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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Insonnia

Svegliarmi con la pioggia. Addormentarmi con la pioggia.  Uscire con l'ombrello e dimenticare di aprirlo: se la pioggia è leggera basta un cappello. Questi i miei desideri per domani dopo due meravigliosi giorni illuminati da un sole radioso.  Perché? Perché sto meglio quando piove? Cosa c'è, nel profumo della pioggia, che mi fa stare bene?  Non è la malinconia. È il suono: quello che mi fa sentire parte di un'orchestra. È il profumo: diverso per ogni stagione e per ogni città; perché è nella pioggia che le città si riconoscono. Macabea sta imparando a far scivolare con garbo queste ore notturne in cui non dorme. Dormirà quando arriverà la pioggia. Che potrebbe anche avere il tuo viso.

La casa di Macabea

Ho provato. A cercare le parole, a lasciarmi trovare dalle parole.  Forse se sapessi stare in silenzio, riuscirei. Ma i miei pensieri non si fermano; si fermano le mie parole.  Va bene. Accolgo l'incapacità di ascoltarmi mentre provo a dire tutto il dolore che mi ha urlato dentro e che ancora è lì, pronto a ripetersi.  Non si può dire, io non so dire, il dolore del convivere col terrore di perdere un figlio perché lui pensa di volersi fare perdere. Ma lui è qui. Noi siamo qui. E barcollando ci teniamo per mano. Raccontarmi scrivendo è sempre stato il mio modo per sopportare il peso di ciò che non so dire ad alta voce. Scrivere è la mia voce.  Ho appunti straripanti di prime righe lasciate a diventare anche le ultime.  Punto.  Sento il desiderio necessario di spalancare la porta di casa di Macabea e inondarla di nuova luce.  Lì posso essere quello che sento, vederlo uscire da me, diventare più leggero, per poi riprenderlo. Anche tacendo. In questo ultimo anno abbiamo ancora una volt