Aspetto che passi

Macabea non legge, non scrive, a malapena pensa; non riesce più a trovare rifugio in un altrove qualsiasi. E questo non va bene, la rende ancor più in bilico sul filo del suo equilibrio precario.
Forse non c’è neppure più Macabea e chissà chi è a scrivere queste parole dettate da una stanchezza che diventa sconforto.
Giorni che diventano anni, troppi, gravati da impegni, inciampi e fatiche che raramente trovano tregua, sollievo e la sorpresa di un vero riposo.

Forse è il momento di tracciare una linea, chiudere la porta a chiave e poi buttarla il più lontano possibile per non correre il rischio di trovarla.
Ma anche questo, per Macabea, sembra un lusso non possibile.

Allora mi siedo. Non mi fermo. Aspetto che passi.

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