...continua...

E vorrei imparare l'indulgenza. Verso me stessa, verso te. L'indulgenza per noi che ci cerchiamo e perdiamo e feriamo e ritroviamo; che siamo stati e saremo ancora, lo so, tanto presuntuosi da pensare di non aver bisogno della nostra pelle che si tocca, delle nostre mani che si cercano, delle nostre bocche che si confondono.
Vorrei imparare la saggezza della follia leggera dei gatti in bilico sul cornicione. E imparare a cadere senza farmi male. E imparare quasi a volare sopra i sensi di colpa e i timori e invece vivere il giorno, anche uno solo, come se fosse tutta la vita. Ed esserne grata.
Ancora vorrei imparare a contraddirmi con un sorriso sghembo e orgoglioso. E a volermi bene per volerne altrettanto.
Vorrei conquistare la capacità di non rinunciare a ciò che mi fa stare bene.
E vorrei che questo sfriccichino nello stomaco mi facesse compagnia sempre. E vorrei saperlo riconoscere e farlo crescere.
Forse è il finire di gennaio, il sole e l'azzurro fuori dalla mia finestra. Sono a pezzi tenuti insieme da una colla che oggi mi sembra d'oro.

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