Antenora
"Tardavo a uscire dalla cappella. Stavo appoggiata allo stipite della porta semichiusa. Tra i battenti non rimaneva che un agio breve. Da fuori arrivava il vociare degli altri, già sparsi sul sagrato: consanguinei che non si vedono da tempo e rumoreggiano attorno alla sorpresa di ritrovarsi somiglianti. Era un mattino diafano d'inverno, fiacco di nubi. Eppure dalla feritoia sottile alle mie spalle la luce penetrava come un serpe a forare l'ombra, e smascehrava la pochezza di quel luogo intento. L'umido trasudava in terra dall'ammattonato e lungo le mura, cosparse di spacchi. Solo in alto la luce perdeva la crudeltà di fendente e si acquattava nella piccola volta a botte del soffitto. Lei stava lì,... ...Più tardi, uscendo dalla cappella, non l'ho baciata. Io non tocco i morti. Se penso all'interno di quel loculo, vedo un paio di vecchie scarpe, qualche rimasuglio di stoffa, una forcina per i capelli, la vera del Duce. Per il resto, non credo che Antenor