Agosto

Quale abito indossare?
Li raccolgo i capelli?
Incertezze come la prima volta e, in qualche modo, come sempre.
Stamattina mi e' parsa lunghissima. Poca voglia di fare, di depennare dalla lista le differenti incombenze che mi separano dalle vacanze.
Stamattina, come ieri pomeriggio del resto, la mia solitudine antica e futura è stata la sola compagna delle mie ore.
Ho fatto un test. Per cancellare un pensiero che non mi lasciava e che mi teneva in bilico. Il risultato mi ha lasciata sospesa: sollievo o tristezza? "Ragione o sentimento"?
Ho comprato cose: libri per me e per altri, un paio di occhiali da sole che però detesto portare, una maglietta e dei pantaloni per rispettare il rito dei saldi stagionali, una mucca per un compleanno.
Ho scambiato sorrisi e parole.
E poi il silenzio.
Quello che hanno i miei giorni se non sono io a far entrare le voci, se non sono io a cercare.
Nessuno si ricorda chi sono.
Nessuno si ricorda che ci sono.
Le altre stagioni sono più facili: incontrarsi, a scuola, al lavoro, è inevitabile. Inevitabili gli scambi di sorrisi e parole banali.
Ma è l'estate il mio allenamento per quello che sarà il mio destino.

Oggi è l'incontrarsi.
Ho un appuntamento importante. E un po' ho paura. Di non riuscire ad essere io per timore di non essere ciò che desidera chi mi attende.
Domani sarà acqua e musica. E notte di mani che si trovano, spero.
Lunedì sarà diverso.
Un cortile abbraccerà il mio isolamento. Ne ho bisogno. Ho bisogno di giorni spesi in un niente leggero. Ho bisogno del rumore dei bambini, dei miei bambini. Ho bisogno di assopirmi al sole del dopopranzo. Ho bisogno del luogo dove trova casa il mio cuore.

Il desiderio di evanescenza non mi lascia.
Potessi smettere di sentire il confine del mio cuore e vivere soltanto del mio corpo, potessi essere solo carne e nessun pensiero...
La dissolvenza è la mia conquista mancata. Ma ho tempo. Arriverò.

E domani sarà agosto.

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