Ripenso al buio pesto degli ultimi giorni dell'anno. Un'oscurità che porto dentro anche oggi, nonostante il cielo luminoso e il sorriso che indosso.
Ripenso all'impossibilità di lasciarmi andare a quel buio e mi chiedo se sia una salvezza o una condanna.
Tutto ciò che quel buio abita, è ancora presente: nell'oscurità vedo lucidamente. E' questa lucidità che non dovrei perdere quando riesco a risollevarmi abbastanza da camminare, invece che strisciare.
E in quel buio dovrei invece ricordare la mia capacità di resistere e sorridere.
E dovrei ripetermi e ricordare che alcuni pensieri, come certe lettere, sono veri di notte e falsi di giorno. E che ho le parole di altri per me a reggermi. Come fanno anche oggi le parole, e la musica, di Fabrizio De André.

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