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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Pane e poesia

Grata. Per questo giorno. E per tutti i pensieri che ogni giorno mi salvano. Penso che in questo momento forse nessuno pensa a me nell'universo, che solo io mi penso, e se morissi ora, nessuno, neppure io, mi penserebbe. E qui inizia l'abisso, come quando mi addormento. Sono il mio sostegno e me lo tolgo. Contribuisco a rivestire tutto di assenza. Sarà per questo che pensare ad un uomo assomiglia a salvarlo . (Roberto Juarroz)

Lacrime

Quale dolore è tanto intenso da non riuscire a piangerlo? Forse un urlo di rancore che investe come tempesta notturna senza nemmeno la luce di un lampo: mi hai rovinato la vita. Forse la sentenza tagliente di una ragazzina ferita e arrabbiata: hai sbagliato tutto. Perché piangessi, non riuscirei a smettere. Resto qui. Attendo che decidano cosa farne del mio amore sbagliato, inadeguato, incapace. Sono qui, ho detto. Quando vuoi.

Se il dolore non fosse questa spina...

S e il dolore non fosse questa spina, questa lunga dorsale della vita forse non saremmo altro che niente, e dobbiamo ringraziare che ci venga a visitare e ci porti notizia delle cose (D.Piccini)

Il nido

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Un nido tra i rami ancora spogli. Mi sento un po' così: come se il vento potesse portarmi via; come se gli sguardi potessero vedere oltre quello che vedo nello specchio; come se non ci fosse più un posto sicuro e mio. Cambiano le fatiche. Speravo di alleggerirle. Cambiano e restano. Quando cerco trovo. Devo ricordarmi di non cercare. Trovare fa quasi sempre male. A volte so quello che non vorrei sapere. Perché lo sento. E quando lo sento prima o poi ci vado a sbattere. Dovrei ricordarmi di non sentire. Tocco la mia inutilità. Il mio non esserci è meglio della presenza che impongo. Aspetto parole che non ascolterò. Non bastano i gesti lasciati cadere come fossero normali. Non basta il passare dei giorni. Fuori la primavera si lascia annusare. Amo la luce della sera, che sembra non voler cedere il passo al buio. Amo il mattino presto, l'aria ancora fredda che promette tepore. Amo i contorni nitidi e i cieli che sospendono il respiro per lo stupore di tanta bellezza.

Ti scrivo da vicino, come se la mano

Ti scrivo da vicino, come se la mano ti fosse oggetto breve affiorato, come se dalla strada ti arrivasse la piccola certezza per l’acquisto dei minuti seguenti. Da vicino come il sole, come la cicala. Come un silenzio pieno che ti venisse agli occhi di mattina e amarti fosse l’abito scelto al cominciar del giorno. (Pedro Talmen)

Giorni

Alcuni silenzi sono più difficili di mille parole. Eppure ci si abitua. E il rischio è di non saper più parlare. Alcune parole feriscono come colpi inferti con l'accetta su un corpo inerme. E non c'è medicazione che aiuti a sanare la ferita. Nemmeno il tempo riesce. E' la continua consapevolezza della piega delle labbra. E' la continua consapevolezza dello sfuggire dello sguardo. Alcune parole sono difficile da dire. Scusa, per esempio. Aspetto