"...Solo allora vide quanto era misera la sua esistenza. E nel vederne l'altra faccia, ebbe voglia di piagere, lei che, come ho detto, fino ad allora si era ritenuta felice.
Uscì dalla casa della cartomante incespicando, e si fermò nel vicolo imbrunito dal crepuscolo - crepuscolo che è l'attimo di nessuno. (...)
Macabea era lievemente frastornata, e non sapeva se attraversare la strada o meno, dato che la sua vita era cambiata. Cambiata in virtù di parole -dai tempi di Mosè si sa che la parola è divina. Perfino per attraversare la strada lei era ormai un'altra persona. Una persona gravida di futuro.(...)per lei, che non era già più la stessa, una perdita equivaleva ad un guadagno.(...)All'improvviso, ogni cosa era tanta e talmente piena che le venne voglia di piagere.Ma non pianse:i suoi occhi sfavillavano come il sole al tramonto.
A quel punto, scendendo dal marciapiede per attraversare la strada, il Destino (esplosione) le sussurrò rapido e avido:ecco, ci siamo, è la mia ora!(...)
Rimase inerme in un angolo della via, forse per riaversi da tante emozioni, e vide tra i ciottoli dello scarico qualche filo d'erba verde quanto la più tenera delle umane speranze. Oggi, pensò tra sé, è il primo giorno della mia vita:sono nata.(...)
Improvvisamente prestò un po' d'attenzione alla propria persona. Ciò che stava accadendo era un sordo terremoto? (...)
Farò il possibile perché non muoia. Ma che voglia di farla addormentare e di andarmene anch'io a dormire!
A quel punto cominciò a scendere una sottile pioggerellina (...) I sottili fili d'acqua ghiacciata le inzuppavano a poco a poco gli abiti, e la cosa non era affatto piacevole.
Domando: ogni storia che sia mai stata scritta a questo mondo è una storia di patimenti? (...)
Solo ora infatti capiva che la donna, sin dal primo vagito, nasce donna. Il destino di una donna è di essere donna. Aveva colto l'istante quasi doloroso e sibilante del deliquio d'amore, sì, un doloroso rifiorire così arduo, che lei offriva il proprio corpo e quell'altra cosa che voi chiamate anima, e che io chiamo - cosa?
In quell'istante Macabea pronunciò una frase che nessuno dei passanti fu in grado di capire. A volce alta e chiara disse:
-Quanto futuro.
Aveva nostalgia del futuro? Sento l'antica musica di parole e parole, sì, proprio così. In questo esatto momento Macabea sente una profonda nausea, quasi da vomitare. Voleva vomitare ciò che non è il corpo, vomitare qualcosa di luminoso. Una stella dalle mille punte. (...)
La vita mangia la vita. (...)
Non spaventatevi, morire è questione di un attimo, passa subito, io lo so perché ho appena finito di morire assieme a quella ragazza. (...)
E ora -ora non mi resta che accendermi una sigaretta e andare a casa. Mio Dio, solo adesso ricordo che le persone muoiono. Ma -ma anch'io?!
Non dimentichiamo che questa è la stagione delle fragole.
Sì."

(L'ora della stella, C.Lispector)

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