Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Per te, Jesus

Ciao. So che domani mi penserai. Lo so. Lo scorso anno il regalo della tua voce ha chiuso la giornata del mio compleanno. Domani non lo avrò, il tuo regalo, ma so che mi penserai. E non mi basta, perchè sono tante le cose che vorrei dirti. Vorrei dirti che un anno fa scoprivo che il mio desiderio più grande cercava un nido sotto il mio cuore, che quel desiderio è volato via ancor prima di farsi vedere davvero; che ha lasciato una ferita che non so vivere serenamente. Che un anno dopo sono in attesa di sapere se le cellule che hanno trovato nel mio seno possono essere più brutte di quello che sembrano. Vorrei dirti che mai come da quando ti sei nascosto sei presente nel mio pensare. Vorrei dirti che mi manchi, che sono in pena per te, che non sapere è la sofferenza più grande. Vorrei dirti che il bene è sempre tutto qui, a cercare di non lasciarti andare. O a lasciarti andare sperando tu sappia di poter tornare. Domani saremo a Firenze. Ti ricordi il nostro sonno sdraiati sul pr

La grammatica dell'amore

Sotto una coperta colorata con tanti cuscini a reggere i pensieri che si fanno leggeri e iniziano a seguire la storia. Tu, di spalle, ascolti e sogni. Io leggo. Ad alta voce. Per te. Come non facevo da troppo tempo. Hai accettato il mio invito di malavoglia, per non dover fare la fatica di dire di no e di malavoglia hai tolto le cuffiette dalle orecchie e mi hai seguita. Capitolo 1. Le dieci principesse. E ci siamo perse nella storia di Irene che si perde tra i libri che dovrebbero insegnarle a comprendere la grammatica dell'amore. I primi sette capitoli se ne sono andati in un soffio e hanno lasciato il posto a chiacchiere un po' sciocche, a gesti un po' sciocchi, a risate un po' sciocche. A un'intimità che chiede pazienza e tempo e lentezza e voce e sguardi diversi sulle medesime parole. Aspetto il prossimo appuntamento. E con la voce un po' roca e il cuore sereno, suggerisco questo libro alle mamme di ragazzine confuse e incerte e testarde e bellissi
Non lasciarmi quando arde la stella di mezzanotte, quando fuori e in casa tutto va bene come non mai. Non per qualcosa e senza un perché semplicemente e tra l'altro lasciami quando provo dolore vattene abbandonami del tutto. Che si svuotino i cieli, che diventino neri i boschi, che prima di dormire abbia una gran paura di chiudere gli occhi. Che l'angelo della morte come al cinema ora mi versi il veleno nel vino, ora che la mia vita mischiando come un mazzo di carte butti nel panno la carta di fiori. E tu resta pure in disparte - biancheggia come un ciliegio alla finestra non arrivandoci, ridi, allungandomi la mano. (Boris Ryhzy)

Il mio cuore

E poi ci sono sere come questa. Sere in cui tutto gonfia il cuore fino a farlo scoppiare. Solo che il mio implode. E fa male. Inutilmente. Allora lo chiudo e spero di trovare un sonno senza sogno per perderlo, il mio cuore, e trovarne, al risveglio, uno differente.
Rifiuto il mio corpo che vive di vita apparente, che vive di vita sterile e serba il ricordo di vita feconda nel segno dolorosamente indolore.

Se ogni pagina e ogni canzone

Se ogni pagina parla di te. Se ogni canzone canta di te. Se tutto sembra stringersi intorno al solo pensiero che vorresti dimenticare. Allora c'è molto egocentrismo. E senso di colpa per il sentimento che ti riempie. E una cosa sola da fare. Chiudere le pagine. Spegnere le canzoni. Chiudere gli occhi. Spegnere il cuore. Fino a domani.

Il "Mio" libro

Immagine
Leggo. Di tutto. Di corsa o lentamente. A volte sfoglio con lo sguardo, colgo parole che mi riprometto di leggere in un momento migliore. A volte dimentico di farlo, dopo. Leggo. E più leggo meno scriverei. Perché mi sembra ogni volta un regalo bellissimo, quando trovo parole di altri scritte per me. Passano i giorni, le settimane. Arriva una pausa caffè che mi concedo lunga, per iniziare a pensare a qualche giorno tutti insieme in una bellissima città. E arriva il pensiero di questo angolo nascosto, un po' polveroso, zeppo di parole mie, dei miei pensieri confusi, delle miei giornate senza fine e delle settimane che scorrono troppo in fretta. Devo scegliere un libro di autoaiuto. Un libro, tra i miei, che sia stato riferimento e guida in un momento particolare della mia vita. Dovrò portarlo con me e raccontarlo a un gruppo di persone che non conosco, di cui immagino vita e pensieri solo da un nome e da un viso. O da come siedono e si guardano intorno. Il libro che porterò pu