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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

Freddo

Dopo una domenica sprofondata nella pigrizia, dopo un sabato rumoroso e con gli occhi verso tetti che si potevano solo sfiorare, oggi le mie mani non trovano calore. Neppure nel tepore di una tazza bollente. Il finire dell'inverno è ancora lontano. Il profumo della primavera è nel pizzicore che muove il mio respiro. Cerco un panno colorato in cui avvolgermi. O un abbraccio, in cui dormire a lungo e senza sogni.

Abbraccio

Mi spetta il dovere della felicità. Per quanto ansimante. Lo devo a voi.

C'è bisogno di tenerezza

Il profumo di una pasticceria e in bocca il burro di una brioche vuota. Vorrei che il mio cuore fosse altrettanto vuoto e leggero. Uscire dal calore del letto, stamattina, con un freddo tanto bianco da ferire gli occhi, è stata una fatica sterile. Se ci si sente zavorra di noi stessi bisognerebbe avere il coraggio di sparire. Ma sparire non si può, non è per me, che desidero trasparenza e invece sono ingombrante come una mongolfiera che ha dimenticato di essere nata per volare. Riempio la mia mattina di gesti non rimandabili nella loro inutilità. Riempio i miei gesti freddi con il calore del mio fiato corto. E aspetto l'acqua. Intorno, dentro. E i pugni sferrati alla mia immagine riflessa.

Forse ho capito una cosa

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I pugni allo stomaco, la stretta al cuore, le porte in faccia. Al momento reggo benissimo e per qualche giorno cammino inconsapevole della pietra sospesa sulla mia testa. Poi mi siedo. E la pietra mi schiaccia. Ecco. Non dovrei sedermi mai... C'è bisogno di tenerezza.

Dormire, al più presto

La solitudine sceglie con cura i corpi in cui abitare, ci si accomoda discreta e, con garbo pesante, occupa spazi sempre più vasti. La solitudine, la mia, nasce da un assoluto deisiderio di altri intorno a me. Nasce dalla smisurata fantasia che da piccola mi faceva vivere in mondi paralleli che ho perso, con grande dolore, crescendo. La mia infinita solitudine non è guaribile. Posso solo dimenticarla, per un po', lasciandomi circondare da un abbraccio. Ma stasera, un abbraccio non c'è. Devo ripetere al mio cuore che il solo amico possibile è il mio anonimo io. Altri non sono. E se ci si abbandona all'illusione, ci si può fare tanto male.

Risveglio

Ho avuto la grazia di un sonno privo di sogni o di pensieri come quello che mi ha svegliata: una spiaggia vuota e il leggero sciabordio di un 'onda E' tutto bianco, oggi. Perfino il sole. E anche il mio cuore sembra faticare nel trovare il giusto ritmo del battere.

Ricotte

Scaldo la mia casa, ordinata e silenziosa, con candele profumate dopo una mattina di finestre spalancate al freddo e detersivi. Scaldo le mie mani con una tazza colma di caffè bollente che sento scendere e spandersi dentro di me. Tra poco uscirò. Ufficio. Lavoro. Pensieri oblligati. Ora, qui, in questo silenzio ancora un po' freddo, tra questo profumo che si mischia ai miei pensieri, leggo parole inaspettate e ne rubo altre per trovare i passi di questo giorno. "E se potessi amarti, t'amerei", ho letto poco fa. I miei passi sarebbero ancor più zoppicanti, senza i miei furti quotidiani di versi e parole. Senza l'attesa, dopo tanto tempo, per l'uscita di un libro nel quale spero di perdermi ancora una volta. Senza la sorpesa di un inciampo dal tempismo perfetto. I miei passi sarebbero incerti senza la consapevolezza della loro incapacità di procedere dritti per il sentiero segnato da altri per me.

Chissà

Può bastare un attimo per svegliarsi. E servirà tempo per tornare a sognare. Oppure non ci si sveglia mai e il sogno è proprio il timore del risveglio. E in tutto questo io dove sono?

Pensieri bagnati

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Lavo i capelli e con essi i pensieri. Strano come sotto l'acqua tutto appaia più chiaro e come, uscendone, non riesca a ritrovare la stessa nitidezza. Con lo specchio appannato non mi vedo e capisco. Il vetro schiarisce, mi vedo, mi confondo. Come dentro ai sogni che non si riescono a raccontare al risveglio. Forse per questo il sonno mi manca tanto. Perché nel sonno comprendo i passi e i movimenti. Raccolgo i pensieri in ordinate fila. Desideri e pensieri non camminano sempre gli stessi sentieri. Gesti e pensieri non percorrono sempre le stesse strade. I miei pensieri di questi giorni sono pensieri bagnati. E profumano di primavera. Un anno fa era l'inizio di un lungo inverno. Forse il cerotto si è staccato. E la ferita?
Ode barbara XIII Miei vecchi amori. Visibili ore di un secolo che non vuole morire. Si rompono continuamente lune intorno a me. La luce che m’illumina di certo verrà da stelle spente. Tutta la notte sradico sentimenti dal mio petto che resta sempre verde. Erbacce con radici d’eternità. Mi stordisce il rumore del tempo. Scendo in una notte più profonda di quella vera con una duplice tenebra negli angoli e caligini d’usi passati. Camminando lentamente, attento a non svegliarvi. (Nasos Vaghenàs)

Mattina

Ho mescolato i miei sogni al rumore di chiacchiere e stoviglie. E ho aggiunto un desiderio di sogno che mi ha riportato in un sonno lieve e consapevole. Ho preso il tempo e l'ho messo da parte. Come ne avessi tanto, come se potessi farne a meno. Ho consentito alla pigrizia di rallentare i miei gesti, di sedere a lungo davanti alla colazione. Ho socchiuso i miei occhi alla luce chiara di questa mattina celeste, che fa pizzicare il naso e respirare a fondo. Può iniziare la mia giornata. Con la musica forte che non posso più scegliere, da quando ci sei tu che balli. Con le chiacchiere veloci che non posso interrompere, da quando parli tu. Con i gesti teneri che portano un risveglio lento e che non so fermare, quando ci sei tu.

Nel mezzo

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Nell'aria si muove qualcosa che non è più inverno. Anche la pioggia dei giorni scorsi profumava di nuovo. Oggi la luce ha stentato ad arrivare e quella che è riuscita a vincere il grigio del cielo è timida. Eppure ho colorato di primule il nostro terrazzo, ho guardato i germogli tenaci dei rampicanti delicati. Le mani nude e gelate, sporche di terra. Il doppio strato di tutto a riparare dal freddo. E ora il tepore della poltrona sfondata e di una coperta colorata. Eppure ho colorato il nostro terrazzo. Di primule e viole. Di aria che non è ancora primavera ma non è più inverno. Anche i miei pensieri sono cosi'. Non più, non ancora.
La notte So poco della notte ma la notte sembra sapere di me, e in più, mi cura come se mi amasse, mi copre la coscienza con le sue stelle. Forse la notte è la vita e il sole la morte. Forse la notte è niente e le congetture sopra di lei niente e gli esseri che la vivono niente. Forse le parole sono l'unica cosa che esiste nell'enorme vuoto dei secoli che ci graffiano l'anima con i loro ricordi. Ma la notte deve conoscere la miseria che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee. Deve scaraventare odio sui nostri sguardi sapendoli pieni di interessi, di non incontri. Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa. La sua lacrima immensa delira e grida che qualcosa se n'è andato per sempre. Un giorno torneremo ad essere. (Alejandra Pizarnik)

Piove

Il mio cuore sparpagliato è uscito sotto la pioggia e si è lasciato bagnare. La pioggia non riesce a cancellare le tracce di destini incomprensibili che si possono solo camminare. Ci sono giorni senza luce, come oggi. Ci sono dita che cercano un interruttore. E mani dispettose che lo nascondono. Ho pensieri bagnati. Come i mie capelli. Come il mio cuore.

Pensieri

I miei capelli, io li ho tagliati. Quasi un tentativo, vano, di riordinare i pensieri. I tuoi capelli, tu li hai peduti. E ora sogni che ricrescano ricci e disordinati come non li hai mai avuti. Le parole che stasera non si lasciano trovare si sono perse mentre le dita passano tra i capelli, mentre sul capo s'immagina la pressione di una mano che regala la carezza desiderata. Il cuore può avere sussulti e vedere anche ciò che non è visibile all'intelletto. E l'intelletto può decidere di lasciarsi guidare dal cuore. Vorrei averti intorno, sempre. Inciampare in te, sempre. Lasciar cadere le mie parole sulle tue. Lasciarmi attraversare dalla tua voce. E dalle tue mani. E vorrei non esistessero gomme per cancellare. Ho tagliato i miei capelli. I pensieri, però, sono rimasti scompigliati. Potrai volermi bene?

Se non ora quando?

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ADESSO!

E ora il silenzio

Ora che il silenzio è tornato tra le nostre mura, che le luci si sono fatte più tenui, posso sentire la stanchezza di questa giornata come un leggero peso che mi porterà nel sonno. Finalmente il peso che mi coprirà sarà quello di una stanchezza piena di un corpo che si è mosso, ha attraversato movimento e voci e risate e vita. Gli occhi hanno brillato per tutto il giorno. Prima per l'attesa, poi per l'entusiasmo di sentirsi il centro del mondo, che non è mai piccolo, quando è il nostro e si hanno dieci anni. E' in quegli occhi che ho respirato oggi. E' nel sorriso che animava la voce che ho percorso oggi il mio cammino. Per arrivare qui, stasera, con questo silenzio intorno ancora vibrante di energia e giochi. Per arrivare a sentirmi beatamente stanca. Questi sono i giorni che vorrei. E' questa la vita che vorrei indossare.

Pozzanghera

Profumo di cioccolato e zucchero; la cucina da riordinare. La strada verso il sonno è ancora lunga di oggetti da riporre, pacchetti da incartare. Pensieri? Tanti e non riordinabili. Da alcune settimane non ricordo bene i miei sogni. E il ricordo mi manca. Come manchi tu. Come manca l'appartenenza a qualcosa di oltre a noi stessi. Come mi manco io, talvolta. E' stata una settimana senza luce, a dispetto della trasparenza del cielo. E' stata una settimana di consapevolezze dolorose: riconoscere la propria inevitabile, sempre ripetuta incapacità di dire, chiedere, cedere, anche... Rimangono le ferite, e non si cicatrizzano mai. E' stata la settimana dei tuoi dieci anni, della tua prima scelta autonoma su te stessa, il tuo corpo. Quel piccolo forellino lo dimenticherai presto, ma è stata la prima scelta che hai fatto da sola e da sola compiuta. La mia mano era vicina alla tua, semplicemente vicina. Anche per questo domenica saremo insieme. Domani l'invasione

Si amavano

S i amavano. Pativano la luce, labbra azzurre nell’alba, labbra ch’escono dalla notte dura, labbra squarciate, sangue, sangue dove? Si amavano in un letto battello, mezzo tra notte e luce. Si amavano come i fiori le spine profonde, o il giallo che sboccia in amorosa gemma, quando girano i volti melanconicamente, giralune che brillano nel ricevere il bacio. Si amavano di notte, quando i cani profondi palpitano sotterra e le valli si stirano come arcaici dorsi a sentirsi sfiorare: carezza, seta, mano, luna che giunge e che tocca. Si amavano d’amore là nel fare del giorno e tra le dure pietre oscure della notte, dure come son corpi gelati dalle ore, dure c
SE NON ORA QUANDO? "In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che, va ricordato nel 150esimo dell'unità d'Italia, hanno costruito la nazione democratica. Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò no

Dieci anni

Per la tua vita, desidero felicità. Che sia come un vento di primavera: leggero e brioso, come quando per la gioia si cammina sulle punte dei piedi e si danza, quasi. Che sia come un vento d'estate: esagerato fino a doversi sdraiare tra l'erba che profuma di caldo e a socchiudere gli occhi per provare a vedere il sole. Una felicità accecante come la luce dell'inverno e piccola, e fragile, come un fiocco di neve che per non lasciarlo sciogliere si trattiene il respiro. E colorata come le foglie dell'autunno e profumata come le piogge che ti faranno compagnia mentre inizierai a sognare. Per la tua vita, ti auguro una piccola felicità per ogni giorno in cui aprirai gli occhi. Felicità conquistate e regalate. Ti auguro un cuore che sappia volare, un cuore pieno di meraviglia da condividere con chi farà un tratto di strada con te. Da parte mia, sarò come un albero con rami grandi che proveranno a trattenere un po' il vento che sarai. Un albero che,

Copio e incollo

In questi giorni non ho molte parole e i pensieri sono invece pesanti. Cerco allora parole d'altri che mi regalino il respiro, e il tempo, che mi mancano. Oggi ho trovato queste. Bellissime. Il plenilunio Niente, non aspetto piú niente da te, cielo, Dovunque mi aggrappi cado con fragore Dal tuo tetto d’aria colmo di conchiglie Dal mazzo arrugginito delle tue stelle; Una luna spropositata sorge in me S’ingrossa minacciosa sui miei crinali Sorgerà un plenilunio a frantumarmi. (Antonis Fostieris)

Lunedì

Ci sono giorni il cui la sola parola possibile è il silenzio. Notti e mattine che si possono soltanto lasciar scorrere sulle guance. Anche il respiro è gonfio e rimbomba. Eppure c'è il sole. E un freddo che obbliga a ricordare di essere vivi.

Regalo

Ho ricevuto un dono. E questo è il mio grazie. Copio e incollo Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile quando Dio creò Me creò Me quando Dio creò la scimmia stava dormendo quando creò la giraffa era ubriaco quando creò i narcotici era su di giri e quando creò il suicidio era a terra Quando creò te distesa a letto sapeva cosa stava facendo era ubriaco e su di giri e creò le montagne e il mare e il fuoco allo stesso tempo Ha fatto qualche errore ma quando creò te distesa a letto fece tutto il Suo Sacro Universo. ( Bukowski )

I dì d'la merla

Con tanta neve intorno gli spigoli dei giorni difficili si sono ammorbiditi. Il freddo ha congelato la fatica inutile per cercare il calore in movimenti cauti. Alberi pesanti di neve, cielo luminoso di neve. Nasi all'insù, capelli bagnati, mani fredde, gote arrossate e felicità piccina. Sprofondare di qualche centimetro, anche sapendo il passo sicuro, porta con sè un'incertezza che rende prudenti e curiosi. Con tanta neve intorno, il cielo non è mai veramente buio. Così la notte. E poi. Una collina con una casa nascosta alla vista e aperta sul panorama più bello. Il calore di una stufa e il freddo di una camera in cui solo abbracciando una bimba che cresce si possono fare sogni belli. E ancora. Una presenza rara che riporta presenti gesti amati, ricordàti con la nostalgia di un affetto che il tempo non sfuma nella memoria e neppure nel cuore. E poi, ancora. Rumore e gioia di bambini, visi sorridenti nel ritrovarsi. Abbracci. La casa del cuore è la bussola intorno a