Scaldata da tanto sole, immagino la mia sera. Un maglioncino che non mi abbandona mai, i calzettoni sotto la coperta, la finestra lasciata socchiusa per sentire l'aria fredda sopra e il calore sotto, intorno. L'odore dei bambini quando dormono. Zucchero e sabbia. L'odore delle case vecchie che stanno chiuse a lungo e poi sembrano spalancarsi per sempre. Polvere e pioggia. L'odore del cielo che regala giorni d'autunno fuori stagione. Legna bruciata e castagni bagnati. Ieri la luce dorata e caldissima di questa città, i piedi stanchi, le chiacchiere disordinate. Il rifugio nell'ombra di una chiesa. Caravaggio. Oggi l'attesa di una strada che sale e scende e curva e fila diritta. Come le mie giornate. Come me. Ieri giorni scivolati con una semplicità inattesa. Oggi ore sospese prima di un viaggio verso casa. Perchè la casa è dove ti puoi sedere e chiudere gli occhi riconoscendo i rumori e gli odori. Casa è dove puoi aspettare con fiduciosa pazzia le s
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Visualizzazione dei post da agosto, 2010
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Il silenzio di questa enorme città, ascoltato dalla sua periferia, ha qualcosa di irreale. Ieri, in una piazza affollata di sole e turisti, il vagito di un neonato è stato il primo suono che mi ha raggiunta. Cresce il desiderio di trasparenza, di intangibilità. Non voglio sentire, non voglio ferire. Voglio attraversare gli spigoli senza traccia di lividi. Solo i bambini hanno vita che può essere toccata. Solo i piccoli possono toccarti e restituire vita, corpo, realtà. Il mio corpo è ormai inutile alla vita. I miei piedi non lasciano tracce, la mie dita toccano senza lasciare impronte. Illusione. Tocco e sono toccata e vivo e sono vissuta. La lucidità di se stessi è la ferita più profonda. "La freccia del tempo"...La mia è tracciata davanti ai miei occhi con inevitabilità rassegnata. Illusione. Continuo a sognare, a lacerare la mia pelle e spezzare le mie ossa nell'attesa di essere altro. Di riconoscermi come quella che vorrei vivere. Sentieri tortuosi e resp