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Visualizzazione dei post da ottobre, 2006

Tutti diversi

Qualche giorno fa Barbara mi ha detto “Sai, tutti vogliamo che i nostri figli non si sentano diversi dagli altri”. E se invece cominciassimo a volere che i nostri figli fossero tutti diversi tra loro? Unici come in realtà sono? Comincerebbero a desiderare giochi tutti diversi? A volere scarpe che non regalano nient'altro che piedi comodi? A spegnere il televisore che noi gli accendiamo? Alice pensa che i suoi compagni africani siano molto abbronzati; quelli cinesi un po' meno abbronzati e che lei sarebbe abbronzata, se non fosse stata tanto sotto l'ombrellone. I bambini forse vogliono sentirsi tutti uguali, ma perchè sanno di essere speciali; ne sono assolutamente e incredibilmente consapevoli. Noi vogliamo essere tutti diversi perchè abbiamo bisogno di sentirci speciali come abbiamo dimenticato di essere e inseguiamo la nostra unicità omologandoci a modelli costruiti da altri. Chi riesce oggi ad essere fiero della propria banale unica normalità senza passare per snob o pe

Apnea

Da bambina, quando addormentarmi faceva temere il risveglio, mi veniva in soccorso un sogno. Nuotavo in un caldo, tranquillo, conosciuto mare, illuminato debolmente da una presenza che non ho mai chiamato con un nome. Nuotavo come fossi stata un vero pesce: non avevo bisogno di risalire in superficie per prendere aria. La serenità del sogno mi accompagnava al risveglio e la giornata temuta mi sembrava meno gravosa. Adesso che il risveglio sembra desiderarmi così poco, non riesco più a trovare il mio sogno. Allora entro in una stanza con le pareti colorate da ampie onde azzurre e mi siedo a guardare il sonno di Alice e Francesco. Alla debole luce che illumina i loro sogni, guardo il sonno fiducioso e libero di due bimbi che vivono nel mio stesso mondo come fosse un mondo meraviglioso. Ascolto il respiro, accarezzo i capelli sudati, raccolgo pupazzi caduti. Guardo il loro sonno finché diventa un poco il mio; e allora so che posso attraversare la mia notte.

Torno in autunno

Mi sembra di vedere confusi anche gli uccelli. Provano a radunarsi sui fili elettrici, nei campi; provano ad accordarsi sulla partenza, ma il caldo di questi giorni li fa dubitare. E se domani, improvviso, arrivasse davvero l'autunno? Sarebbero pronti? Io aspetto l'autunno, come ogni anno. Questa fine d'estate mi e' sembrata lunghissima e pesante. Ho voglia di maglie calde, giacche e cappotti. Desidero guance arrossate dall'aria e labbra morbide di burro cacao. E' stata, la mia, un'estate che mi sono negata. Ho vomitato pensieri e parole che non ho mai pronunciato. Mi sono gonfiata fino ad implodere di un'aria che non ho voluto soffiare. Dovevo farlo. Era quello che mi sentivo di vivere. La mia fatica non detta, i pensieri di cui mi vergogno, il desiderio (l'utopia) di essere sentita e ascoltata nel mio urlo soffocato. Sono tornata da un mese. Settembre e' stato tremendo. Una corsa da fondista che richiederebbe una vacanza, un'altra estate: