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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Pausa caffè

Oggi, che il mal di testa rallenta i miei pensieri e il mio fare, ho letto una poesia suoi capelli. Mi è piaciuta. Eccola qui. I tuoi capelli, foresta selvaggia che non temo. Ai suoi bordi si aprono terre calde alle mie labbra. Sono io. Guardami. Lasciati scompigliare nell’intrico del mio abbraccio. I tuoi capelli, la promessa – troppo rude è la mia mano – non sarà mantenuta. Vorrei affondare le dita in quella selva e tenerti in una sola mano. Steli di pensiero, germogli dei sensi, i tuoi capelli. Come quando si torcono in riccioli. (Brigitte Schwaiger )

28 settembre 1984

La luce del mattino sei tu, che ti sveli nei sogni. Sei tu la linea che seguo con lo sguardo e che non trova compimento. Sei tu che ritorni in un sorriso malinconico, in occhi che piegano verso il basso. Sei tu nelle labbra carnose che si schiudono e cercano ristoro. Sei ricordo. E presenza. Sei sempre. La tenerezza della mancanza vive nel ricordo che si fa giorni e anni senza di te. La tenerezza della presenza vive nei gesti, nelle parole, nel nome pronunciato. Mentine colorate, calze di seta. La pelle come velluto sottile. Il tuo corpo come vetro. Le tue braccia come rifugio certo. La tua presenza nell'assenza di te, riempie il mio cuore di nostalgia. I miei occhi di lacrime.

I miei giorni

Come un dito freddo sulla schiena calda. Come una tazza di the caldo tra le mani fredde. Come un sorriso dallo specchietto retrovisore verso un viso che non si potrebbe amare di più. Come una cantilena ritrovata nella memoria e ninnata con le braccia piene di tesoro. Come la sorpresa impercettibile del mutamento: in uno sguardo nuovo, in un nuovo atteggiamento, in una lievissima curva ch'è possibile notare solo guardando con amore. Sono parole pensate, cercate. A volte pronunciate. Sono intrecci di gambe e di mani. Sono colori di una stagione che cambia. Sono respiri di nuvole che corrono. Sono momenti di indignazione e altri di condivisa partecipazione. Sono sogni che fanno compagnia. Sono tracce che non si vorrebbero vedere. Sono momenti rubati per cercare i tasti che compongono pensieri. Sono desiderio. E paura. Sono ore. Minuti. E sono adesso.

Venerdì

Prendo un ampio respiro, muovo lentamente il collo. Più del caffè mi piace il suo profumo. Accarezzo i tasti e ne cerco uno che racconti le mie giornate, il mio poco sonno, i miei sorrisi stanchi e anche quelli davvero allegri. Ripenso alla passeggiata di ieri sera, con i bimbi. Pantaloni che non sono più blu, dopo essere stati sommersi da una sabbia che, in realtà, nasconde pietre vulcaniche. Una voce resa insolitamente chiassosa dall'entusiasmo di raccontare la gioia di due gambine esili che non si vogliono fermare mai. Al parchetto ho letto alcune pagine di un libro lievissimo mentre una testolina si appoggiava alla mia spalla e ridacchiava dentro il suo fumetto preferito. C'è fatica e tanta, tanta gioia. Domani la sveglia non suonerà. Mi svegliarà la luce che lascerò entrare dalla mia grande finestra.

Tra oggi e ieri

Chiacchiere e capuccino per iniziare la giornata con un sorriso dopo una notte durata troppo poco. Soprendersi a ascoltare le espressioni di un viso noto e sempre nuovo. E, prima, scandire il tempo e i passi veloci con una canzone. Respirare l'aria che si fa fresca. E, prima ancora, alzare la tapparella e scoprire un cielo ancora scuro ma con colori che si aprono all'azzurro. Uscire in terrazzo e riconoscere la stagione che cambia. Svegliarsi nel cuore della notte e guardando l'ora gioire del tempo che rimane per sognare ancora. Riporre vestiti piegati con cura in una stanza in penobra, in silenzio per non disturbare sonni lievi e profondi. E, ancor prima, guardare un film, in piedi, stirando, come sempre..., e non capire se c'è un senso nel racconto, se non lo so cogliere o se non c'è. Provare a unire cuori sparpagliati grazie a una magia e a un pc. Chiacchiere a cena per condividere una giornata vissuta da lontano. Un giorno qualunque. Un mio sorriso.

Oggi è una buona giornata

Immagine
Leggendo qua e là con un the a scaldare le mani... "...Se tu parlavi io vedevo l’isola con il giallo sferzante delle ginestre, l’attracco silenzioso delle barche, la piazzetta in cemento, i cubi bianchi dove siedono parallele le nostre figure con occhi carichi di sguardo umano e gli affetti lasciati nelle case come una foce dimenticata. Siamo una compagine di vento un canneto di carne lapidata un fluttuare canoro di risorti che perdono lacrime dall’occhio interno perché il vento deve restare vento e la cenere cenere fino alla fine del mondo perché questo lasciare che accada è piú dell’amore, questo dire chi deve andare vada. " (Maria Grazi

Martedì

Naufragio Quella notte d’estate frinita di grilli la luna interloquí disapparendo tra le nubi costiere e subitanea depose un’ombra nera dall’orto fino a noi. Nella pozza del buio la tua parola si ruppe e naufragò come una barca di carta colta dal sasso d’un monito insensato. Mai piú a lungo serrasti le mie dita . ( Lucio Mariani )

Lunedì

E' per questa ragione che mi state lontano? Perché prima di me avete capito che posso fare male, molto male? Che posso uccidere lasciando in vita? E' questo il peso? Non merito che il Sì prenda forma. Ma sono forte, fortissima. Calpesterò tutti i miei passi: uno a uno. E, forse, calpesterò anche i vostri. Se questo è il mio destino, che sia.

Dire Sì

C'è un Sì che non verrà pronunciato, nei miei giorni. Un Sì che aprirebbe alla luce e alla leggerezza. Un Sì che profumerebbe di borotalco e pasqua. Un Sì che crescerebbe all'ombra di una follia consapevole. C'è un Sì che le mie orecchie non udranno, che le mie labbra non schiuderanno. Un Sì che resterà nel buio, nel viso perso dentro al cuscino. Un Sì che non profumerà d'altro che di nostalgia per la luce che poteva essere e non è stata. C'è un Sì, nelle mie parole inghiottite con la gola arsa e il cuore umido. C'è un Sì. Che si pronuncia No

Cielo grigio

La sentenza E sul mio petto ancora vivo piombò la parola di pietra. Non fa nulla, vi ero pronta, in qualche modo ne verrò a capo. Oggi ho da fare molte cose: occorre sino in fondo uccidere la memoria, occorre che l’anima impietrisca, occorre imparare di nuovo a vivere. Se no… Oltre la finestra l’ardente fremito dell’estate, come una festa. Da tempo lo presentivo: un giorno radioso e la casa deserta. ( Anna Achmatova )

Dire No

Dire sì. E non avere alternative. E dirlo come se lo si desiderasse. E sapere che quel sì porterà con se molti no. Il mio sì, ucciderà facilmente il mio desiderio, comunque impossibile, di un altro bambino. Il mio sì, mi legherà a questa sedia per un tempo che non vorrei fosse più lungo di oggi. Il mio sì, saranno anni. Il mio sì, sarà un no a me stessa. Un altro.

Seme

Nella mia asmatica estate la felicità ha tenacemente occupato il suo spazio. Nei miei giorni altalenanti tra sole e buio, la felicità mi ha tenacemente tenuto per la mano. Leggera come il pulviscolo luminoso che entrava al mattino dalla mia finestra, consapevole come quando si vive senza sapere. Come in equilibrio sul filo di lana, ho camminto adagio, con lo sguardo alto per non sentire la vertigine e la paura del vuoto. E mi sono chiesta se la felicità esiste in se stessa, se possiamo essere felici da soli, o se per esserlo dobbiamo condividere la felicità di altri. Mi sono chiesta se abbiamo davvero il diritto ad essere felici. Se è possibile una felicità in cui sentirsi immersi. Se per esserlo dobbiamo dimenticare tutto e tutti o se possiamo esserlo solo insieme a tutto e tutti. Oggi, che è iniziato il mio autunno, ho avuto un'ora di tempo per perdermi tra parole tanto dense da rallentare il pensiero. E' stato un attimo di felicità? Oggi, che il vento poteva farmi vo

Tempo

Con un sorriso di allegra sorpresa ho contato fili bianchi tra i miei capelli.

Provo così

Provo così. Con un caffè e una fetta di crostata. Provo a non sentire la mia schiena indolenzita da un peso che non mi sono accorta di portare. E penso che questo dolore sordo mi tiene ancorata al mio corpo, alla mia difficile aspirazione di trasparenza. Che richiede costanza. Come i giorni. Come la vita. Una proposta di lavoro inevitabile. Che lega il mio tempo. E questo dolore stanco che non se ne esce, che non si scioglie. Come una metafora del momento. Ma oggi mi ha svegliata il sole, dopo il temporale. I miei occhi si sono posati su immagini belle. Ho ricevuto l'abbraccio di un'amica. Ultimo sorso di caffè. Provo così.
Troppe parole e troppo pochi abbracci. Cerco un silenzio rotondo e chiuso come le braccia intrecciate. Cerco un sogno per non desiderare il risveglio. Mastico profumo come foglie in autunno. Tutto e il contrario di tutto. Troppe parole pronunciate e troppe non dette. Silenzio. Aprirò un libro.

Nel mezzo

Ferirsi è un attimo. E di tempo ne serve tanto, per guarire. Forse è vero: meglio tacere. Forse è meglio abbracciarsi, riconoscersi dall'odore. Ho usato parole che non si sono lasciate comprendere. Ho letto e ascoltato parole che non ho compreso e mi sono lasciata ferire. La mia trasparenza è oggi più opaca. Sarà il cielo grigio, saranno le nuvole basse. Ho pulito il mio terrazzo, tagliato rami secchi, curato le piante malate. Ascolto le voci e i rumori dei bambini. Vorrei comporre un numero di telefono e dire parole che possano accarezzare. Cerco musica leggera. Sottolineo un libro denso. Vorrei perdermi nella mia poltrona e svegliarmi perché qualcuno ha posato una coperta a scaldarmi. Avevo iniziato a scrivere ogni cosa. Ma la cronaca non fa per me. Troppo esplicita. Avevo iniziato a trascrivere ogni parola: la rabbia e la dolcezza. Non ha senso. Ho cancellato. Per perdonare bisogna forse perdonarsi? Per perdonare bisogna ricordare e fingere di dimenticare? Ho pe

Chiudi gli occhi

Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Posa la tua mano sotto il mio viso e lascia che i miei sogni si aprano sul profumo della tua pelle. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Lascia che le mie braccia si sentano piccole intorno alla tua schiena. Voltati e circondami. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Il mio corpo segue la linea del tuo, si confondono i contorni, gli spigoli e le curve. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Respirano le nostre labbra vicine e il nostro fiato si fa uno. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi. Respirano le nostre labbra vicine, il nostro fiato si fa uno, i nostri sogni ci prendono leggeri nel medesimo istante. Chiudi gli occhi, amore mio. Dormi.

Puzzle

Il puzzle della nostra famiglia sta per essere ricomposto. Per la colla ci vorrà un po' più di tempo, ma oggi i tasselli saranno tutti al loro posto, stretti e vicini. Guidare con il cielo di stamattina mi piacerà. Non serviranno occhiali da sole, aria condizionata. E' l'autunno che arriva. Tra poco sveglierò Chicco. Abbiamo previsto la colazione al bar, così, per fingere che sia ancora vacanza, per viziarci un po', e poi sarà viaggio. Con le sue interminabili assurde chiacchierate, la musica e le canzoni che ce ne fosse una che piace proprio a tutti! E poi sarà casa del cuore. E sarà insieme.

Qua e là

"Poteva accadere. Doveva accadere. E' accaduto prima. Dopo. E' accaduto non a te. (...) Dunque ci sei? Dritto dall'attimo ancora socchiudo? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c'è fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta Come mi batte forte il tuo cuore." "Chi non conosce l'amore felice dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice. Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire." (W.Szymborska)

Chiusa parentesi

La pagina nuova del mio calendario mostra una bambina velata con il naso tuffato in un mazzo di rose disordinate e bellissime e con gli occhi che sorridono non si sa a cosa o a chi. Ricomincio così. Pensando che posso essere felice. Che posso essere trasparente. Pensando che posso cantare e leggere e ridere. Ricomincio confondendo i giorni per avvicinare quello che ci vedrà tutti insieme dopo essere stati a lungo sparpagliati. Ricomincio dalla luce di questo giorno. Una luce pulita dolce come la stagione che si avvicina. Riprendo la mia strada e non sarò sola nel percorrerla. Prenderò sottobraccio tutto il mondo che incontrerò nel cammino. Si ricomincia