La primavera dentro
Amo l’autunno come
nessun’altra stagione, eppure sento la primavera dentro.
Nonostante tutta la fatica
che zavorra le mie giornate e i miei pensieri da tanto di quel tempo che ormai
è diventata ossa, sangue, carne; nonostante la salita su cui continuo ad
arrancare annaspando; nonostante la consapevolezza dei troppi fronti aperti.
Mi sento la primavera dentro.
Mi sento la primavera dentro.
Mi ritrovo a sorridere, a parlare a voce
bassissima (ma un giorno, lo so, mi tradirò), ad addormentarmi in pochi minuti
senza nemmeno il tempo di arrivare all'altrove che di solito mi accompagna nel
sonno.
Mi trovo ad accogliere paturnie, ansie, problemi, confidenze faticose e
il mio cuore ne esce gonfio ma vivo più che mai.
Ascolto ipocondrie e
resistenze illogiche ai cambiamenti e il mio pensiero si fa impermeabile al
nero che vorrebbe colorarlo.
Continuo a muovermi per tentativi, con le mie ricette dagli ingredienti “a occhio”, ma è come se fossi circonfusa da un’aurea di lieve ottimismo a oltranza: non so se come scudo alla paura, come difesa a un oggi incerto che apre la strada a un domani oltremodo precario, o come conquista di una maturità manifestata da un nuovo segno sul volto.
Continuo a muovermi per tentativi, con le mie ricette dagli ingredienti “a occhio”, ma è come se fossi circonfusa da un’aurea di lieve ottimismo a oltranza: non so se come scudo alla paura, come difesa a un oggi incerto che apre la strada a un domani oltremodo precario, o come conquista di una maturità manifestata da un nuovo segno sul volto.
Pronuncio tutti i “sì”
possibili. E sorrido. Soprattutto è il sorriso che sento addosso a stupirmi. E’
come se avessi fatto una cura intensiva di qualcosa che non comprendo e che
proprio per questo temo sparisca così come è arrivato.
Aspetto che qualcuno si
accorga di questa primavera fuori stagione e la respiri con me.
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