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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Un anno.

"Mi passa il freddo a dire che la vita esiste, mi passa il sonno, mi sento io la vita. Guarda, s'accende una luce. Si odono voci. Qualcuno corre, grida, si dispera. Ma altrove nascono mille, centomila bambini, e mamme di futuri bambini: la vita non ha bisogno né di te né di me. Tu sei morto. Forse muoio anch'io. Ma non conta. Perché la vita non muore." (O.Fallaci) Una parte del mio corpo è ancora vuota. Inconsolabilmente vuota. Una parte del mio cuore è ancora ferma. Inconsolabilmente ferma. Una parte del mio pensare è  ancora assenza. Inconsolabilmente assenza. Un pensiero per ogni giorno che è passato senza passare davvero. Una lacrima per ogni pensiero che ho respirato. Un sorriso faticoso nel guardare pance vive, bimbi tanto minuscoli da stare in una mano. E nessun perché sufficientemente misericordioso da curare la ferita. E chiedo scusa. Per l'egoismo del mio dolore.

Casa

Casa è dove il cuore riposa, dove il cuore fa inevitabili capriole, dove batte all'impazzata e dove può concedersi di rallentare fino a non sentirsi quasi più. Casa è dove riconosci il tuo posto, la tua forma e la tua sostanza. La riconosci dall'odore che ti lascia addosso, dal sorriso che nasce da dentro. Casa è un ricordo condiviso, un futuro da inventare. Casa è una voce che intreccia la tua come s'intrecciano le mani. Casa è oggi. Con il cielo pieno di vento e gli occhi pieni di cielo

Al mio doppio - Stephen Dunn

Sei sempre stata quella cauta che entra nella passione in punta di piedi e la taglia a metà con la ragione. Te l'ho permesso, e sono andato per vie più felici e selvagge. Ora ogni mio pensiero sembra una fune annodata a un'altra fune, che va indietro nel tempo. Siamo intrecciati. Ho imparato a esitare persino dinanzi alla porta più spalancata. Non so cosa tu abbia imparato. Ma andare avanti, lo sento, é andare insieme adesso. C'è un posto dove vorrei arrivare prima di notte.  

Macabea, la ragazzina e Frida Kahlo

Per alcuni minuti, forse un paio d'ore, alcuni giorni fa, Macabea ha camminato a casa sua. In realtà erano corridoi di un museo, ma era circondata dai segni e dai colori di chi ha conosciuto e amato e sentito come parte della sua pelle. E lo ha fatto con una ragazzina scontrosa che cammina con braccia tanto strette al petto che rischia di cadere. Hanno guardato volti, colori, capelli intrecciati in nodi d'amore, collane di spine. Hanno riscoperto insieme la passione per la vita e per un uomo di una donna bellissima e forte. Una donna fatta di impeto e passione. Piena di sole e di ombre. E nel sole poi sono uscite, sotto un cielo di azzurro e nuvole e hanno mangiato un panino con le puntarelle, in mezzo a milioni di turisti e si sono sentite un po' straniere. Hanno riso e chiacchierato e si sono ascoltate, Macabea e la ragazzina con le braccia tanto strette. Macabea non ha pensato se i quadri di Frida Kahlo potessero piacere alla ragazzina. Era talmente entusiasta di c

Tu

Ti sei alzato e, frugando nella tasca per cercare le monetine necessarie, ti sei allontanato per tornare, poco dopo, con due rose: una per me e una per tua sorella. Hai avuto "un bellissimo compleanno" perché lo hai potuto festeggiare con tutti i tuoi nonni e con doppia razione di brodo. Mi accarezzi il cuore dicendo, dopo una giornata da turisti piacioni "dopo tutti i regali che ci hai fatto, mamma, adesso dovremmo fartelo noi un regalino". Ma il mio regalo sei tu. Che mi prendi ancora per mano e non neghi mai un bacio. Che ci fai sorridere e ridere tutti, perché sei buffo e felice di esserlo. Perché hai delle bellissime lentiggini sul naso. Perché non ti fai convincere a tagliare i capelli. Perché hai imparato a tuffarti fingendo di prendere il volo. Perché sei curioso e buono. Perché vederti crescere è una gioia e una meravigliosa esperienza. Resta come sei.