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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Se non ci fosse la poesia...

"...scoprirai che il tempo è l’unica certezza, brucia i volti e incenerisce l’anima e che alla fine soltanto l’illusione del ricordo ti dirà che non fosti, in quel bacio, da solo." (L.M. Panero )  

Così

L'immagine di oggi è quella di una bandiera dimenticata al sole e al vento, con i colori sbiaditi e gli orli consumati e sfrangiati. Se dovessi disegnare la mia mattina, la disegnerei così. Perché non vi è modo di raccontare e ascoltare, oggi, le parole non dette, i silenzi di una corsa senza fiato, la fatica dei passi e del respiro. Eppure il cielo si ostina a restare di un azzurro quasi sconveniente, tanto è insistente! Come posso non sorriderne?

Estate

Sapevo che era estate quando tornando da scuola trovavo le persiane della camera abbassate e la stanza in una fresca penombra. Ricordo la luce, come filtrava tra le stecche di legno che contavo prima di alzarmi. Ricordo l'odore del sole che spingeva per entrare. Sento quella mia prima camera sulla pelle. E nello stesso momento, penso a te. Che avevi abbassato le persiane e voluto quell'illusione di fresco. Penso a te, che mi manchi sempre così tanto.

Mi siedo

Anche la possibilià di sedersi un attimo sembra un miraggio. Sono giorni che non si fermano mai, che corrono lentissimi e caldi. Troppo caldi, soprattutto. Prendo sottobraccio la fragilità di chi mi ha fatto crescere e diventare ciò che sono, nel bene e nella fatica. Prendo sottobraccio l'insicurezza, l'ansia, la consapevolezza che il tempo non torna indietro. Penso poco. Devo cesellare spostamenti, impegni, trasferimenti, visite, appuntamenti. Penso poco. E ho capito che non va bene. Ho sempre pensato fossero i troppi pensieri confusi, la mia fatica. Inizio a pensare che sono invece la mia isola dove rifugiarmi dal qui per trovare l'indispensabile altrove. Corro. Io che detesto correre. Oggi cercherò l'acqua per galleggiare senza peso; la cercehrò con una donna che cresce. Prendo per mano la sua fragilità che cerca fierezza; la sua insicurezza mentre impara a conoscersi e riconoscersi. Prendo per mano i suoi silenzi e i suoi slanci. E imparo a conoscerla con

Altrove. E qui.

Altrove è un angolo della mente, del pensiero che si colora di questo cielo chiaro e pulito, delle tante nuvole che ricordano la profondità dell'azzurro e del grigio. Altrove è una panchina già occupata in cui si vorrebbe sedere, al sole, a guardare il mondo che passa lento o veloce, distratto o curioso. Altrove è una poltrona logora, le pagine di un libro, il profumo di una merenda buona. E c'è il qui. Lungo la strada che porta a un quarto piano stanza tre; in questo ufficio abitato da pochi sorrisi e troppi mugugni; nel caffè che profuma il mio respiro, nell'acqua che porta via: la seta e, in istanti fortunati, anche i pensieri. Altrove è lo spazio che consente al qui di non dilagare, di lasciare aria e luce ai giorni che continuano a passare troppo veloci.

Il tempo di un caffè

Giorni densi. Anche di silenzio. Non c'è quasi il tempo per pensare, mi lascio portare da questo ciclone leggero e disordinato, certa che mi poserà da qualche parte, uno dei prossimi giorni. Allora mi mancheranno le corse, il tempo troppo veloce e mai abbastanza, i mille cassettini a dividere impegni, appuntamenti, scadenze. Il tempo di un caffè è tempo breve, parentesi profumata. Sarebbe bello condividere il respiro durante la corsa. Sarebbe bello trovare un sorso d'acqua. Lo sarà.