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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

Strade

Si perde la strada senza un perché. Per un sospiro da niente, per un inciampo da nulla. Si perde la strada a volte con consapevolezza e ostinazione. Per un momento durato troppo a lungo, per uno sguardo negato. Si perde la strada. E ritrovarla può essere percorso troppo faticoso per il mio poco fiato. Servirebbe una mano, a guidare i passi. Servirebbe un cuore, a contare i battiti. Servirebbero occhi, a evitare nuovi inciampi. Servirebbero parole, a distrarre il tempo della fatica. Si perde la strada e si prosegue perduti, fidando nel cielo che prima o poi ripiegherà per il giusto sentiero.

Capita

Capita. Che anche solo la possibiltà di vedere un film vagamente romantico sembri troppo. Che anche solo sentire una mille volte già sentita canzone pop sembri troppo. Capita. E non si vede altra soluzione che soffocare ogni sentire. E poi capita di accorgersi di essere troppo vivi per non sentire. E allora fa male.

"Oh, boy!" quante sono le "cose che nessuno sa"...

Alice mi passa i suoi libri. Io inizio a non sconsigliarle i miei. La curiosità la porterebbe a letture che penso non assaporerebbe come potrà fare tra poco, pochissimo tempo, ma in questi giorni, lei mi ha prestato "Oh, boy!" e io "Cose che nessuno sa". Forse ho azzardato, ma a volte mi sembra così grande e così profondo il suo mistero, che condividere le pagine di un libro con lei, che come me sa perdercisi... "Oh, boy!" è leggerezza. Come anche l'altro libro che avevamo letto della Aude ("Cecile"), parla di diversità e con un sorriso racconta di come in realtà, essendo tutti diversi, nessuno lo è davvero. Racconta una storia drammaticissima con ironia e leggerezza e luminosità. Come altre volte, leggendo la cosiddetta narrativa per ragazzi, mi sono chiesta se chi classifica i libri li legga davvero. "Cose che nessuno sa" è il secodno libro di Alessandro D'Avenia. Il primo era capitato a casa quasi per sbaglio e ne avevo g

Sbaglio

Un giorno te ne andrai. Dopo esserti assicurato di aver annaffiato abbastanza le tue piante, dopo che avrai insegnato loro a trovare l'acqua da sole. Un giorno te ne andrai. Perché non si può vivere con qualcuno a cui non si vuole più rispondere, non si può vivere di silenzi pieni. Non so come fare per trattenerti, non so come fare per farmi ascoltare. Non so come fare. E sbaglio. Sempre. E continuo a sbagliare. Quando parlo. E quando taccio. Quando mi perdo tra le pagine di un libro, quando vivo e mi ricordo che ne sono capace. Quando mi dimentico che sono leggera e banale e sufficientemente stupida da non riuscire a non sentire ancora un grammo, là, in un angolo impolverato del cuore, del mio ottimismo a oltranza. Sbaglio quando lascio che lo stomaco viva l'ansia al posto mio. Sbaglio quando penso che diventare trasparente sia l'unica soluzione. Sbaglio per il solo respirare, per il battito del mio cuore, per il poco sonno e il troppo sogno. Sbaglio quando soff

Pausa pranzo

Un'intera mattina senza connessione ricorda quanto siamo legati da questa rete sottile, invisibile e inevitabile. Un'intera mattina di attesa sospesa e nessuna distrazione se non dalle voci vicine. E poi, in un attimo, la scintilla del mondo là fuori. Adesso un pranzo che sa un po' di carnevale e il caffè mentre frugo tra le notizie, senza leggerle davvero, tra la posta arrivata mentre "non c'ero" senza premura di rispondere, pero', tra le pagine che scandiscono il mio stare qui. Alle dieci, per esempio, la poesia. Il tempo che sembrava perso, in realta' si recupera con poco. A volte serve sparire anche per poco per riprendere le giuste misure dei giorni.

Certi disegni

Ritrovo, riordinando un armadio in ufficio, alcuni disegni dei bimbi. Scarabocchi deliziosi e trabocccanti d'amore. Le dediche tracciate con mano incerta. Il regalo di questa mattina iniziata con timidi fiocchi ghiacciati, con troppe chiacchiere per il poco tempo, con un sussurro a cui non avrei dovuto dare ascolto. Cerco in quei segni i contorni di quello che sono ora i miei figli. Ora che stanno attraversando l'infanzia per arrivare dove? Chiudo gli occhi e la domanda la sento viva sulla pelle.

Sera grigia. E pensieri colorati

Chiudo gli occhi e i pensieri mi si riempiono di colore. http://www.lineadombra.it/raffaello-verso-picasso/la-mostra Chiudo gli occhi e i pensieri si coprono di neve pesante e lieve, e il respiro dell'aria fredda respirata sotto un ombrello troppo piccolo per me e il mio fidanzato di oggi, che mi stringeva stretto e che ormai è abbastanza grande da abbracciarmi tutta. Pomeriggio regalato. Eppure stasera sono capitata qui pensando a versi come questi, letti stamattina, tra una registrazione e una pratica telematica. Eppure se non ci fosse la poesia, nei miei giorni... Sera grigia Mi duole in petto la bellezza; mi dolgono le luci nel pomeriggio arrugginito; mi duole questo colore sulla nube – viola plumbeo viola repellente; il mezzo anello della luna che brilla appena – mi duole. Passò un battello. Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.

Sarei un po' stanca

La pioggia colorata dai fiori gialli che ho messo nei vasi. Fiori piccoli. La mia giornata dovrebbe stare tutto in questa frase. Amo la pioggia. Amo i fiori gialli che mi sono regalata. E però i giorni continuano a riservarmi sorprese faticose e pensieri pesanti. E però non posso permettermi la leggerezza che saprei, i sorrisi che saprei, la distrazione che saprei. Sarei un po' stanca.

Piove

Piove e mi sento meno sola e la malinconia del pensiero si fa più dolce. Ho aperto la finestra, poco fa, e l'aria fredda immediatamente si è fatta ossa e ho pensato a un'altra finestra aperta, ad altro rumore di pioggia nel buio. E ai piedi freddi. "Piove, e se piovesse per sempre sarebbe questa tua carezza lunga " (P.Cappello)
Qualcuno ha detto che la felicità è avere una buona salute e una cattiva memoria. Ecco.

Quel che ora sappiamo

Quel che ora sappiamo è quello che non volevano sapere fino a un attimo fa, quello che guardavamo senza vedere, che sfioravamo senza toccare. Se non si riesce a chiudere il libro di Catherine Dunne dopo il primo capitolo, e si è genitori, le pagine, le parole, le emozioni, gli incontri, gli inciampi e le speranze delle pagine seguenti si leggono nel tempo di un respiro trattenuto. La storia inizia con la tragedia e termina con una speranza. E lascia il desiderio di fare, parlare. Di vedere e toccare. E sapere. Ho due figli, a metà strada tra l'infanzia e i ragazzini, come fossero nella terra di nessuno che precede il sonno e non è ancora sogno. Due figli che in questi giorni hanno vissuto passaggio importanti, che non dimenticheremo, che hanno aperto i loro occhi e i nostri cuori. Che mi hanno commosso, che ho abbracciato, che ho ringraziato per il dono di averli avuti, proprio loro, così speciali. Due figli che, ciascuno per strade diverse, sono in qualche modo "diventa

Non credere che remare

Nel silenzio che vorrei poter indossare, solo parole di altri possono dare voce ai miei pensieri. Anche ai pensieri che non so di pensare. Se non ci fosse la poesia non potrei essere qui a ricominciare. "Non credere che remare su una barca col peso degli anni sulle braccia, su una barca che rischia di affondare sia la gloria o la vita è soltanto la paura lontana che quel fiume possa anche travolgerci nel cuore. Il sentimento non è mai parola  e nemmeno pietà, ma solamente un grazie della vita che domanda se l'amico sia vero o solo un sogno" Alda Merini. Per me.