“Come un bambino stanco ora voglio riposare…”
Il tempo sospeso di Macabea non è attesa, non è letargo. E’
piuttosto un lento costruire con briciole pazienti una costruzione dal progetto
tutto da decifrare.
E’ pazienza condita da lacrime che non saziano mai il cuore. E’ speranza
bisbigliata perché non si spaventi e cambi destinazione.
Il tempo sospeso di Macabea è misurato in distanza fisica e vicinanza di
sentire. E' la scoperta di una gratitudine che ristora chi la offre e chi la riceve.
E’ darsi traguardi minimi: domani, stasera, tra un’ora o anche adesso e poi
subito dopo adesso. E’ consapevolezza dell’istante passato con gentilezza.
Il tempo sospeso di Macabea è la paura che non trova voce, da quanto spaventa.
Il tempo sospeso di Macabea è cercare attimi di attenzione esclusiva per
ciascuno di noi, che siamo tutti feriti, tutti abbracciati, tutti insieme e anche
soli.
Il tempo sospeso di Macabea è l’incapacità di trovare le parole, di mantenere
la promessa di elenchi essenziali da salvare. E’ i cassetti in ordine come si
vorrebbero in ordine i pensieri.
Il tempo sospeso di Macabea è una canzone per caso che consente alla voce di
trovare fiato e al cuore di perdersi senza bisogno di difendersi.
“Come un bambino stanco ora voglio riposare…”
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