Un giorno

Cade una pioggia insistente che altrove è neve.
Una medaglia a ricordare un nonno che non ho incontrato e che vive in me grazie a parole ripetute con amore; una stanza affollata di ricordi ed emozioni. E fra tutto questo i miei bambini, piccoli, perchè la memoria non affievolisca.
La ragazza che teneva sulle ginocchia la mia mamma, che è invecchiata ingrigendo il cuore più dei capelli, ha terminato il suo cammino.
La visita dalla pediatra e una bimba magrolina che però ama le meringhe con la panna.
Un ragazzino che non tace mai e il suo papà che prepara la focaccia più buona e una merenda ghiotta mentre spippiola sul pc e coltiva maggiorana.
E io?
Mi duole la gamba a ricordarmi che sono di carne.
Un libro lieve per entrare nei sogni in punta di piedi.
Il sorriso di un ricordo mentre ceno.
Il pensare che tiene compagnia calda.
E il rosso del pennello che ho sognato la scorsa notte. E gli schizzi, a comporre il risveglio.
E poi la sveglia spenta. Perchè domani è festa.

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