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Visualizzazione dei post da dicembre, 2012

Finito

Ultimo post dell'anno. Nessun bilancio nessun proposito. Anno da dimenticare. In fretta, grazie. Capita però anche a chi non riesce più tanto a parlare, a chi si sente imbottito da ovatta, a chi vorrebbe la capacità di accogliere i prossimi giorni con un desiderio che proprio non sente, di avere un desiderio per l'anno che arriverà. Forse sbaglio ancora una volta. Vorrei un abbraccio forte fino a togliermi il fiato, che mi faccia dimenticare perché mi sento così triste. Vorrei un abbraccio da respirare, profumato, tanto stretto da farmi passare la paura. Ecco. La verità, triste, tristissima, è che non ho attese, e che se qualche attesa si affaccia ai miei pensieri, viene subito ricacciata indietro. La verità è che vorrei addormentarmi per risvegliarmi a primavera.

Mi capita. Forse.

Mi capita di pensare che potrei smettere di parlare. Mi capita di pensare che potrei tacere sempre. Per sempre. Vorrei poter dire altrettanto dei pensieri che, invece, non tacciono mai. Ma chissà, forse perdendo le parole perderei anche i pensieri. Mi capita di sentire le mie labbra incapaci di prendere una piega sorridente. E mi capita di sorprendermi per la fatica di trovarla, quella piega. In questi giorni di ovatta da aspirina, giorni di mancata gioia che rimpiangerò. In questi giorni di attesa per altri giorni che non desidero e che poi vivrò, magari trovandone anche il sorriso. In questi giorni di cuore pesante come macigno. In questi giorni ho voglia di piangere. Ma sarebbe un pianto senza consolazione. E non mi ci abbandono. Forse.
Vorrei saper splancare braccia e cuore e lasciarmi andare a volare. Non ci riesco. E forse per la prima volta non so se voglio riuscirci. Ho toccato l'amore, l'ho abbracciato, l'ho consolato. Ne ho visto il sorriso e la fatica e la gioia entusiasta. E io dov'ero in tutto questo? Mai Natale è stato lasciato così solo. E' colpa mia. Ma non mi sento in colpa. E ho paura.
Il Natale non è arrivato. Arriverà? Mi lascerò trovare se decidesse di venirmi a cercare? Oggi è già domani. E non sento bussare alla mia porta.

Attese

Un po', nei Maya, avevo sperato... Perché se era destino di tutti, non ce ne saremmo accorti. Sarebbe stato finalmente possibile riposare: i pensieri, soprattutto. E poi anche questa rabbiolina che non si scioglie innaffiata com'è da giorni che vorrei non aver attraversato ne' attraversare ancora come invece devo fare. Ma dev'essere questo il mio destino: aspettare ciò che non arriva. La neve. Una tasca già calda per infilarci la mano. Un bambino. Braccia spalancate senza parole. La carezza che cura. Tempo leggero. Assenza di pensieri. Non che non sia consapevole di ciò che mi viene donato. Il profumo di un sonno bambino, gli abbracci rotondi e le risate un po' sceme. Il tentativo di capirmi. L'amore. Un po', nei Maya, avevo sperato. Mi sono sbagliata. Forse.
Doso le parole, misuro i gesti. Provo a tenere al caldo le forze che oggi sono scosse da brividi e guance accaldate. Provo a perdermi nel cielo quando si fa chiaro, al mattino. Nei contorni delle montagne. Una sottile ragnatela mi trattiene e mai avrei pensato sarebbe stata tanto resistente.

Se non ci fossero le parole per caso

"Ridi sempre, ridi, fatti credere pazzo, ma mai triste. Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso, continua a sorridere. Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo." (R.Benigni) Lo prendo come l'incoraggiamento che non so trovare da sola. Ogni volta mi stupisco di come s'inciampi nelle parole. O di come siano le parole a venirci addosso. Ci sono il sole, un cielo bellissimo, il profumo del Natale. E gli angoli della mia bocca restano immobili, le parole tacciono. Anche nei pensieri. Indosso la mia maschera e vado.

Domani come oggi

Non è caduta la neve. Si è sciolto il desiderio. Non aspetto più. Non aspetto la neve. Non aspetto una mano. Non aspetto un miracolo, seppure minuscolo. Sono vuota di tutto. Oppure piena di un urlo che non so finire. Mi alzo.

Aspetto la neve

Aspetto la neve. A coprirmi, ad abbagliare gli occhi. Dove vivo la neve è illusione. Un desiderio sfiorato e svanito prima di viverlo. Aspetto le neve. E un piccolo miracolo. Una mano a tirarmi fuori da questa pozza nera. Solo la neve può.

Per fortuna

E poi questo sole a stridere con il mio sorriso un po' forzato. E poi chiudere gli occhi e risentire la musica che ha riempito un pomeriggio umido e buio. E poi i pensieri che si nascondo sotto un tappeto, come nelle peggiori pulizie. E poi  stracciare tutti gli elenchi di cose da fare. E poi gli scatoloni che potrebbero aver infranto una magia prima del tempo. E poi il freddo intenso a congelare una piccola fitta proprio qui. Per fortuna, il freddo.