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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Porte chiuse

L'illusione dei miei inutili tentativi di gettare ponti, intrecciare fili. Nessun ponte è arrivato all'altra sponda; i fili intrecciati si sono sciolti in disordinata matassa. Ho incontrato porte chiuse senza riuscire a trovare le chiavi che le aprissero. Altre sono state sbattute con violenza sul mio tentativo di varcarle. Mi sono vista diventare un punto sempre più sbiadito sulla linea di un orizzonte sempre meno interessante. Non so chiedere e non so ascoltare. L'anno che inizierà domani sarà uguale a quello che finisce oggi. Ed è un pensare intollerabile.

Perdere la voglia di sognare ancora

C'è stato un tempo, non troppo lontano, in cui questi erano i giorni dell'attesa e poi dello stupore e della gioia. Una parentesi felice in anni di malinconia e solitudine. Mi sembra non saper vedere che l'assenza, la mancanza. Nel tempo del Natale mi è sempre mancata una famiglia numerosa e chiassosa a riempire casa, soprattutto. Una mancanza colmata dalla gioia dei bambini, finché sono stati bambini. Questi sono giorni di una gratitudine cercata senza fortuna, che diventa esercizio doveroso e non quel naturale sorriso che dovrebbe essere. Comprendo tutto l'egoismo del mio sentire e non lo nego e nemmeno lo giustifico. Semplicemente attendo che passi, perché non ho strumenti né energie abbastanza da cambiarlo. Continuo a chiedere una notte che non porti al mattino. E continuo a svegliarmi senza stupore per non essere stata ascoltata. Anche l'Altrove necessario al mio respirare mi ha abbandonato; i miei desideri sbiadiscono. Gli occhi continuano ad aprirsi, il

Sette minuti dopo la mezzanotte

“La mente crede a bugie confortanti, mentre conosce le dolorose verità che rendono necessarie quelle bugie. E la tua mente ti punisce per il fatto che credi contemporaneamente a entrambe le cose” Il proposito era di un libro a settimana. Per trattenere l’eco di pagine che non si chiudono con il finire della lettura. Alcuni libri portano con sé l’urgenza di condividere e parlare, altri chiedono il silenzio, altri ancora scivolano via senza lasciare traccia apparente. Poi ci sono i libri la cui urgenza è talmente forte da tacitare ogni parola per il timore di non saper dire o condividere. Perché la sensazione è fisica e difficilmente può venir trascritta. Forse è quello che mi è capitato con “Sette minuti dopo la mezzanotte”. “Sette minuti dopo la mezzanotte”, di Patrick Ness è un libro bellissimo, che conquista, stupisce e commuove con l’intensità di un incontro felice e inaspettato anche grazie alle splendide illustrazioni di Jim Kay. L’autore raccoglie l’eredità della sc

Un giorno mi perdonerò

Un giorno mi perdonerò. Del male che mi sono fatta. Del male che mi sono fatta fare. E mi stringerò così forte, da non lasciarmi più. (E.Dickinson) La disciplina delle ore, delle liste, dei gesti, delle parole che si compongono negli occhi e sulla pagina. Puntello i miei giorni e il mio perpetuo cadere come nei sogni che non faccio. Copro ferite con silenzi che assordano e stupide canzoni tanto allegre da fare male, oggi. Altrove la neve. Qui è sole gelato e cielo trasparente. Ho bisogno di una coperta e di caldo che accoglie.

Propositi fatiche attese

Anche il proposito di capitare in questo spazio bianco almeno un paio di volte a settimana sembra, in questi giorni, gravoso più di quanto sappia dire. Eppure lo faccio. Come continuo ad alzarmi la mattina, a indossare la mia maschera di normalità e attraversare i giorni. Come continuo a chiedere, la sera, di esonerami  da altre mattine e la mattina, al risveglio, non stupirmi di non essere stata esaudita. Come continuo a camminare nonostante le scarpe rotte e le ossa stanche. Provo anche a continuare i miei piccoli esercizi di felicità quotidiana che, ora come non mai, sono mantenuti in vita dai libri. Da quello che ho in borsa a quelli che attendono sul mio comodino. Ho occhi stanchi e gonfi di troppi pensieri. Ho mani fredde e ferite da minuscoli morsi di enorme ansia. Ho cuore rassegnato e corpo che non so spegnere se non in un sonno di sogni brutti e faticosi. Aspetto il Natale. Sono pronta, nel mio essere completamente impreparata, ad accogliere una Luce, se mi venisse of

Piccoli pensieri di felicità quotidiana.16

E' facile come un pensiero che non si era mai immaginato di poter avere e che invece è diventato presente, possibile e reale nel tempo di un respiro. E' facile come entrare in una stanza che ci appartiene e di cui riconosciamo gli oggetti, l'odore e anche la polvere negli angoli nascosti. E' facile come lasciarsi andare allo stupore di un salto dall'altalena sapendo che un piccolissimo rischio c'è, ma la soddisfazione di farlo, quel salto, è più grande e forte della paura. E' facile come bere direttamente dalla bottiglia quando si ha davvero sete. E' facile come la nostalgia che si prova dopo. E' facile come non si era mai pensato potesse esserlo; come se fino a prima non ci si fosse mai davvero scoperti per quello che si è e che si vuole. E' facile come dire sì alla torta preferita, alla cioccolata. E' facile anche se impossibile, anche se si conoscono fin troppo bene i confini invalicabili del tempo possibile e degli spazi con

Cinque

Tornano i tuoi giorni e i tuoi anni. Cinque. 5. Non credo sia passato un giorno senza che il pensiero di te mi abbia sfiorata. Ancora non ho trovato la ragione di tutto quanto è accaduto; ancora non è fiorito nulla dal dolore. Quello che resta è una ferita in più da curare, da seguire con il dito e con il ricordo. Quello che resta è la mancanza di te che nemmeno ti sei affacciato sui nostri giorni. Quello che resta è il desiderio di incontrarti, un giorno. E riconoscerci.

L'istante prima del sorgere del sole

"L'istante prima del sorgere del sole  probabilmente appartiene a Dio" (D.Kajokas) E penso gli appartenga anche quello immediatamente dopo e tutti gli altri che seguono. Ecco perché non comprendo come possa non ascoltare la mia preghiera di resa e non distribuire diversamente gli istanti che ci sono dati in custodia.

Mulini a vento

E' iniziato l'Avvento. Cerco il silenzio che mi consenta pensieri semplici e invece mi sento circondata da frastuono assordante e disturbante. Ho pensato che tutta la fatica che sento in questo periodo, la sconfitta che mi porto dentro e che sta segnando il mio viso come mai prima d'ora, viene dalla mia ostinazione a crederci e affidarmi. E ho pensato che non posso farne comunque a meno, perché vorrebbe dire cedere a una tristezza rassegnata e insopportabile. Chiedo notti che non abbiano mattina. Ma la mattina arriva sempre. E' iniziato l'Avvento. Spero sia tempo di comprensione per l'incomprensibile che viviamo. Prendere posizione è necessità urgente. Trovare parole che siano nette e non lascino dubbi sull'appartenenza, anche. Lasciare ad altri le urla cattive, i gesti di chiusura e contemporaneamente rimanere saldi e non perdere mai l'orizzonte che si vuole raggiungere. Ci sono persone in cammino, in questi giorni. Ci sono persone che pensavano