Profumi complicati

Ci sono dentro.
Caduta tra pagina diciotto e pagina venti.
Tra i pensieri di chi ti somiglia in forza di tanta differenza.
Ci sono dentro e sento il profumo del gelato lanciato con rabbia.
Ma rallento gli occhi, le pagine, la matita che segna.
Anche per questo sono qui.
E perché ho questo profumo complicato che indosso mio malgrado.
Profumo dei piccoli narcisi gialli al centro del mio tavolo, delle primule colorate sul mio davanzale e delle violette che sono tornate a fiorire.
Profumo acre di mimosa che infiamma le mie narici.
E profumo di bimbi che giocano e hanno sempre le mani sporche di colore, anche quando pensano di essere ormai quasi grandi.
Profumo di chiacchiere sorridenti e fitte dopo un intenso temporale di parole nervose.
Profumo di sogni che non si ricordano e di sonno innocente e fiducioso che si lascia abbracciare e coccolare inconsapevole.
Profumo di capogiro e voci impossibili che per un attimo fanno voltare il capo in cerca del loro volto.
E poi.
Profumo dei pensieri belli, che devono seguire un percorso d'affetto per portare un respiro sereno a chi dona amicizia al mio cuore (e che mi manda messaggi che dicono "sei meravigliosa" e mi commuovono e imbarazzano e mi fanno anche un po' paura, per il timore di non essere degna).
Profumo di fatica e desiderio di sale sulla pelle.
Di sole freddo e cielo trasparente.
Profumo di una mancanza che misura la presenza. E il desiderio.
Profumo del mio letto freddo che scaldo infilando la testa sotto e ascoltando il mio respiro che si fa sogno.
Profumo di biancheria stesa e stirata a notte fonda. E poi riposta in silenzio guardano i visi che danno pace a ogni fatica.
E ancora profumo dei miei passi su percorsi che non conosco e intuisco solamente.
E poi.
Profumo delle parole che rubo e degli sguardi incrociati per caso e subito scordati.
Profumo del non detto, del pensato, dell'incomprensibile e dell'ovvio.

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