Esercizi di IN/Felicità quotidiana. 12

Spesso mi ascolto mentre dico "questo è un periodo faticoso" e mi rendo conto di dirlo ormai da tanti anni che chiamare periodo un così lungo tempo forse non è corretto.
Eppure dire "periodo" significa non cedere alla stanchezza e, anche, che il mio ottimismo ad oltranza è ancora qui con me, gioca a nascondino spesso e volentieri, ma c'è.

E' un periodo di tante fatiche differenti, eppure mi sento bene. Ho energie buone che sostengono i miei gesti e i miei pensieri senza respiro. Vedo la salita che sto affrontando senza ancora vedere la vetta. Però, appunto, non la vedo ancora; ma la vedrò e arriverò anche a piantarla, la mia bandierina.
E' un periodo che non avrei mai immaginato di dover attraversare e non è granché di conforto pensare allo stupore per non soccombere in mezzo a tanta fatica.

Ecco.

Ecco perché qualche giorno fa, in una ricorrenza personale, non sono stata più di tanto ferita dalla tua consueta non dimenticanza.
Quello che voglio dire è che avevo un pensierino per te che non vedeva l'ora di uscire dall'armadio dove lo avevo nascosto nelle ultime due settimane e che non credo ti abbia sorpreso, quando lo hai ricevuto.
Voglio dirti che speravo in un gesto simile per me. Come lo spero ogni volta.
Non c'è stato. Come ogni volta.
Ma non mollo. Non voglio essere diversa da come sono, rinunciare ai gesti che mi compongono anche quando, da anni che sono molto più di questo periodo, gli stessi non trovano risposta.
E' vero, poi mi sono addormentata esausta sulla mia poltrona sfondata e non sono riuscita ad accogliere il tuo invito, a dire il vero un po' sonnacchioso, ad uscire.
Non è che non fa niente. E' che non mi rassegno; e aver intuito solo ieri sera, prima di addormentarmi, che continuo a dare confini, per quanto incerti, ai "periodi" che mi tolgono il fiato, mi ha dato una nuova, piccola, forza per continuare ad aspettare questo tuo piccolo gesto di attenzione.

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