Porte chiuse
Da alcuni giorni sbatto contro porte chiuse che pensavo aperte e il dolore, per l'urto inaspettato, sta rendendo i miei pensieri ancora più ingarbugliati del solito e i miei giorni più tristi. Penso alle occasioni di ascolto perse, all'incapacità di comprendere una richiesta di aiuto, agli incontri mancati. Sono stata colpita da disattenzione superficiale e da un'aggressività inaspettata e ne sono uscita delusa, nel primo caso, ferita nel secondo. Forse ho scelto le parole sbagliate, i gesti sbagliati. Ho acconsentito a fraintendimenti che mi lasciano più sola e anche più disillusa. Perché l'errore del mio ottimismo a oltranza è anche questo crederci e fidarmi: per quanto mi possa ripetere che ci si salva da soli, ci si regge da soli, la verità è che ho necessità di presenze che affianchino il mio cammino. E io? Riesco a essere compagna di viaggio per qualcuno? C'è qualcuno che mi chiede di essere sua compagna di strada? Incontriamo tanti volti, tante storie