci sarebbero i sogni)

Son fatta di  sogni infranti dettagli inosservati amori irrisolti Son fatta di pianti senza ragione persone nel cuore atti impulsivi Sento la mancanza di luoghi che non ho conosciuto esperienze che non ho vissuto momenti che ho già dimenticato Sono amore e affetto costante, distratta quanto basta non mi fermo un istante... Ma continuo a vivere e imparare. (Martha Medeiros) Macabea sogna una mano che sfiora la sua, la prende e la porta in un vortice di vita. Il sogno riunisce la lettura di un dono prezioso e il viso di un incontro schermato dal un video. Macabea trattiene la sensazione di quella mano che stringe la sua e le consente di dire: chiudo gli occhi; pensaci tu.

BucoNero

Dare un nome a questa sensazione così da provare a circondarla con una cornice e non soccombere.  Cercare un appiglio per resistere a quest'onda nera che se riesco a nominare non mi travolgerà.          Parlare al mio corpo: lasciati andare per resistere all'urto; passerà; passa.                                                  Chiudere gli occhi ai colori dei fiori troppo vicini alla mia finestra. Colori che ieri avrei voluto riempissero la mia casa e che oggi mi sembrano insopportabilmente dolorosi nel loro essere tanto lontani dal mio sentire.                                                                                                                                                      Parlare al mio corpo: lasciati andare, chiudi gli occhi e apri il respiro; passerà; passa.