La strada. Cormac McCarthy
La cenere è arrivata ovunque, come il buio. Eppure c’è il fuoco che porta calore e vita. E speranza, forse. Davvero non so da dove iniziare per dire quanto mi sia rimasta addosso la cenere che avvolge tutto il libro di McCarthy, La Strada. Non mi sono accorta di esserci caduta in mezzo, finché i miei occhi non hanno iniziato a lacrimare per la poca luce, il silenzio, la paura che compongono le pagine del libro e il cammino di un padre e un bambino da soli in un mondo ostile che loro, ostinatamente, continuano a pensare come casa. Non ci sono voci, lungo la strada, nessun luogo in cui ritrovare ricordi che non siano pericolosi. Gli animali si sono estinti, gli alberi sono gli scheletri di se stessi e i pochi altri esseri umani sono i sopravvissuti di una non raccontata Apocalisse, che li ha ridotti a nemici e carnefici. Il padre e il bambino sono fuggiaschi alla ricerca di calore; raccolgono rifiuti per nutrirsi, inventano ripari dove non ce ne sono. Non fuggono l’orr