7:05 primo caffè

Appoggiata al balcone guardo la strada.
Appoggio il mento sul braccio e guardo senza vedere.
Passanti distratti, cani di corsa, qualche bici, un giardiniere mattiniero.
L'aria è ancora fresca e intirizzisco. Servirebbero altre braccia a riscaldarmi.
Le montagne, stamattina, non riescono a dare confini al cielo. E neppure ai miei pensieri.
Non riesco a scrivere molto, in questi giorni. Forse perché sto bene.
Non riesco a trovare le parole per queste, di pagine.
Le mie parole, come i miei pensieri, vanno dove vogliono senza che io possa dar loro forma o direzione.
I miei pensieri, come le mie parole, trovano meta altrove.
Il giorno che tornerò qui per restarci, forse, non sarà un giorno felice, per Macabea.
Il giorno che tornerò qui di passaggio, spero, sarà un giorno felice, per me.

Altrove
Andiamo via, creatura mia,
via verso l'Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell'immortalità.
Lì si cominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.
Il tempo lì è un momento d'allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l'amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finchè saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.
Oh, andiamo a cercar l'Altrove.

(F. Pessoa)

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