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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Pausa pranzo

Parole sconnesse a ore insolite.  Accelera il cuore e si fa corto il respiro.  La pelle si fa sottile e sensibile e porta un pensiero che si sceglie di non ascoltare e allora si manda un messaggio a un'amica; che propone un caffè.  Alcune giornate iniziano così.  Proseguono grigie e fredde con un desiderio di neve.  Il freddo rallenta il pensare.  Il pensare rallenta il fare. Attendo il ritorno a casa, la poltrona, le pagine che dovrò registrare, i racconti polemici e un po' ridicoli dei ragazzi. Il profumo della cena e il sonno preceduto dalla consapevolezza dei sogni.  Ma intanto sono qui, con le mani fredde su questi tasti neri e consumati. A cercare un ordine fra la confusione di pratiche sterili, non riuscissi a vederci sempre un nome e un volto, dietro ai fascicoli. Intanto sono qui. Il mio muovermi fisico è qui. Il mio pensiero è lontano, oltre la finestra che si affaccia sulla piazza vuota, a quest'ora, e ancora più in là. E' sotto un piumino ca

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 19

Alcuni giorni arrivano per essere attraversati con la consapevolezza del sogno ad occhi aperti. Allora ci si ritrova tra le dita il profumo che si è desiderato tanto tornare a sentire e la pelle, finalmente, ne viene saziata. La pioggia sottile e gelida di ieri ha portato un risveglio di nebbia che fatica a sollevarsi, stamane. Va bene così: rallenta i gesti e i pensieri ancora ingarbugliati tra ore sospese in un Altrove senza un luogo caldo per accoglierlo. Va bene così: torneranno il sole, le corse attraverso giorni mai abbastanza lunghi per tutto. Va bene così: si vive anche di questo andare e tornare tra i sogni, la veglia, il sonno, la consapevolezza e la follia.

...continua...

E vorrei imparare l'indulgenza. Verso me stessa, verso te. L'indulgenza per noi che ci cerchiamo e perdiamo e feriamo e ritroviamo; che siamo stati e saremo ancora, lo so, tanto presuntuosi da pensare di non aver bisogno della nostra pelle che si tocca, delle nostre mani che si cercano, delle nostre bocche che si confondono. Vorrei imparare la saggezza della follia leggera dei gatti in bilico sul cornicione. E imparare a cadere senza farmi male. E imparare quasi a volare sopra i sensi di colpa e i timori e invece vivere il giorno, anche uno solo, come se fosse tutta la vita. Ed esserne grata. Ancora vorrei imparare a contraddirmi con un sorriso sghembo e orgoglioso. E a volermi bene per volerne altrettanto. Vorrei conquistare la capacità di non rinunciare a ciò che mi fa stare bene. E vorrei che questo sfriccichino nello stomaco mi facesse compagnia sempre. E vorrei saperlo riconoscere e farlo crescere. Forse è il finire di gennaio, il sole e l'azzurro fuori dalla mia

Sogni e disciplina

La disciplina dei gesti fatica a mantenersi integra.  Ci sono piccole crepe che lasciano entrare fiammelle di distrazione. E poi ci sono le mie intuizioni, quelle che non riesco a fermare, a non ascoltare, e che mi portano sempre le conferme che non vorrei. Nemmeno ho bisogno delle conferme, veramente: se la mia pelle mi dice qualcosa, quel qualcosa c'è. Nonostante notti di sonno umido e vicino. Nonostante i giorni di quotidiana familiarità. Forse è proprio in momenti come questo che dovrei concentrarmi di più sulla routine che mi sono data per non scivolare e cadere nel bel mezzo di questa tormenta che non vuole saperne di allontanarsi da me. Eppure è proprio in momenti come questi che desidero rifugiarmi tra pagine di parole che mi possano portare Altrove.  Accolgo la mia debolezza, la tua. Lascio che mi ferisca e spero di non ferirti.  Come fossi due, mi trovo a vivere un solo giorno. Faccio sogni che ricordo sfumati ma comprendo lucidamente. Accolgo la mia prudenza, la

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 18

Il tempo di una sosta in questo angolo di altrove. Conquista difficile in una settimana di lavoro affannoso. Da ieri sera ripenso al viso sorridente di T: un viso sorridente illuminato dalla consapevolezza di aver trasformato la propria vita nel progetto che si pensava da ragazzi. Incontrare persone come T scalda il cuore e dona speranza perché il mondo possa continuare a essere il luogo fantastico che potrebbe essere grazie ai passi che noi possiamo scegliere di fare. Ecco. T sceglie un po' anche per me, che quel sorriso e quella luce le ho velate da non scelte, dall'adesione a disegni e progetti di altri per me. Sono grata a T e a chi come lui rende lieve i passi di noi tutti. Sono grata che mi abbia fatto ricordare che forse, un giorno, potrei trovarlo anche io il coraggio della leggerezza live e consapevole e responsabile.
Ripenso al buio pesto degli ultimi giorni dell'anno. Un'oscurità che porto dentro anche oggi, nonostante il cielo luminoso e il sorriso che indosso. Ripenso all'impossibilità di lasciarmi andare a quel buio e mi chiedo se sia una salvezza o una condanna. Tutto ciò che quel buio abita, è ancora presente: nell'oscurità vedo lucidamente. E' questa lucidità che non dovrei perdere quando riesco a risollevarmi abbastanza da camminare, invece che strisciare. E in quel buio dovrei invece ricordare la mia capacità di resistere e sorridere. E dovrei ripetermi e ricordare che alcuni pensieri, come certe lettere, sono veri di notte e falsi di giorno. E che ho le parole di altri per me a reggermi. Come fanno anche oggi le parole, e la musica, di Fabrizio De André.

Pioggia

Ho bisogno della pioggia. Del rumore sui tetti, e sotto le suole. Ho bisogno di correre per non bagnarmi troppo e scrollarmela di dosso una volta al riparo. Ho bisogno di una giornata di pioggia incessante e decisa. Di quello che sembrano prive di luce e colme di musica. Ho bisogno di pioggia. Ho sete.

Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 17

Vedere un libro e comperarlo senza pensarci un attimo; leggerne le prime pagine e ricordarsi che l'amore a prima vista esiste. Preparare il tavolo per una merenda speciale. Il colore rubino dell'infuso ("...più del sapore, il colore del tè..."), il sapore morbido di una deliziosa crema artigianale, i biscotti allo zenzero su cui spalmarla. Il cielo che promette pioggia. O, miracolo, neve?

2019

"Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli." (V. Woolf, Diario di una scrittrice) Se l'oggi deve essere attraversato, facciamolo.