Ragazza, donna, altro

Non so da dove iniziare, nonostante l'urgenza di parlarne e scriverne.
Ne ho parlato, tanto, con i miei figli,  provando a condividere con loro il dono di una lettura illuminante che avrei desiderato non arrivasse all'ultimo capitolo.

In un momento che mi sembra spesso livoroso nel sottolineare le differenze, l'incomunicabilità, una lotta che sembra più contro qualcosa o qualcuno che non a favore di qualcosa o qualcuno, il libro di Evaristo è uno sguardo nuovo, sorridente e accogliente verso chiunque voglia provare a sentirsi parte di una comunità di esseri umani mettendo in campo solo se stesso, ma completamente.

La scrittura è inizialmente spiazzante. Non c'è quasi punteggiatura, nessuna lettera maiuscola per iniziare una nuova frase; nulla indica il dialogo. La scelta di andare a capo seguendo quasi il ritmo del respiro mentre la protagonista parla o pensa, fa somigliare la prosa a una sorta di componimento poetico.
Si comincia a leggere cercando il punto, che non si trova, e allora si ricomincia pensando di non aver compreso qualcosa. Bastano però un paio di pagine per farsi prendere dalla corrente di questo linguaggio leggero e accuratissimo.
Altra nota. Non c'è storia in cui la crescita non passi per l'istruzione e la cultura. Perché solo possedendo istruzione e cultura saremo in grado di raccontare una storia differente e di ascoltare quelle degli altri.

Mi affido alla recensione che su minima&moralia ne fa Gaia Tarini. Il libro è corposo, denso, bellissimo e merita parole più attente e preparate delle mie.

Ragazza, donna, altro, Bernardine Evaristo, edizionisur


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