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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Ragazza, donna, altro

Non so da dove iniziare, nonostante l'urgenza di parlarne e scriverne. Ne ho parlato, tanto, con i miei figli,  provando a condividere con loro il dono di una lettura illuminante che avrei desiderato non arrivasse all'ultimo capitolo. In un momento che mi sembra spesso livoroso nel sottolineare le differenze, l'incomunicabilità, una lotta che sembra più contro qualcosa o qualcuno che non a favore di qualcosa o qualcuno, il libro di Evaristo è uno sguardo nuovo, sorridente e accogliente verso chiunque voglia provare a sentirsi parte di una comunità di esseri umani mettendo in campo solo se stesso, ma completamente. La scrittura è inizialmente spiazzante. Non c'è quasi punteggiatura, nessuna lettera maiuscola per iniziare una nuova frase; nulla indica il dialogo. La scelta di andare a capo seguendo quasi il ritmo del respiro mentre la protagonista parla o pensa, fa somigliare la prosa a una sorta di componimento poetico. Si comincia a leggere cercando il punto, che non si
 Macabea ha ricevuto in dono la grazia del sonno e riesce a dormire anche quando attraversa giorni e settimane e mesi e anni privi di prospettive anche solo vagamente luminose.  Quasi sempre. Capitano notti in cui proprio il sonno non arriva, perché le novità del giorno non sono state quelle sperate, perché le preoccupazioni pesano più della stanchezza, perché Macabea ha capito con chiarezza che questo tipo di difficoltà non possono essere condivise se non con pochissimi e con grande attenzione, perché a nessuno piace stare accanto a chi è ha necessità di denaro. Anche se lei non pensa nemmeno a chiedere quel tipo di aiuto ad altri se non a se stessa, e cerca solo una via percorribile, si sente talvolta come coloro che vengono additati come portatori di sfortune, come fosse in qualche modo contagiosa. Macabea prova a restare concentrata su ogni singolo respiro e a non pensare se riuscirà o meno a farne un altro. Su ogni singolo passo, uno dopo l'altro. Ha il timore di aver sbagliat

Il colibrì

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  "Io credo che tu sia la parte migliore della mia vita, la parte che si può sognare" Questa frase, riportata anche in quarta di copertina, mi segue da qualche giorno e non mi consente di fermare un'idea precisa del libro. Non avevo mai letto prima un libro di Sandro Veronesi e forse anche questa conoscenza richiederebbe maggior frequentazione. Marco Carrera, il protagonista, è un oculista che sembra guardare più dentro se stesso che negli occhi dei suoi pazienti e dei suoi affetti. E' sposato, ha una figlia, un fratello lontano; ha perso i genitori e una sorella. Ama Luisa di un amore mai consumato e perciò eterno. Non sopporta la psicoanalisi ma ne è circondato attraverso le donne della sua vita e vi si rappacifica grazie a uno psicologo che proprio all'inizio del libro gli svela una verità che cambierà la vita di entrambi. Leggiamo la vita di Marco, apparentemente lenta, ferma come il colibrì in volo; un eroe suo malgrado come capita un po' a ciascuno di no