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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Se non ci fosse la poesia...

Eppure è venerdì e il cielo è terso Il plenilunio Niente, non aspetto piú niente da te, cielo, Dovunque mi aggrappi cado con fragore Dal tuo tetto d’aria colmo di conchiglie Dal mazzo arrugginito delle tue stelle; Una luna spropositata sorge in me S’ingrossa minacciosa sui miei crinali Sorgerà un plenilunio a frantumarmi (A. Fostieris)

Amnesia

I pensieri si svegliano prima che i miei occhi si aprano, ma qualche giorno fa, dopo essermi assopita, il pomeriggio di una domenica, sulla mia poltrona preferita, ho avuto il dono di un risveglio silenzioso: per alcuni secondi ho scordato tutto. Rivoglio quel sonno e ancor più quel risveglio.

Ricominciare

In realtà non saprei proprio da dove, ricominciare. Non ho alcuna voglia di raccontare questo primo mese di un anno che si è presentato da subito in tutta la sua fatica, il suo dolore, il suo esserci ostile. Non ho voglia di scrivere qui quello che ho tracciato su carta per non esplodere, per tentare di dare confine a una fatica che confini non ha. Non ho voglia di altro che non sia dormire e svegliarmi in un tempo nuovo, differente, altrove; dove non ci siano presenze diverse da quelle che amo e mi amano; dove non ci sia necessità di scegliere altro che non sia il libro da leggere o il film da vedere; dove tutto possa scivolare addosso come una coperta confortevole sempre del giusto calore. Ma sono qui. In questo presente che non vorrei attraversare, cercando di portare a compimento alcune tra le scelte più difficile che abbia mai dovuto affrontare. Ho scelto (ma forse sarebbe più corretto dire che sono stata scelta) la sincerità più dolorosa. Quella che prima di dare sollievo

Se non ci fosse la poesia

Forse ho perso il conto delle perdite. Se ho perso non deve intristirmi la mia sconfitta Meglio guardare intorno quanti hanno perso con la mia mancanza di vittoria So soltanto di aver giocato e qui continuo a giocare nuovamente vita dopo vita fior da fiore e frutto dopo frutto Se ho perso quel che più duole sono i fianchi anche se il cuore e altre metafore si alterano i fianchi che cavalcano il mondo intero sono quelli che più sangue ricevono con le perdite Forse ho dimenticato il conto delle perdite ma giocando nuovamente qui sono deciso a non parlare delle vittorie sempre che abbia avuto, che abbia, che avrò vittorie personali Meglio commuoversi se non mi sono reso conto, di non aver centrato il bersaglio quando qualcuno aveva bisogno di un sorriso (Fior da fiore - Félix Luis Viera)