Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

P.S.

Ehi! Là fuori! C'è qualcuno?

Resto qui

Citando in modo inesatto qualcuno di cui non ricordo il nome, direi che "in alcuni giorni bisognerebbe non vivere". E' il pensiero più ricorrente dell'ultima settimana. Alcuni giorni sarebbero da cancellare con la cancellina liquida che usavo alla scuola media per la mia penna stilografica verde. Preistoria. La stilografica verde sembra persa in fondo a qualche cassetto dimenticato; il che significa che proprio persa non è. Basta, un giorno, aprire per caso il cassetto giusto. Lo stesso capita anche con le persone che non so perdere o cancellare. C'è che si affaccia una volta all'anno nella mia casella di posta, lascia mail assurdamente belle e poi svanisce. Io inseguo il pensare, lo sperare che finalmente la mail si fermi un po' più a lungo e con maggior felicità. C'è chi non telefona, non scrive, non cerca e se si lascia trovare si racconta i luoghi più comuni sul tempo che vola e dice del troppo dolore o dell'incredibile gioia che hanno ru

Diario di un giorno

Invisibili fili legano e uniscono e intrecciano le nostre vite. Banalmente siamo tutti vicini e tutti lontanissimi. Vorrei saper dipanare i fili che muovono le nostre azioni. Che fanno decidere a chi telefonare, chi rivedere. Vorrei comprendere l'alchimia di un'attrazione e la chimica della ritrosia. Invece mi muovo come se attraversassi il Po in una bellissima giornata di nebbia. Tutto confuso nel bianco, cammino con le braccia protese a difendermi e questo non basta: intravvedo un albero e non so evitare lo scontro. Finalmente ho letto un libro bello e ben scritto. Il dolore che ci raccontiamo racconta la nostra vita. Roth ha parole tenute insieme con pulita e asciutta scrittura. Il primo libro dell'anno. Sono contenta.

Tempo nuovo

In tempo per non precipitare mi aggrappo ad un tralcio di vite. E’ nodoso e mi stringe il polso fino a farmi male; fino a salvarmi. Ancora una volta il mio tempo è tutto da scrivere. Propositi, progetti, desideri. Niente di tutto ciò ha segnato il passaggio di quest’anno nuovo e non saprei dire se è o meno un bene. Vorrei poter credere di essere riuscita nel mio intento di leggera zavorra, ma se penso alle prime parole dette, ai primi pensieri non solo pensati…temo di dover ammettere che il mio zaino è ancora ben colmo. Allora penso che sia la paura a bloccarmi, ad impedirmi perfino di precipitare. Ricaccio indietro i miei sogni come fossero incubi e mi convinco di non meritarli. Fandonie. Mi racconto solo fandonie. Continuo a crederci, invece. E continuerò a respirare a fatica e poi a trovare ossigeno leggerissimo. A piangere e a cantare. Continuerò anche a sognare; e a farmi male. Continuerò a sentirmi amata e, a volte, non meritata. Amerò e detesterò intensamente: come sempre