Pensieri sovrapposti


Si possono pensare pensieri sovrapposti, senza un apparente filo logico a unirli. Lo trovo di una libertà assoluta, sempre: anche quando i pensieri non sono tra i migliori.
E mi chiedo quale Grazia abbia illuminato alcune menti e le loro penne, per riuscire a trasferire questa sovrapposizione su carta e poterla così regalare a noi. A me.
Rileggo la Signora Dalloway e ritrovo lo stesso stupore della prima volta. Apro a caso Clarice Lispector: trovo le sue lettura della Woolf e di Joyce e ogni volta sento la mia voce tra le sue parole.
Mi chiedo allora quale Grazia abbia illuminato la mia mano quando ho scelto proprio "quel" libro dallo scaffale della libreria. E ogni volta ringrazio.

I miei pensieri sovrapposti di questo venerdì che aspetta un pigrissimo weekend sono meno eleganti e certamente la mia mano non sa sovrapporli nella scrittura.
Mi chiedo, per esempio, quanti anni debba avere una donna per non essere più oggetto di complimenti indesiderati da tristi uomini sconosciuti mentre cammina per la strada. 
Mi chiedo quale sia la potenza di parole scritte in un libro apparentemente lontanissimo da me, ma nel quale sto precipitando. Ed è un cadere nel buio che attrae nonostante il pericolo.
Mi chiedo se tornerà il tempo della non trasparenza e se si scioglierà in un abbraccio riconosciuto.
Mi chiedo quanto tempo sia giusto aspettare una risposta a una domanda. Fare una domanda, talvolta, espone il proprio bisogno di cura. C’è un tempo per rispondere? E se la risposta arrivasse quando ormai si è dimenticata la domanda?  

Chiedo a Virginia, a Clarice, a parole che altri hanno scritto per me, di venire in mio aiuto. Apro un libro.

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