Il colibrì

 


"Io credo che tu sia la parte migliore della mia vita, la parte che si può sognare"

Questa frase, riportata anche in quarta di copertina, mi segue da qualche giorno e non mi consente di fermare un'idea precisa del libro.
Non avevo mai letto prima un libro di Sandro Veronesi e forse anche questa conoscenza richiederebbe maggior frequentazione.


Marco Carrera, il protagonista, è un oculista che sembra guardare più dentro se stesso che negli occhi dei suoi pazienti e dei suoi affetti. E' sposato, ha una figlia, un fratello lontano; ha perso i genitori e una sorella. Ama Luisa di un amore mai consumato e perciò eterno. Non sopporta la psicoanalisi ma ne è circondato attraverso le donne della sua vita e vi si rappacifica grazie a uno psicologo che proprio all'inizio del libro gli svela una verità che cambierà la vita di entrambi.
Leggiamo la vita di Marco, apparentemente lenta, ferma come il colibrì in volo; un eroe suo malgrado come capita un po' a ciascuno di noi quando affrontiamo gli ostacoli o andiamo a sbattere contro gli spigoli dei nostri giorni e lo facciamo solo perché non abbiamo altra scelta.

Il libro è molto ben scritto e dalla struttura articolata. Ci sono le lettere tra Marco e Luisa, i lunghissimi elenchi delle cose possedute dai genitori che lui fa al fratello sperando di ritrovare il filo che li aveva uniti e che sembra essersi spezzato.
Poi c'è la costante presenza della morte ed è quasi sempre una morte scelta, talvolta cercata e anche donata. Muoiono persone, desideri, amicizie e relazioni, ma c'è sempre anche tanta scelta di vita, di cercare quello sguardo sul futuro che Marco troverà negli occhi, e tra i capelli, della nipotina. C'è questo filo che lega gli affetti e gli sguardi oltre gli accadimenti, le scelte, le non scelte.

Ho chiuso il libro con un grande punto di domanda che per me è sempre il segnale del valore di quello che ho letto. La quarta di copertina, dicevo, riporta la frase che cito all'inizio e proprio quella frase è ciò che del libro non mi convince.  
Gli ultimi capitoli, un po' lenti e forse troppo lunghi, ci portano nello sguardo di Marco sulla nipote che viene investita di tutto il suo desiderio di vita, di futuro e di speranza di un mondo nuovo e migliore. Se d'istinto mi era sembrata una tirata un po' retorica e banale (oltre che una pesante e forzata vocazione per la nipote), leggendo quelle poche righe ho compreso cosa mi allontana dalle pagine e dallo sguardo di Marco.
Non può essere il sogno la parte migliore della nostra vita. La parte migliore della nostra vita dobbiamo provare a vederla e a riconoscerla con occhi ben aperti e consapevoli. E che lo abbia pensato io, che dell'altrove ho fatto la mia ancora di salvezza, il mio rifugio, apre tutta un'altra serie di domande, altri pensieri, che al momento ho scelto di mettere da parte per aprire un altro libro.

Il colibrì, Sandro Veronesi - La nave di Teseo





 



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