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Visualizzazione dei post da agosto, 2012

"Non c'è niente che fa male così"

Chiudere un libro e avere voglia, necessità, di parlarne sapendo bene di non aver le parole. Perchè il libro è ancora sulla pelle, subito sotto, la pelle. Perchè le sue voci sono ancora quelle che ci rumoreggiano nei pensieri. Caterina. Che non si ama, che nasconde la sua bellezza. E Marco. Che non sa di poter amare. C'è il dolore: che curva le spalle e alza muri invalicabili. Il dolore più innaturale. C'è l'amore lucido e rassegnato di una moglie non amata. L'intensità di un odio che è inevitabilmente amore. E la fessura fra gli scogli. Perchè un passaggio possa restare sempre aperto. Come una possibilità. E' un libro che realizza il desiderio dell'autrice: che il suo riempire pagine, e giorni, di parole, diventasse un regalo per molti. Per me lo è stato. "Non c'è niente che fa male così" Amabile Giusti, La Tartaruga edizioni

L'estate gigante

Fermarsi in biblioteca per finire le pagine di un libro per ragazzi è il regalo che mi sono concessa ieri. Un regalo arrivato dalle mani di Alice che ha preso il libro di Beatrice Masini dagli scaffali della nostra accogliente biblioteca comunale. Nel libro ho trovato la mia lettrice preferita, il suo camminare sul filo. Ho trovato anche tanto del suo modo di riempire pagine e pagine che poi getta via e che io raccolgo, finché me lo consentirà la  sua distrazione, per conservarli nel baule dei ricordi. Nel libro ho trovato un po' di tutti noi, perché tutti abbiamo avuto, o stiamo aspettando, al nostra "estate gigante". Quella carica di attese o di sorprese; quella che ha segnato un momento che porteremo sempre con noi. Un'estate come un tatuaggio sulla pelle, fatto con nuncaranza e poi ritrovato ogni giorno, per tutti i giorni a venire. Mi sono chiesta qual e' stata la mia estate giagante. Forse l'aspetto ancora o, piu' probabilmente, è disegnata da

sms

Non so essere quella che vorresti. Non so dire le parole che vorresti ascoltare. Non so pensare i tuoi pensieri che non leggo. Non so ascoltare i tuoi silenzi. Non so capire la tristezza che ti prende in mezzo alla gente. So di essere la mancanza che senti quando non ci sono. So di essere altro, oltre alle parole che ascolti. So che mi capita, a volte, di pensare con te. E allora è bellissimo. So che mi capita di abbracciare il tuo incomprensibile silenzio e di amarlo. So che la tua tristezza a volte mi spaventa e che provo, maldestramente, a trasformarla in sorriso. Non ci riesco quanto vorrei. Ci provo sempre, amandoti come so. E come sono.

6 agosto ancora per poco

Scrivo e poi cancello. Capita spesso e ultimamente di più. Non c'è tempo neppure per i pensieri confusi che pure sono lì, bellamente aggrovigliati ai miei giorni. Non c'è tempo nonostante il silenzio che mi circonda, l'insolito ordine che sta piano piano occupando spazi mai concessi. Scrivo e poi cancello. E non voglio nessuno a dirmi come fare. E voglio ascoltare questa notte finchè gli occhi si chiuderanno soli per riaprirsi, troppo presto, nel sogno più bello