Inutile nervosismo
A volte mi domando cosa ci faccio e come sono finita proprio in quell'ufficio. Essere lì è la vendetta al mio eterno proposito "lì? Mai!". E la vendetta me la sono meticolosamente costruita da sola. Come sempre... E' stata una mattinata pesante più di un macigno. E non tanto per un lavoro non particolarmente interessante (si riuscirebbe quasi sempre a trovare un perché); e non è per la collega con le paturnie più veloci delle spinte che Alice riesce a dare alla sua altalena; sono io. Non riesco ad aggredire se vengo aggredita. E la non aggressione è interpretata come quasi ammissione di colpa. La mia posizione lì dentro, se fossi più sicura, mi consentirebbe di mettere a tacere certi atteggiamenti antipatici, più che ostili (come mi viene ricordato quando mi lamento: "pensa che puoi licenziarla"; non è esatto, ma è pur sempre un tentativo di consolazione...) o, almeno, di assumere un'aria di superiore indifferenza. Invece, perchè mi sento