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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

Benarrivata

Impossibile fingere. Impossibile non pensarci. Impossibile condividere il momento in cui il cuore sembra fermarsi. Impossibile sorridere alla propria incapacità che ferisce sempre. Impossibile non ricordare il profumo, non ritrovare tra le mani la morbidezza della piccola curva. Impossibile guarire da questo rimpianto, da tanta nostalgia, da un po' di rancore. Possibile convivere con una danza di sassolini nel cuore? Possibile fermarli? Possibile non sentire più così male, ogni volta?

Sorridere sempre

Nessuno è indispensabile. Nessuno ha il monopolio del sapere. Nessuno è insostituibile. Com'è possibile che un cielo così azzurro e leggero non renda tutti pochino più disponibili? Com'è possibile che il contagio arrivi quasi sempre dall'ostilità e più difficilmente dalla gentilezza? E perché mi prende questo fremito dentro quando vorrei mordere e invece sfodero una mitezza che spero venga almeno raccolta come arma di resistenza?

Dove sono?

Immagine
E' come se non ci fossero più il tempo e lo spazio necessari. Come se un vento avesse spazzato il mio cuore e lo avesse lasciato vuoto di pensieri. Mi sembra di barcollare, di camminare a occhi chiusi, le braccia protese, le mani aperte a cercare di evitare scontri. Invece vorrei essere toccata, scossa; vorrei inciampare, cadere, rialzarmi. Non è concesso. Il reale ha preso il sopravvento e mi sento persa. Persa in un me stesso che non riconosco. Manca una parte grande di me, di cui sento nostalgia. Dove sono?

Ferma

Se non ci fosse tanto da camminare, mi fermerei e lascerei andare i pensieri dove vogliono. O in nessun posto. Se non posso fermarmi, se non ho modo di dare aria abbastanza ai miei confusi pensieri, rischio di perdermi e di accorgermene un attimo troppo tardi per porvi rimedio senza dolore. E' capitato già. Persa e mai più completamente ritrovata, la parte di me che ancorata all'altrove dà equilibrio al qui. Sono cresciuta? E poi la canzone che continua a seguirmi. Perché se è "nei gesti di ogni giorno", se è lì che ci si perde, dove ci si può ritrovare? E cosa c'è al di fuori di questo amore che "è tutto lì"?

Se non ci fosse la poesia...

A cosa mi è servito correre per tutto il mondo, trascinare, di città in città, un amore che pesava più di mille valigie; mostrare a mille uomini il tuo nome scritto in mille alfabeti e un’immagine del tuo volto che io giudicavo felice? A cosa mi è servito respingere questi mille uomini, e gli altri mille che fecero di tutto perché mi fermassi, mille volte pettinando le pieghe del mio vestito stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome così bello in mille lingue che io mai avrei compreso? Perché era solo dietro a te che correvo il mondo, era con la tua voce nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello dell’amore di città in città, il tuo nome sulle mie labbra di città in città, il tuo

Sola

La solitudine che mi leva il respiro da sempre al solo pensiero, è qui che rindonda più forte. O la notte, quando i pensieri si fanno lucidi come gli occhi stanchi. O guardando foto di gente sconosciuta che sembra felice. Sembra. Appunto. A volte mi basterebbe il sembrare. A volte, invece, non bastano un cielo bellissimo, una voce amata, il calore di un abbraccio. Il più delle volte è richiesto uno sforzo costante, continuo, puntiglioso, per ricordarsi che si cammina insieme, che insieme si contano giorni, mesi, anni. Vita. Che il sembrare può essere più vuoto della solitudine più sola. Ho paura. Soprattutto che la paura non passi.