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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Marina Bellezza

Ho chiuso il libro e aperto una domanda: davvero la meta dipende dove partiamo? Marina Bellezza parte da un minuscolo paese perso tra le montagne biellesi. Una valle dimenticata che va spopolandosi, da dove i più vogliono partire e qualcuno tornare. Come in Acciaio, Silvia Avallone, sa raccontare la provincia con sguardo quotidiano. Nel suo ultimo lavoro ci sono le radici che nessuno può davvero recidere. Possiamo camuffarci, provare a cancellare tracce di noi che poi ritorneranno in minuscoli particolari. Marina ha un talento unico per il canto, una bellezza che sembra poterle regalare tutto e la voglia testarda di arrivare in cima al mondo. E porta, nascosta dentro tacchi vertiginosi, una ferita che la rende tanto determinata, che le consente la tenacia di non guardarsi se non per come deciderà di vedersi. Almeno per un po', almeno per il tempo di tentare la fuga da Valle Cervo. Andrea è il figlio non voluto che delude per missione e vendetta; che come unico desider

Non riconosco nulla

"...Non riconosco nulla dalla finestra, tutto è uguale, è la polvere che vaga dunque non c’è nient’altro dietro le nostre vite: se non avessi l’ombra che si disegna sola, quella di un cane a cui somiglio, sarei davvero anch’io una cosa, abbandonata tra gli agguati, di nuovo nel deserto della strada immobile nel giorno identico a ieri che arriva tardi, che non si sbaglia mai." ( Mario De Santis)

Tentativi di sopravvivenza. DUE

4. Non fare domande di cui conosci già la non risposta. 5. Non sognare sogni se non puoi già almeno sfiorarli. 6. Non sfogliare riviste o catologhi che possono indurre a progetti che resteranno tra quelle pagine.

Splendore

La verità è che non mi è piaciuto. Mancano le parole che sanno di carne, di pancia, di urgenza. Manca il respiro ad anticipare la punteggiatura. Manca il coraggio di raccontare come tale una storia normale. L'ultimo libro di Margaret Mazzantini ha il profumo di un dovere, il ritmo di un appuntamento che non si può mancare con i propri lettori. Se lo scopo era di raccontare una storia d'amore, l'obiettivo è stato mancato dal tentativo di giustificarla con il luogo comune, nel negare l'amore per trasformarlo in disegno premeditato e costruito. Fin dalle prime pagine, che stentano un po', manca qualcosa e chiudendo il libro ci si stupisce di come quella mancanza venga colmata proprio dal finale che non si voleva veder scritto. Un finale che cerca il plauso dei benpensanti come di chi si definisce aperto e magari anticonformista. Letto, chiuso e riposto. Con un leggero rimpianto per un'occasione mancata.

Tentativi di sopravvivenza. UNO.

1. Non chiedere di ciò che non vuoi sapere 2. Non sentirti in colpa per ciò che subisci 3. Non vedo. Non sento. Non parlo

Se il cielo mi ascolta

Ho chiuso gli occhi, ieri notte, pensando all'immobilità del cielo di questi giorni, all'immobilità della luce che da quel cielo fermo scendeva a non illuminarci. Per giorni interi il cielo intorno a me è stato grigio, compatto, quasi spesso, quasi a inghiottire i colori. Per giorni interi la luce è sembrata non riuscire a filtrare da tutto quel grigio, inusuale in un luogo tanto amato dal vento. Mi ha svegliata il rumore della pioggia sul tetto. Mi ha svegliata la danza della pioggia, dalla finestra della cucina, sulla strada davanti a casa. Mi ha svegliata il cicchettio delle pozzanghere sotto le mie scarpe troppo leggere. Ancora la luce non viene. Ancora il grigio, ma più leggero, come avesse perso parte del peso. Ancora i colori sbiaditi eppur lavati da un'acqua che non vuole saperne di riposare, ferma. Dalla mia finestra esce la luce di questa stanza e si perde nel grigio bagnato, lì fuori. Dalla mia mente escono pensieri leggeri come i rimbalzi della pioggia

Il potere di sollevare

Se anche avessimo il potere di sollevare oltre le case e le strade azzurre questo carico di ombre, di dubbi che ci consuma come pietra sulla soglia, e una nuvola potesse portar via d'un tratto a disperderne il sale sulle acque del mare, acconsentiremmo noi a gettarvi soltanto questi margini della poesia, a rimanere quaggiù, nell'erba viva come una foglia abbandonata dal cielo?  (G.Goffette)  

Per te.

Sono qui per te. Per questo filo invisibile che lega le esistenze nonostante oceni, montagne, chilometri di strade a dividerle. Per questo filo forte più del tempo che passa. Per questo filo tessuto d'affetto, di bene, di ricordi condivisi, di giorni vissuti insieme. Sono qui per te. Che hai la chiave per questo non posto, che sai dove trovarmi, se vuoi cercarmi. Sono qui per te perchè il tuo pensiero è con me. Sono qui per mandarti il mio abbraccio. Per indirizzare il mio pensarti a farti fischiare il pensiero. Sono qui per essere con te. E per non lasciarti andare...

L'anno che è

Un tempo nuovo, tutto da scrivere, come il quaderno che mi ha regalato Alice per annotare le mie parole preferite e un momento bello per ogni giorno. Un anno da camminare un giorno alla volta, un passo alla volta. Un respiro che ha trovato riposo e parole, tante, che hanno riempito il tempo. Parole lette e ricopiate; parole pronunciate, chiacchierate, condivise e ascoltate. Riuscire a tenere tra le braccia un piccolino e coccolarlo. E poi sognare per una notte intera di allattare un figlio di altri e stupirsi del proprio corpo. Riuscire a vivere giorni sereni accogliendoli con indulgenza. Senza attesa, senza affanni. Respirare i profumi buoni della cucina. Restare seduti a tavola per ore perché la compagnia è bella quanto il cibo è buono. Mischiare accenti, sapori e pensieri. Sentire il cuore scoppiare di rabbia e tenerezza per un piccolo torto sofferto da una ragazzina in bilico tra la saggezza e la stupidera. E ancora riconoscere l'odore inconfondibile del paese che am