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Visualizzazione dei post da agosto, 2017

Palline di pane - Paola Mastrocola

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Di Emma riconosco l'incapacità di vedere l'ovvio, ciò che tutti conoscono e che la nostra quotidiana inadeguatezza sociale fatica ad ammettere di non aver notato. Riconosco il suo bisogno di un altrove dove ritrovarsi e trovare il proprio pensiero come altro da sé. Di Emma riconosco l'errore e lo sbaglio in cui persevera con inscusabile consapevolezza. Riconosco la sua imperfezione di madre sola, il cui lavoro non è altrettanto riconosciuto come quello del marito assente. Riconosco il suo desiderio di un figlio, Orlando, che sia come tutti gli altri e il suo orgoglio per questo figlio meraviglioso che prepara con cura meticolosa le palline di pane per pescare, e che danno titolo al libro. E' un po' irritante, Emma. Molto irritanti, i suoi amici. Tutti abbiamo le nostre palline di pane. Per Emma sono l'altrove che trova nelle fotografie istantanee; per Orlando il tentativo di crescere camminando la sua strada; per Giorgio, il marito lontano per lavoro,

Esercizi di piccola felicità. 5

Abbraccio la nostra incapacità o, almeno, provo a farlo. Il tuo non saper ascoltare, il mio non saper dire. Ti guardo mentre dormi, o appena sveglia, o quando non te ne accorgi. Possiedi un'inconsapevole bellezza fragile e misteriosa. Se per un attimo solo potessi vederti con gli occhi di chi ti guarda, la tua paura forse svanirebbe o diverrebbe più leggera. Il ritorno è composto da piccoli gesti: la tovaglietta a quadri, accendere la radio per fare colazione da sola la mattina presto. Un fiore caduto e raccolto.